MARCIA DELLA PACE PERUGIA-ASSISI 2011

LA GRANDE BANDIERA DELLA PACE IN CAMMINO SULLE GAMBE DEI PIU' GIOVANI! 

Domenica 25 settembre la Marcia della Pace Perugia – Assisi ha festeggiato il suo 50° compleanno: era infatti il 24 settembre  1961, quando si svolse la prima edizione marcia, per iniziativa di  Aldo Capitini, antifascista, pacifista, personaggio scomodo per molti e da molti definito il  Ghandi italiano, per  le sue posizioni radicalmente “non violente, a tutto tondo”.  Non ho partecipato personalmente  all’evento, ma da sempre , almeno dalla metà degli anni ’60 ( quando giovanissimo ho vissuto per un anno intero tra Assisi e Perugia, respirando a pieni polmoni l’aria pura della terra e lo  spirito stesso  di Francesco) mi sento parte di quell’onda arcobaleno che periodicamente si mette in cammino. Aldo Capitini, in quel 24 settembre di 50 anni fa avrebbe potuto organizzare un convegno o un raduno per propagandare e diffondere le sue idee pacifiste, pensò invece ad una Marcia, in perfetto spirito gandhiano: chissà, forse si ispirò alla marcia del sale e alla forza unificante e liberatrice che essa sviluppò.  Certamente pensò ad una “ Marcia “ perché essa è cammino duro,  faticoso ma  fatto insieme, passo dopo passo, in  compagnia, dialogando  e, nel cammino, riconoscendosi parte  della stessa umanità, senza l’ansia personale di arrivare primi ma con l’obiettivo comune di arrivare tutti alla meta;  pensò alla Marcia perché è metafora della vita stessa, della fatica e della gioia del vivere quotidiano.  
Io, anche quest’anno, ho potuto parteciparvi solo a distanza, da casa, soffrendo per l’assenza, ma testimoniando la mia appartenenza convinta al popolo pacifico e pacifista della Marcia, facendo sventolare dalla mia finestra la mia bandiera arcobaleno ( che è una veterana della Marcia ! ). Non c’ero, ma ne ho vissuto lo spirito, ne ho seguito il percorso  spingendomi  idealmente fin sotto il palco per applaudire gli oratori...con una domanda ossessiva  che mi scavava  il cervello: riusciremo a demolirlo quel maledetto “tabù” che impedisce alla politica italiana (ed anche al mio stesso partito, il PD ) di andare oltre le condivisioni formali dei valori di pace e giustizia sociale,  per  parlare chiaramente  di disarmo o almeno (ma sarebbe già una conquista di civiltà) di riduzione delle spese militari ?
F35 in volo
“Tabù” l’ha  scritto “Mosaico di pace”, la rivista di Pax Christi, titolando l’editoriale di P. Alex Zanotelli per il numero di settembre; un editoriale che va subito al sodo: “In tutta la discussione nazionale in atto sulla manovra finanziaria, che ci costerà 20 miliardi di euro nel 2012 e 25 miliardi nel 2013, quello che più mi lascia esterrefatto è il totale silenzio di destra e sinistra, dei media e dei vescovi italiani sul nostro bilancio della difesa...ben 27 miliardi di euro ?.....è mai possibile che a nessun politico sia venuto in mente di tagliare queste assurde spese militari ? ....ai 27 miliardi del bilancio della Difesa 2010, dobbiamo aggiungere la decisione del governo, approvata dal Parlamento, di spendere nei prossimi anni altri 17 miliardi di euro peracquistare i 131 cacciabombardieri “.
 E ad  un vero è proprio  “tabù” avevo pensato io stesso, all’indomani della mia lettera aperta” al segretario del PD, Pier Luigi Bersani, ai dirigenti nazionali e locali e ai principali protagonisti istituzionali del partito: una lettera  scritta proprio per sollecitare il PD a fare  sua la sensibilità di gran parte del  popolo arcobaleno, che da anni chiede di bloccare il progetto che ci vede coinvolti nella produzione( assemblaggio ) degli F35, ed inserire nella Contromanovra proposta dal PD , la riduzione delle spese militari, attraverso:
-      la sospensione dell’acquisto ( in vista di una rinegoziazione degli impegni con gli alleati e partner nella produzione ) dei 131 cacciabombardieri F35,
-    il ridimensionamento di tutte le “missioni cosiddette di pace”;
-    la dismissione di quella parte del patrimonio immobiliare delle FFAA oggi non più funzionale alla difesa.

Di questo “tabù”  ha poi parlato dal palco di Assisi, ai 200.000 che aveva percorso dopo 50 anni lo stesso cammino di Aldo Capitini , Don Renato Sacco di Pax Christi, un prete semplice, ma capace di testimoniare coerentemente il Vangelo, che io e i miei amici abbiamo avuto il piacere di avere spesso ospite, a Morazzone, delle nostre iniziative per la pace.
Don Renato , nel suo intervento a nome della “Rete  di organizzazioni che si battono per il disarmo, ha presentato la campagna "Taglia le ali alle armi!" che si prefigge di  ridurre le spese militari e di bloccare l'acquisto degli F35 , per destinare quelle risorse
                                    
alla sanità, all’istruzione, allo stato sociale, alla ricerca, alle infrastrutture, alla collaborazione tra i popoli ( per ascoltare l'intervento di don Renato, clicca sulla sua immagine).

Per documentarvi direttamente alla fonte  su questa campagna e sottoscrivere il documento/petizione  con cui chiediamo  al governo di bloccare  l’acquisto di questi nuovissimi cacciabombardieri dal costo “faraonico”, capaci di trasportare e sganciare anche ordigni atomici, cliccate qui ( petizione online ).

Parlare di disarmo, di non violenza, di riduzione delle spese militari”non solo con  i nostri governanti ma anche con ampi settori politici che sconfinano anche nel centrosinistra, oggi è dunque percepito come un “tabù”, ossia una cosa da non fare , assolutamente ripugnante ; il disarmo un tabù, come la pedofilia, come l’incesto ! Che tristezza ! 
Questo mi spinge a credere fortemente che la prima trincea su schierasi sia quella culturale: la non violenza non è solo assenza di guerre, la pace non è solo frutto di un pur necessario abbattimento delle spese militari, è innanzitutto un cammino, un percorso fatto anche di compromessi, mezze vittorie che non vanno mai considerate mezze sconfitte, ma sempre un passo avanti lungo il cammino che porta alla pace. Ma questo cammino può portare alla pace solo se la richiesta di taglio alle spese militari, solo se il NO F35, è frutto per l’amore degli altri e non dell’egoismo. Dirò di più: mi sembra persino blasfemo chiedere un taglio alle spese militari per risparmiare, favorire il pareggio di bilancio; mi sembra che ciò faccia il paio con un’altra dichiarazione incredibile, “ prodiciamo più armi perché così sale  il PIL e si riduce percentualmente  l’incidenza del debito pubblico”..
Insomma se non riportiamo a galla i Valori veri della Vita , se non saranno le ingiustizie sociali e la  violenza ad essere considerate “tabù” ossia una “cosa da non fare, assolutamente ripugnante” , sarà più faticoso ogni passo della nostra Marcia, del nostro cammino verso la Pace.
E’ solo attraverso un impegno forte, duraturo, coerente  che potrà realizzarsi – come disse don Tonino Bello in suo famoso discorso ai “Beati costruttori di Pace” -  la splendida intuizione dì Isaia che, addirittura invertendone l'ordine, aveva collegato insieme salvaguardia del creato, giustizia e pace: "In noi sarà infuso uno Spirito dall'alto. Allora il deserto diventerà un giardino.. e la giustizia regnerà nel giardino.. e frutto della giustizia sarà la pace". (Is 32,15-17).
La Marcia della Pace , edizione 2011, ha avuto il suo culmine   nella lettura, affidata ai ragazzi del  “Meeting dei 1.000 giovani per la pace”, di una “Mozione della Pace”( clicca qui per leggerla)  a ricordo di quella letta da Aldo Capitini al termine della  prima Marcia, 50 anni fa.
Alla prossima, se Dio vorrà, non mancherò. Promesso !

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