Si chiude oggi la Settimana di preghiera per l'Unità dei cristiani.


Si chiude oggi la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, un'iniziativa che lo scorso anno ha compiuto 110 anni.Nella settimana di preghiera ecumenica, tutte le confessioni cristiane pregano insieme per il raggiungimento della piena unità che è il volere di Cristo s stanti e ortodossi, e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, per i cattolici.La novità di quest'anno è rappresentata dalla sottoscrizione da parte di cattolici e protestanti di un appello comune sul tema dell'immigrazione. UN TEMA CHE CI VEDE COINVOLTI COME CHIESA E COME ESSERE UMANI, RISPETTO AL QUALE NON POSSIAMO RESTARE SPETTATORI INDIFFERENTI, SENZA TRADIRE L'ESSENZA DELLA NOSTRA FEDE IN CRISTO. Questo è il testo integrale dell'appello comune sottoscritto da Cattolici e Protestanti.
RESTIAMO UMANI
In occasione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, cattolici e protestanti italiani lanciano un appello comune perché si continui a vivere uno spirito di umanità e di solidarietà nei confronti dei migranti. Se per tutti è un dovere nei confronti di chi abbandona il proprio Paese rischiando la vita nel deserto e nel mare, per i cristiani si tratta di un obbligo morale. È per questo che, durante la settimana dedicata all’unità dei cristiani, viene osservata in questi giorni (18-25 gennaio) in tutto il mondo, abbiamo sentito la necessità di unire le nostre voci. Desideriamo spiegare a tutti che per noi aiutare chi ha bisogno non è un gesto buonista, di ingenuo altruismo o, peggio ancora, di convenienza: è l’essenza stessa della nostra fede. Ci addolora e ci sconcerta la superficiale e ripetitiva retorica con la quale ormai da mesi si affronta il tema delle migrazioni globali, perdendo di vista che dietro i flussi, gli sbarchi e le statistiche ci sono uomini, donne e bambini ai quali sono negati fondamentali diritti umani: nei paesi da cui scappano, così come nei Paesi in cui transitano, come in Libia, finiscono nei campi di detenzione dove si fatica a sopravvivere.  Additarli come una minaccia al nostro benessere, definirli come potenziali criminali o approfittatori della nostra accoglienza tradisce la storia degli immigrati – anche italiani – che invece hanno contribuito alla crescita economica, sociale e culturale di tanti paesi.  Da qui il nostro appello perché - nello scontro politico - non si perda il senso del rispetto che si deve alle persone e alle loro storie di sofferenza. Una politica migratoria che non apre nuove vie sicure e legali di accesso verso l’Europa è fatalmente destinata a incentivare le immigrazioni irregolari. Per questo chiediamo ai vari paesi europei di duplicare o, comunque, di ampliare i corridoi umanitari, aperti per la prima volta in Italia all’inizio del 2016. Per questo ci
rivolgiamo direttamente al Governo italiano perché allarghi la quota dei beneficiari accolti nel nostro paese e si faccia promotore di un “corridoio umanitario europeo”, gestito dalla UE e da una rete di paesi volenterosi, prevedendo un adeguato sistema di sponsorship. Nel breve periodo, però, mentre si cerca il consenso europeo su queste misure, occorre garantire il soccorso in mare, che non può ridursi a una politica di respingimenti o di semplici chiusure. I migranti non possono essere vittime tre volte: delle persecuzioni, di chi li detiene in campi che – come varie volte attestato dall’ONU – non tutelano i diritti umani essenziali e di chi li respinge in quegli stessi campi e in quelle umiliazioni.Per noi cristiani, come per ogni essere umano, omettere il soccorso a chi giace sulla strada o rischia di annegare è un comportamento di cui si può solo provare vergogna. Per questo chiediamo un potenziamento delle attuali attività di soccorso, rese dai mezzi militari, dalla Guardia Costiera e dalle ONG, nel rispetto delle norme del mare e del diritto umanitario. Per quanto divisivo il tema dell’immigrazione è così serio e grave
da non potersi affrontare senza cercare una piattaforma minima di istanze e procedure condivise. Questo auspichiamo e per questo ci mettiamo a disposizione con la nostra esperienza e i nostri mezzi, pronti a collaborare sia con le autorità italiane che con quelle europee.

Past. Eugenio Bernardini, Moderatore della Tavola valdese
Prof. Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio
Past. Luca M. Negro, Presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana

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