SUD SUDAN , il lungo e sofferto cammino verso pace, giustizia e dignità.
Padre Daniele Moschetti è qui tra noi a presentare il suo ultimo libro “SUD SUDAN , il lungo e sofferto cammino verso pace, giustizia e dignità” : a dargli il benvenuto ci sono Filippo Cardaci che fa gli onori di casa, Marco Giovannelli direttore ed editore di VareseNews che si appresta ad intervistarlo e Silvio Aimetti della “Rete per l’accoglienza e la lotta alla povertà”.
In sala almeno 50 persone si stringono affettuose intorno
a p.Daniele, il missionario e l’amico coraggioso, mite e allo stesso tempo
forte, netto nelle scelte di vita, diretto nelle sue denunce. L’amico che ti
rende orgoglioso della sua amicizia.
Avevo seguito padre Daniele nel suo cammino verso
Santiago, la scorsa primavera, quasi immaginando di essere al suo fianco ( facebook, quando lo si usa bene e per
il bene, facilita la comunicazione e abbatte le distanze !). Meditando sui suoi report sempre affascinanti
e dettagliati come quelli che da anni indirizza ai suoi amici dall’Africa mi
sembrava di posare gli occhi sui monumenti, le chiese, i paesaggi, i volti su
cui Daniele stesso li posava.
E’ nato nel corso di quel cammino il mio desiderio di incontrarlo, al suo
ritorno, e invitarlo a donarci un’altra splendida serata come era già avvenuto
anni addietro.
Ed è nato durante il cammino anche il desiderio di p. Daniele di raccogliere in un libro e di pubblicare le sue lettere, i suoi appunti, le sue
riflessione sulle vicende drammatiche del SUD SUDAN negli della sua permanenza in quel paese, che
si colloca esattamente a cavallo della storica data della conquista dell’indipendenza
.
E così, una serata dedicata all’Africa, anche per l’intuizione di Marco Giovannelli, parte proprio dal Camino di Santiago.
Marco Giovannelli chiarisce fin dalle
prime battute della sua intervista che, lui, il Camino di Santiago non lo ha fatto, ma ha fatto la Via Francigena, tutta, e l’ha raccontata ai
suoi lettori con immagini meravigliose e tanta emozione nei commenti. Ed è
subito feeling tra lui e p.Daniele, felice di iniziare il suo racconto da lì, dal suo
Camino, cominciato in solitudine e arricchitosi strada facendo di contatti, di
volti, di storie .
“ Il pellegrinaggio a Compostela
– cita dal suo libro p. Daniele – è un evento che segna la propria esistenza:
qualcosa che determina un “prima “ e un “dopo”. Lungo il Cammino può capitare
di di incontrare compagni di viaggio il
cui ricordo ci accompagnerà per tutta la vita o con i quali si rimarrà in
contatto a lungo. Così come è accaduto a me, è già accaduto per molti altri in
passato. Oppure può capiatare di incontrare se stessi. Di certo, più che l’arrivo , il protagonista è
il Cammino in sé, un itinerario che è molto più di una sequenza di km percorsi
e da percorrere. Il Cammino è proprio la metafora della vita quotidiana che
viviamo con i suoi alti e basi , delle speranze e delle sofferenze...”.
Ma il ricordo del Cammino
non è una distrazione , né tantomeno un vezzo. Daniele chiarisce subito – e lo troviamo scritto anche nella sua lettera agli amici del 9 luglio
2017, nel 6° anniversario dell’Indipendenza del Sud Sudan: “ho desiderato profondamente vivere questo tempo di pellegrinaggio
camminando per una causa importante : 1000 km per la pace in Sudan !” Quel Sud Sudan che non riesce a trovare
pace e che a distanza di 6 anni dal 9
luglio 2011 – data della Dichiarazione
dell’Indipendenza dal nord del paese- è nel pieno di una guerra civile che
ha messo in ginocchio l’intero paese, “ anche
a causa della fame e del colera che
uccidono le persone a migliaia”. Mille km fatti per pregare e invocare la
Misericordia di Dio per per il SUD SUDAN, ma anche per invocare l’attenzione degli uomini, dei potenti e delle opinioni pubbliche e soprattutto dei media che
l’opinione pubblica la formano. Il racconto
di p. Daniele scorre pacato e potente, come i fiumi delle pianure di
Equatoria; si ferma un attimo, guarda Marco
– si rivolge a lui chiamandolo per nome -
e gli dice di fare pure il suo lavoro di intervistatore, quasi
scusandosi per aver parlato troppo.
Giovannelli è visibilmente affascinato
dal suo interlocutore e si capisce subito che si è preparato all’incontro, ha
letto il libro ed ha ben inquadrato la vicenda nel contesto di una terra, l’Africa
sub-sahariana, che -dice - pare avvitarsi sulla sua storia,
che oggi ci propone il dramma del
SUD SUDAN , vent’anni fa quello del
Congo ( una ferita peraltro ancora aperta ), 50 anni fa quello del Biafra. Esi
sofferma sulle immagini di denutrizione,
di fame e di morte che quasi avevamo dimenticato e che subito prendono corpo (
fragili corpi !) davanti ai nostri occhi.
Eventi terribili ! Eppure l’Africa
si prepara già a proporcene un altro fra
qualche anno, dovessero andare a segno le mire dei miliziani ISIS, sconfitti
nel sultanato di Mosul e Raqqa ed ora in fuga verso il Mali e i paesi vicini ,
con l’obbiettivo di crere un nuovo sultanato.
P. Daniele riprende il suo discorso dal SUD SUDAN i cui abitanti, un crogiuolo di lingue ed etnie diverse, sono
costretti dalla guerra civile a migrare, ma non in Europa, “ non trovate sud-sudanesi tra i migranti
arrivati in Italia o in Europa” -scandisce padre Daniele- ma la migrazione c’è
stata, c’è tuttora e a muoversi sono milioni.
LA GUERRA STA DILAPIDANDO IL PAESE e nel suo libro p.
Daniele da cifre precise che qui riporto sommariamente:
·
1 miliardo di dollari spesi in armi e
sistemi di controllo;
·
Nella capitale del paese, Juba, l’80% degli
sfollati sono donne, giovani e bambini;
·
I bambini sfollati nel paese sono
802.122, una enormità per un paese che
conta 12.600.000 abitanti;
·
A causa delle guerre civili combattute
( prima e dopo l’indipendenza conquistata nel 2011 ) sono morti più di 2
milioni di persone e più di 4 milioni
sono i rifugiati nei paesi confinanti , Uganda, Etiopia, Congo,Repubblica
Centrafricana e Kenia.
La vera migrazione è quindi un fatto interno all’Africa,mentre
in Europa ed Italia arriva un’esigua minoranza . E noi, è proprio il caso di dirlo, esasperiamo per pura propaganda elettorale le ricadute
sul nostro territorio di 200.000 migranti l’anno incuranti del dramma
dei milioni di uomini e donne ( queste ultime spesso violentate e
maltrattate) che danno vita alla migrazione interna all’Africa –questa sì di dimensioni
epocali - che pare senza fine e senza speranza.
A proposito di questo dramma, P.Daniele richiama l’appello
che il confratello comboniano P.
Alex Zanotelli ha indirizzato ai giornalisti italiani il 17 luglio scorso
dal titolo “Rompiamo il silenzio
sull’Africa”. Un appello accorato ed insieme un atto di accusa verso
un’omertà dilagante spesso figlia del ricatto dei grandi gruppi della
comunicazione che monopolizzano i media
e richiedono un coraggio estremo a ogni giornalista che non voglia tradire la sua
professione e mortificare la sua sete di verità. E’ schietto e diretto P.
Daniele, come lo era stato padre Alex nel suo appello (Quihttps://www.articolo21.org/2017/07/rompiamo-il-silenzio-sullafrica/)
, mentre il pubblico lo ascolta in silenzio e, di fianco a lui, Marco Giovannelli - che non è solo
giornalista , ma è anche direttore ed editore di VareseNews- mi appare pensoso, sinceramente scosso e lo
dico da persona che ne conosce l’impegno professionale che si intreccia con quello civico e democratico. ( ricordate l’impegno
di VareseNews nella campagna “io non sono razzista” del 2011? Era lo
stesso anno dell’indipendenza del SUD SUD !
Il direttore Giovannelli
riprendendo il microfono, si impegna a
dare nel suo giornale più spazio all’Africa e coglie l’occasione per mettere in evidenza
che qualcosa di buono si sta facendo anche nella nostra provincia per migliorare
la qualità dell’accoglienza e dare prospettive e opportunità di inserimento ai richiedenti asilo ospitati
nei CAS e negli SPRAR . A questo punto
per qualche minuto il microfono passa tra le mani di Filippo Cardaci ed in particolare
di Silvio
Aimetti, infaticabile promotore
della Rete degli amministratori per l’Accoglienza e la Lotta alla povertà,
che in provincia di Varese è riuscita a
coinvolgere ben ventisei comuni....quanta strada c’è ancora da fare.
Ma il microfono torna presto tra le mani di P- Daniele, la
cui nuova missione non sarà più in Africa ma negli Usa, tra New York e Washington, “nel cuore della bestia, come dice il mio amico e confratello Alex
Zanotelli. Ed ha pienamente ragione , perché tante decisioni e strategie
politiche e finanziareie per il mondo
vengono decise e attuate proprio lì ...”.
Nel suo libro P.Daniele e scrive e qui lo ripete : “Chi mi manda ha fiducia che l’esperienza accumulata,
gli anni di lavoro e conoscenze in Mani
tese e questi anni in Kenia e SUD SUDAN mi abbiano portato ad una conoscenza
profonda di situazioni e meccanismi perversi che condannano miliardi di persone
in Africa e nel sud del mondo. Un lavoro che vuol essere di advocacy o lobby,
cercando di coinvolgere , informare e premere sui temi, scelte e decisioni dei
rappresentanti all’ONU...un simile lavoro mi è chiesto anche a nome dei Comboniani
nell’organizzazione AFJN, “Africa Faith
and Justice network” Washington, dove si lavora esclusivamente per il
continente africano...Gli States hanno
grossi interessi in Africa e queste organizzazioni cercano di prevenire
situazioni negativi a svantaggio dei popoli africani...”.
Non c’è che dire, Padre Daniele, che in ogni istante della
sua vita non fa che parlare dell’Africa e dei popoli africani, delle violenze
che subiscono si rivela sempre più chiaramente un innamorato dell’Africa che, quando proprio è
costretto a lasciarla, in ossequio all’obbedienza dovuta ai suoi superiori, l’Africa
se la carica addosso, come fa un pastore con le sue pecore più deboli, giovani o malate, e la porta con sé.
Questa immagine del Buon Pastore credo
che gli si addica alla grande. Lo ha
fatto quando è stato lontano dall’Africa, per una anno di formazione a Gerusalemme, lo ha fatto questa
primavera lungo il Camino di Santiago
con la bandiera del SUD SUDAN e lo
farà all’ONU e presso il Parlamento degli States con la determinazione e l’amore
per l’Africa che lo anima fin da giovanissimo e che alla sequela di San Daniele
Comboni è esploso prepotente quanto generoso.
Assolutamente appropriata mi pare quindi la decisione
della rivista online CREDERE (periodici San Paolo) di dedicargli la copertina e un bellissimo
articolo( clicca qui) .
Il nostro incontro volge al termine, ma dopo la Buona Notizia che un missionario approda all’ONU, ce n’è un’altra
da dare e si incarica di farlo Filippo
Cardaci :
Le organizzazioni nazionali che hanno promosso la campagna “Ero
straniero – L’umanità che fa bene”, avviando una raccolta firme per la presentazione alle
Camere della Legge
di Iniziativa Popolare intitolata “Nuove norme per la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione
sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari” hanno comunicato che la campagna chiude con un successo pieno, avendo
superato quota 70.000 firme!
E’ stata una serata interessante, ricca di passione e di amore per l’Africa
e per i poveri di ogni parte del mondo. Lo è stata per gli organizzatori , per
P. Daniele, per Marco Giovannelli, Silvio Aimetti, Filippo Cardaci, per i tanti cittadini presenti e per quanti
hanno desiderato esserci e non ci sono riusciti, ma noi li abbiamo considerati
tra noi.
Grazie a tutti !
Giovanni
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