SUD SUDAN , il lungo e sofferto cammino verso pace, giustizia e dignità.


  24 ottobre 2017.  Sì, siamo a Morazzone e non mi sembra vero!

Padre Daniele Moschetti è qui tra noi a presentare il suo ultimo libro “SUD SUDAN , il lungo e sofferto cammino verso pace, giustizia e dignità” : a dargli il benvenuto ci sono Filippo Cardaci che fa gli onori di casa, Marco Giovannelli direttore ed editore di VareseNews  che si appresta ad intervistarlo  e Silvio Aimetti della “Rete  per l’accoglienza e la lotta alla povertà”.
In sala almeno 50 persone si stringono affettuose intorno a p.Daniele, il missionario e l’amico coraggioso, mite e allo stesso tempo forte, netto nelle scelte di vita, diretto nelle sue denunce. L’amico che ti rende orgoglioso della sua amicizia.
Avevo seguito padre Daniele nel suo cammino verso Santiago, la scorsa primavera, quasi immaginando di essere al suo fianco ( facebook, quando lo si usa bene e per il bene, facilita la comunicazione e abbatte le distanze !).  Meditando sui suoi report sempre affascinanti e dettagliati come quelli che da anni  indirizza ai suoi amici dall’Africa mi sembrava di posare gli occhi sui monumenti, le chiese, i paesaggi, i volti su cui Daniele stesso li posava.
E’ nato nel corso di quel cammino il mio desiderio di incontrarlo, al suo ritorno, e invitarlo a donarci un’altra splendida serata come era già avvenuto anni addietro.
Ed è nato durante il cammino anche il desiderio di  p. Daniele di raccogliere in un libro e di pubblicare  le sue lettere, i suoi appunti, le sue riflessione sulle vicende  drammatiche  del SUD SUDAN negli della sua permanenza in quel paese, che si colloca esattamente a cavallo della storica data della  conquista dell’indipendenza .
E così, una serata dedicata all’Africa,  anche per l’intuizione di Marco Giovannelli, parte proprio dal Camino di Santiago. Marco  Giovannelli chiarisce fin dalle prime battute della sua intervista che, lui, il Camino di Santiago non lo ha fatto, ma ha fatto la Via  Francigena, tutta, e l’ha raccontata ai suoi lettori con immagini meravigliose e tanta emozione nei commenti.  Ed è subito feeling tra lui e p.Daniele, felice di iniziare il suo racconto da lì, dal suo Camino, cominciato in solitudine e arricchitosi strada facendo di contatti, di volti, di storie .
Il pellegrinaggio a  Compostelacita dal suo libro p. Daniele è un evento che segna la propria esistenza: qualcosa che determina un “prima “ e un “dopo”. Lungo il Cammino può capitare di  di incontrare compagni di viaggio il cui ricordo ci accompagnerà per tutta la vita o con i quali si rimarrà in contatto a lungo. Così come è accaduto a me, è già accaduto per molti altri in passato. Oppure può capiatare  di incontrare se stessi. Di  certo, più che l’arrivo , il protagonista è il Cammino in sé, un itinerario che è molto più di una sequenza di km percorsi e da percorrere. Il Cammino è proprio la metafora della vita quotidiana che viviamo con i suoi alti e basi , delle speranze e delle sofferenze...”. 
Ma  il ricordo del Cammino non è una distrazione , né tantomeno un vezzo. Daniele chiarisce subito  – e lo troviamo scritto anche  nella sua lettera agli amici del 9 luglio 2017, nel 6° anniversario dell’Indipendenza del Sud Sudan: “ho desiderato profondamente vivere questo tempo di pellegrinaggio camminando per una causa importante : 1000 km per la pace in Sudan !”    Quel Sud Sudan che non riesce a trovare pace e che a distanza di 6 anni dal  9 luglio 2011 – data della Dichiarazione  dell’Indipendenza dal nord del paese- è nel pieno di una guerra civile che ha messo in ginocchio l’intero paese, “ anche a causa della fame  e del colera che uccidono le persone a migliaia”.  Mille km fatti per pregare e invocare la Misericordia di Dio per per il SUD SUDAN, ma anche per invocare l’attenzione degli uomini, dei potenti e delle opinioni pubbliche e soprattutto dei media che l’opinione pubblica la formano.  Il racconto di p. Daniele scorre pacato e potente, come i fiumi delle pianure di Equatoria;  si ferma un attimo, guarda Marco – si rivolge a lui chiamandolo per nome -  e gli dice di fare pure il suo lavoro di intervistatore, quasi scusandosi per aver parlato troppo.  
Giovannelli è visibilmente affascinato dal suo interlocutore e si capisce subito che si è preparato all’incontro, ha letto il libro ed ha ben inquadrato la vicenda nel contesto di una terra, l’Africa sub-sahariana, che -dice - pare avvitarsi sulla sua  storia,  che oggi ci propone il dramma  del SUD SUDAN  , vent’anni fa quello del Congo ( una ferita peraltro ancora  aperta ), 50 anni fa quello del Biafra. Esi sofferma sulle  immagini di denutrizione, di fame e di morte che quasi avevamo dimenticato e che subito prendono corpo ( fragili corpi !) davanti ai nostri occhi.  Eventi terribili ! Eppure  l’Africa  si prepara già a proporcene un altro fra qualche anno, dovessero andare a segno le mire dei miliziani ISIS, sconfitti nel sultanato di Mosul e Raqqa ed ora in fuga verso il Mali e i paesi vicini , con l’obbiettivo di crere un nuovo sultanato.
P. Daniele riprende il suo discorso dal SUD SUDAN i cui abitanti,  un crogiuolo di lingue ed etnie diverse,  sono  costretti dalla guerra civile a migrare, ma non in Europa, “ non trovate sud-sudanesi tra i migranti arrivati in Italia o in Europa” -scandisce padre Daniele- ma la migrazione c’è stata, c’è tuttora e a muoversi sono milioni.
LA GUERRA STA DILAPIDANDO IL PAESE e nel suo libro p. Daniele da cifre precise che qui riporto sommariamente:
·        1 miliardo di dollari spesi in armi e sistemi di controllo;
·         Nella capitale del paese, Juba, l’80% degli sfollati sono donne, giovani e bambini;
·        I bambini sfollati nel paese sono 802.122, una enormità per  un paese che conta 12.600.000 abitanti;
·        A causa delle guerre civili combattute ( prima e dopo l’indipendenza conquistata nel 2011 ) sono morti più di 2 milioni di persone  e più di 4 milioni sono i rifugiati nei paesi confinanti , Uganda, Etiopia, Congo,Repubblica Centrafricana e Kenia.
La vera migrazione è quindi un fatto interno all’Africa,mentre  in Europa ed Italia  arriva  un’esigua minoranza . E noi,  è  proprio il caso di dirlo, esasperiamo  per pura propaganda elettorale le ricadute sul nostro territorio di 200.000 migranti l’anno incuranti del  dramma  dei milioni di uomini e donne ( queste ultime spesso violentate e maltrattate) che danno vita alla migrazione  interna all’Africa –questa sì di dimensioni epocali - che pare senza fine e senza speranza.
A proposito di questo dramma, P.Daniele richiama l’appello  che il  confratello comboniano P. Alex Zanotelli ha indirizzato ai giornalisti italiani il 17 luglio scorso dal titolo “Rompiamo il silenzio sull’Africa”. Un appello accorato ed insieme un atto di accusa verso un’omertà dilagante spesso figlia del ricatto dei grandi gruppi della comunicazione che monopolizzano i media  e richiedono un coraggio estremo a  ogni  giornalista che non voglia tradire la sua professione e mortificare la sua sete di verità. E’ schietto e diretto P. Daniele, come lo era stato padre Alex nel suo appello (Quihttps://www.articolo21.org/2017/07/rompiamo-il-silenzio-sullafrica/) , mentre il pubblico lo ascolta in silenzio e, di fianco a lui,  Marco Giovannelli - che non è solo giornalista , ma è anche direttore ed editore di VareseNews-  mi appare pensoso, sinceramente scosso e lo dico da persona che ne conosce l’impegno professionale che si intreccia con  quello civico e democratico. ( ricordate l’impegno  di VareseNews nella campagna “io non sono razzista” del 2011? Era lo stesso anno dell’indipendenza del SUD SUD ! 
Il direttore Giovannelli riprendendo il microfono, si impegna  a dare nel suo giornale più spazio all’Africa  e coglie l’occasione per mettere in evidenza che qualcosa di buono si sta facendo anche nella nostra provincia per migliorare la qualità dell’accoglienza  e dare  prospettive e opportunità  di inserimento ai richiedenti asilo ospitati nei CAS e negli SPRAR . A questo punto  per qualche minuto il microfono passa tra le mani di Filippo Cardaci ed in particolare di  Silvio Aimetti, infaticabile promotore della  Rete degli amministratori per l’Accoglienza e la Lotta alla povertà, che in provincia di  Varese è riuscita a coinvolgere ben ventisei comuni....quanta strada c’è ancora da fare.
Ma il microfono torna presto tra le mani di P- Daniele, la cui nuova missione non sarà più in Africa ma negli Usa, tra  New York e Washington, “nel cuore della bestia, come dice il mio amico e confratello Alex Zanotelli. Ed ha pienamente ragione , perché tante decisioni e strategie politiche e finanziareie  per il mondo vengono decise e attuate proprio lì ...”.  Nel suo libro P.Daniele e scrive e qui lo ripete : “Chi mi manda ha fiducia che l’esperienza accumulata, gli anni di lavoro e conoscenze  in Mani tese e questi anni in Kenia e SUD SUDAN mi abbiano portato ad una conoscenza profonda di situazioni e meccanismi perversi che condannano miliardi di persone in Africa e nel sud del mondo. Un lavoro che vuol essere di advocacy o lobby, cercando di coinvolgere , informare e premere sui temi, scelte e decisioni dei rappresentanti all’ONU...un simile lavoro mi è chiesto anche a nome dei Comboniani nell’organizzazione AFJN,  “Africa Faith and Justice network” Washington, dove si lavora esclusivamente per il continente  africano...Gli States hanno grossi interessi in Africa e queste organizzazioni cercano di prevenire situazioni negativi a svantaggio dei popoli africani...”.
Non c’è che dire, Padre Daniele, che in ogni istante della sua vita non fa che parlare dell’Africa e dei popoli africani, delle violenze che subiscono si rivela sempre più chiaramente un  innamorato dell’Africa che, quando proprio è costretto a lasciarla, in ossequio all’obbedienza dovuta ai suoi superiori, l’Africa se la carica addosso, come fa un pastore con le sue pecore  più deboli, giovani o malate, e la porta con sé. Questa immagine del Buon Pastore credo che gli si addica alla grande. Lo ha fatto quando è stato lontano dall’Africa, per una anno di formazione a Gerusalemme, lo ha fatto questa primavera lungo il Camino di Santiago con la bandiera del SUD SUDAN e lo farà all’ONU e presso il Parlamento degli States con la determinazione e l’amore per l’Africa che lo anima fin da giovanissimo e che alla sequela di San Daniele Comboni è esploso prepotente quanto generoso.
Assolutamente appropriata mi pare quindi la decisione della rivista online  CREDERE  (periodici San Paolo) di dedicargli la copertina e un bellissimo articolo( clicca qui) .

Il nostro incontro volge al termine, ma dopo la Buona Notizia che un  missionario approda all’ONU, ce n’è un’altra da dare e si incarica di farlo Filippo Cardaci :

Le organizzazioni nazionali che hanno promosso la  campagna “Ero straniero – L’umanità che fa bene”, avviando  una raccolta firme per la presentazione alle Camere  della  Legge di Iniziativa Popolare intitolata Nuove norme per la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari  hanno comunicato che la campagna chiude con un successo pieno, avendo superato quota 70.000 firme! 

E’ stata una serata interessante, ricca di passione e di amore per l’Africa e per i poveri di ogni parte del mondo. Lo è stata per gli organizzatori , per P. Daniele, per Marco Giovannelli, Silvio Aimetti, Filippo Cardaci,   per i tanti cittadini presenti e per quanti hanno desiderato esserci e non ci sono riusciti, ma noi li abbiamo considerati tra noi.

Grazie a tutti !
Giovanni 


RASSEGNA STAMPA 





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