La cultura e il rilancio di Varese partono dal Sacromonte e incrociano inevitabilmente la Città Vasta.


Un  dettaglio dell'intervista: è evidenziata la mancata risposta
dell'Assessore Cecchi a domande sul programma.
Lombardia Oggi, in  edicola con La Prealpina di domenica 10 luglio, ha dedicato ampio spazio  ad un pilastro del Programma della Giunta del neo sindaco Davide Galimberti  - e cioè la  valorizzazione del  Sacro Monte, patrimonio Unesco dal 2003, e del Campo dei Fiori” -  con due interviste, una  allo stesso sindaco l’altra al neo assessore alla Cultura e Turismo, dott. Roberto Cecchi. Interviste affidate rispettivamente a Cristiana Castelli e Laura Balduzzi.
 Proprio nell’intervista di Cristiana Castelli, Galimberti chiarisce in modo inequivocabile che  ”l’assessorato alla Cultura e Turismo sarà strategico per la ripartenza di Varese, in particolare il Sacro Monte sono sicuro che potrà contribuire come richiamo e punto di forza della città”, e sempre qui motiva  la sua scelta del dott. Roberto Cecchi, dal cui curriculum ed in particolare dalle esperienze “nazionali  internazionali “, è rimasto molto colpito.
Il Sacro Monte di Varese, patrimonio artistico e ambientale  di inestimabile valore – riconosciuto tale dall’UNESCO nel 2003- finalmente  ha il posto che si merita  nei programmi amministrativi  e un Assessore alla Cultura, responsabilità opportunamente accorpata con quella al Turismo, dopo  l’abbandono pubblico ( e l’utilizzo strumentale privato ) registrato  negli ultimi 20 anni , che  lo ha tenuto completamente  totalmente fuori dai  circuiti  turistici nazionali e internazionali .                       Il sindaco  Galimberti è sicuro che il dott. Cecchi “ potrà dare nuovo slancio alla città. …le competenze che mette a disposizione della città saranno fondamentali per attuare il programma di governo dei prossimi anni”.
 Sacromonte è considerato quindi – finalmente ! -  il “punto di forza”  per rilanciare Varese, le sue eccellenze artistiche e paesaggistiche.  
Varese Città Federata e  Vasta
In  quest’ottica il rilancio di Varese  incrocia naturalmente  l’intuizione e la proposta di Silvio Aimetti , sindaco di Comerio, che nell’autunno del 2014 avanzò la proposta di una Varese Federata, capace di far massa critica con i comuni vicini per trasformare il caos derivante da uno sviluppo edilizio non governato  in una opportunità  di rilancio economico e culturale  di un unicum paesaggistico che dal Campo dei Fiori, passando per il Sacromonte, include  laghi e colline  amene e un corridoio verde che si spinge fino al monastero di Torba , dopo aver incontrato quell’isola di Toscana in Lombardia che è Castiglione Olona e il cuore stesso  del plis RTO.  Un luogo caro al dott.
Il tema   di “Varese  Città Vasta” o “diffusa” - del suo sviluppo disordinato e contraddittorio in cui mettere le mani per trasformarlo, partendo da un secco NO al consumo di altro suolo e dal bisogno di connettere e lanciare  le sue tante periferie, aspetti di versi di un unico vivacissimo e ricchissimo paesaggio-  è stato oggetto di analisi e tante   pubblicazioni dense di riflessioni e proposte da parte  dell’urbanista  Michela Barzi e varrà certamente la pena che la nuova amministrazione  ci ritorni.
Di esso si è occupata anche   Varese 2.0 organizzando un bel convegno   il 20 maggio 2015, e riprendendone la sintesi  nel suo volume SEMI DI CITTA’ ove auspica una  “città federata che coordini le politiche di area vasta mediante accordi di scopo tra Varese  e i comuni che la circondano”.  
Nelle riflessioni interne a Varese 2.0 si era anche provato ad individuare una prima gamma di servizi e uffici “ federabili”: dagli Uffici Amministrativi  alla  Pianificazione urbanistica interterritoriale, alle Politiche energetiche (inclusa la promozione di energie alternative), a quelle ambientali e agricole, alla tutela paesistica, a quella dell’acqua pubblica, alla estensione delle aree verdi, ai controlli ambientali,  a politiche  in campo scolastico e sportivo, a quelle della Promozione turistica del territorio, con un piano organico e condiviso di  tutela e rivalutazione del patrimonio artistico e ambientale, di gestione  dei  servizi e delle  attività culturali, ivi comprese quelle estive, favorendo la circolazione e quindi la fruibilità piena  nel territorio di eventi musicali, rassegne d’arte, cinema e teatro.
Io spero che questo progetto  di Città federata o vasta  venga portato avanti, lo dico soprattutto per quella parte che dipende  proprio dal dott. Cecchi che intanto -come chiarisce Laura Balduzzi  che ne ha raccolto l’intervista– non ha risposto a tutte le domande che gli sono state poste…

Il Castello di Masnago e le mostre
Sottolineo  con piacere il fatto che Laura Balduzzi dichiari  che , insieme alla domanda   “sulla questione e gestione del teatro” , gli abbia fatto anche quella   sulle mostre che potrebbe ospitare  il Castello di Masnago “ compreso il vecchio sogno del Morazzone” ( inteso come il pittore  seicentesco P.F.Mazzucchelli ),  una Grande Mostra che finora, per l’assoluta insensibilità  non solo delle precedenti amministrazioni di Varese, non s’è mai potuta realizzare.
Né hanno fatto meglio le amministrazioni  Morazzone, il Comune che  ha dato i natali,  visto ce da decenni non si fa memoria di lui:  qui gli eventi culturali  ruotano intorno a feste e rievocazioni medioevali celtiche, peraltro senza alcun particolare legame con la storia del paese ma uno strettissimo rapporto con i programmi e la propaganda leghista. 

La mancata risposta del dott. Cecchi a proposito della possibilità di allestire una Grande Mostra  dedicata al  “Morazzone” , non la considero un fatto negativo perché il neo Assessore semplicemente non ha risposto a nessuna domanda su programmi concreti .
E non poteva che essere così se, ragionevolmente, si considera che non abitando a Varese  non ha avuto neppure il tempo materiale per mettere le mani sui tanti e scottanti dossier relativi al  patrimonio paesaggistico e  artistico e alla sua piena  fruizione.

L’insopportabile dimenticanza di tanti importanti anniversari !
Da tempo vado ricordando ai miei amici  che trovo insopportabile pensare che a  Morazzone , l’anno in corso, il 2016,  possa trascorrere senza ricordare   il 390°  anniversario della morte del suo personaggio più illustre !  Una dimenticanza che è una vergogna per l’Amministrazione di Morazzone, ma anche per chiunque abbia a cuore Morazzone e la sua storia.
Spero si sia ancora in tempo per rimediare  in qualche modo  e soprattutto per lanciare un segnale forte perché ci si possa avviare con idee chiare all’appuntamento col  400° anniversario della morte dell’artista, avvenuta  in un giorno imprecisato  tra la fine di marzo e l’inizio di aprile del 1626.

Pier Francesco Mazzucchelli   dipinse la Cappella della Flagellazione tra il 1606 ( 1608, per alcuni) e il 1609 e fu  la prima cappella del Sacromonte ad essere ultimata!  Sono passati da allora  oltre 400 anni, ma io non conservo memoria  di particolari iniziative per ricordare un così importante anniv

Pier Francesco Mazzucchelli è l’artista più importante che abbia lavorato al Sacromonte di Varese dove ha dipinto per intero la Cappella  della Flagellazione , lavorandovi dal 1606 al 1609 ininterrottamente al punto ce fu la prima ad essere ultimata. Ne dipinse la volta le arcate , ma fu sulle parte ce espresse compiutamente il suo genio, con affreschi di grande potenza pittorica e di grande raffinatezza cromatica. Peccato ce questi  appaiano ora parzialmente deteriorarti e sicuramente  sbiaditi per effetto del trascorrere dei secoli.  La struttura muraria della cappella si presenta invece  in buone condizioni, essendo  stata sottoposta a ristrutturazione intorno al 1985, fanno eccezione , le statue che completano e arricchiscono timpano,ormai  completamente annerite dal tempo e dall’incuria.
Non sp se i  tre dipinti che illustrano momenti salienti del cammino di Gesù verso il Golgota - “Gesù davanti a Caifa”, “Pilato libera  Barabba” e “ Gesù flagellato” - siano stati mai sottoposti a restauro, certamente non lo furono nel 1930 quando il restauro si limitò agli angeli della volta e pochi altri particolari. Chissà,  forse è il caso di pensarci, almeno in vista dell’appuntamento col 400° anniversario della morte del pittore, visto ce nulla si è fatto nel 400° anniversario della “ultimazione” della Cappella stessa.

Tra i morazzonesi, il loro illustre concittadino e il  Sacromonte di Varese c’è un legame fortissimo cementatosi nei secoli, al punto da farmi sperare che sia possibile pensare a politiche condivise (consortili, federative, di area vasta , ecc…)  tra le amministrazioni comunali di Varese e Morazzone per un rilancio del Sacromonte anche con  la programmazione di quelle  attività  utili alla corretta  conservazione  delle opere d’arte e la realizzazione di  eventi ( mostre e convegni ) atti a ricordare e celebrare degnamente Pier Francesco Mazzucchelli in questo decennio che sfocerà nel 400° anniversario della morte.
Sarebbe un bel modo per inaugurare anche una politica nuova, nello spirito della Città Federata o Vasta, e in più stretto rapporto tra la Città e i Comuni che le fanno corona.

giovanni de rosa


L'intervista di Cristiana Castelli a Davide Galimberti, per Lombardia Oggi.



Seguono alcune foto della Settima Cappella, dedicata alla  Flagellazione .
L'opera può essere ammirata anche  attraverso il video e il commento che trovate cliccando QUI

 per la cui pubblicazione ringrazio l'autore, dott. Vittorio Ghelfi.



Le Statue del Timpano, annerite dal tempo e dall'incuria!


PS :  Per ingrandire le foto, basta cliccare su ciascuna di esse .

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