La cultura e il rilancio di Varese partono dal Sacromonte e incrociano inevitabilmente la Città Vasta.
Un dettaglio dell'intervista: è evidenziata la mancata risposta dell'Assessore Cecchi a domande sul programma. |
Proprio nell’intervista di Cristiana Castelli,
Galimberti chiarisce in modo inequivocabile che ”l’assessorato
alla Cultura e Turismo sarà strategico per la ripartenza di Varese, in
particolare il Sacro Monte sono sicuro che potrà contribuire come richiamo e
punto di forza della città”, e sempre qui motiva la sua scelta del dott. Roberto Cecchi, dal
cui curriculum ed in particolare dalle esperienze “nazionali internazionali “, è rimasto molto colpito.
Il Sacro Monte di Varese, patrimonio
artistico e ambientale di inestimabile
valore –
riconosciuto tale dall’UNESCO nel 2003- finalmente
ha il posto che si merita nei programmi amministrativi e un Assessore alla Cultura, responsabilità
opportunamente accorpata con quella al Turismo, dopo l’abbandono pubblico ( e l’utilizzo
strumentale privato ) registrato negli
ultimi 20 anni , che lo ha tenuto
completamente totalmente fuori dai circuiti turistici nazionali e internazionali . Il sindaco
Galimberti è sicuro che il dott. Cecchi “ potrà dare nuovo slancio alla città. …le competenze che mette a
disposizione della città saranno fondamentali per attuare il programma di
governo dei prossimi anni”.
Sacromonte è considerato quindi – finalmente ! - il “punto
di forza” per rilanciare Varese, le
sue eccellenze artistiche e paesaggistiche.
Varese
Città Federata e Vasta
In quest’ottica il rilancio di Varese incrocia naturalmente l’intuizione e la proposta di Silvio Aimetti ,
sindaco di Comerio, che nell’autunno del 2014 avanzò la proposta di una Varese Federata, capace di far massa critica con i
comuni vicini per trasformare il caos derivante da uno sviluppo edilizio non
governato in una opportunità di rilancio economico e culturale di un unicum
paesaggistico che dal Campo dei Fiori, passando per il Sacromonte, include laghi e colline amene e un corridoio verde che si spinge fino
al monastero di Torba , dopo aver incontrato quell’isola di Toscana in
Lombardia che è Castiglione Olona e il cuore stesso del plis RTO.
Un luogo caro al dott.
Il tema di “Varese
Città Vasta” o “diffusa” - del suo sviluppo disordinato e contraddittorio
in cui mettere le mani per trasformarlo, partendo da un secco NO al consumo di
altro suolo e dal bisogno di connettere e lanciare le sue tante periferie, aspetti di versi di un
unico vivacissimo e ricchissimo paesaggio- è stato
oggetto di analisi e tante pubblicazioni dense di riflessioni e proposte
da parte dell’urbanista Michela Barzi e varrà certamente la pena che
la nuova amministrazione ci ritorni.
Di esso si è occupata anche Varese 2.0 organizzando un bel convegno il 20 maggio 2015, e riprendendone la sintesi nel suo volume SEMI DI CITTA’ ove auspica una “città
federata che coordini le politiche di area vasta mediante accordi di scopo tra
Varese e i comuni che la circondano”.
Nelle riflessioni interne a Varese
2.0 si era anche provato ad individuare una prima gamma di servizi e uffici “ federabili”:
dagli Uffici Amministrativi alla Pianificazione urbanistica interterritoriale,
alle Politiche energetiche (inclusa la promozione di energie alternative), a
quelle ambientali e agricole, alla tutela paesistica, a quella dell’acqua
pubblica, alla estensione delle aree verdi, ai controlli ambientali, a politiche in campo scolastico e sportivo, a quelle della
Promozione turistica del territorio,
con un piano organico e condiviso di tutela e rivalutazione del patrimonio
artistico e ambientale, di gestione dei servizi e delle attività culturali, ivi comprese quelle estive,
favorendo la circolazione e quindi la fruibilità piena nel territorio di eventi musicali, rassegne
d’arte, cinema e teatro.
Io spero che questo progetto di Città
federata o vasta venga portato
avanti, lo dico soprattutto per quella parte che dipende proprio dal dott. Cecchi che intanto -come
chiarisce Laura Balduzzi che ne ha
raccolto l’intervista– non ha risposto a tutte le domande che gli sono state
poste…
Il Castello di Masnago e le mostre
Sottolineo con piacere il fatto che
Laura Balduzzi dichiari che , insieme alla domanda “sulla questione e
gestione del teatro” , gli abbia
fatto anche quella sulle mostre che potrebbe ospitare il Castello di Masnago “ compreso il vecchio
sogno del Morazzone” ( inteso come il pittore seicentesco P.F.Mazzucchelli ), una
Grande Mostra che finora, per l’assoluta insensibilità non solo delle precedenti amministrazioni di
Varese, non s’è mai potuta realizzare.
Né hanno fatto meglio le amministrazioni Morazzone, il Comune che ha dato i natali, visto ce da decenni non si fa memoria di lui:
qui gli eventi culturali ruotano intorno
a feste e rievocazioni medioevali celtiche, peraltro senza alcun particolare
legame con la storia del paese ma uno strettissimo rapporto con i programmi e
la propaganda leghista.
La mancata risposta del dott. Cecchi a proposito della possibilità di
allestire una Grande Mostra dedicata al “Morazzone” , non la considero un fatto negativo
perché il neo Assessore semplicemente non ha risposto a nessuna domanda su
programmi concreti .
E non poteva che essere così se, ragionevolmente,
si considera che non abitando a Varese
non ha avuto neppure il tempo materiale per mettere le mani sui tanti e
scottanti dossier relativi al patrimonio
paesaggistico e artistico e alla sua
piena fruizione.
L’insopportabile dimenticanza di tanti
importanti anniversari !
Da tempo vado ricordando ai miei
amici che trovo insopportabile pensare che a
Morazzone , l’anno in corso, il 2016,
possa trascorrere senza ricordare
il 390° anniversario della morte
del suo personaggio più illustre ! Una
dimenticanza che è una vergogna per l’Amministrazione di Morazzone, ma anche per chiunque abbia a cuore Morazzone e la sua storia.
Spero si sia ancora in tempo per rimediare in qualche modo e soprattutto per lanciare un segnale forte
perché ci si possa avviare con idee chiare all’appuntamento col 400° anniversario della morte dell’artista,
avvenuta in un giorno imprecisato tra la fine di marzo e l’inizio di aprile del
1626.
Pier Francesco Mazzucchelli dipinse la Cappella della Flagellazione tra
il 1606 ( 1608, per alcuni) e il 1609 e fu
la prima cappella del Sacromonte ad essere ultimata! Sono passati da allora oltre 400 anni, ma io non conservo
memoria di particolari iniziative per
ricordare un così importante anniv
Pier Francesco Mazzucchelli è
l’artista più importante che abbia lavorato al Sacromonte di Varese dove ha
dipinto per intero la Cappella della Flagellazione , lavorandovi dal 1606 al
1609 ininterrottamente al punto ce fu la prima ad essere ultimata. Ne dipinse la
volta le arcate , ma fu sulle parte ce espresse compiutamente il suo genio,
con affreschi di grande potenza pittorica
e di grande raffinatezza cromatica. Peccato ce questi appaiano ora parzialmente deteriorarti e sicuramente
sbiaditi per effetto del trascorrere dei
secoli. La struttura muraria della cappella si
presenta invece in buone condizioni, essendo
stata sottoposta a ristrutturazione intorno
al 1985, fanno eccezione , le statue che
completano e arricchiscono timpano,ormai completamente annerite dal tempo e dall’incuria.
Non sp se i tre dipinti che illustrano momenti salienti del
cammino di Gesù verso il Golgota - “Gesù davanti a Caifa”, “Pilato libera Barabba” e “ Gesù flagellato” - siano stati
mai sottoposti a restauro, certamente non lo furono nel 1930 quando il restauro
si limitò agli angeli della volta e pochi altri particolari. Chissà, forse è il caso di pensarci, almeno in vista
dell’appuntamento col 400° anniversario della morte del pittore, visto ce nulla
si è fatto nel 400° anniversario della “ultimazione” della Cappella stessa.
Tra i morazzonesi, il loro illustre concittadino e il Sacromonte di Varese c’è un legame fortissimo
cementatosi nei secoli, al punto da farmi sperare che sia
possibile pensare a politiche condivise (consortili, federative, di area
vasta , ecc…) tra le amministrazioni comunali di Varese e Morazzone per un rilancio
del Sacromonte anche con la
programmazione di quelle attività utili alla corretta conservazione
delle opere d’arte e la realizzazione di eventi ( mostre e convegni ) atti a ricordare
e celebrare degnamente Pier Francesco Mazzucchelli in questo decennio che
sfocerà nel 400° anniversario della morte.
Sarebbe un bel modo per inaugurare anche una politica nuova, nello
spirito della Città Federata o Vasta, e in più stretto rapporto tra la Città e i Comuni che le
fanno corona.
giovanni de rosa
L'intervista di Cristiana Castelli a Davide Galimberti, per Lombardia Oggi.
Seguono alcune foto della Settima Cappella, dedicata alla Flagellazione .
L'opera può essere ammirata anche attraverso il video e il commento che trovate cliccando QUI
per la cui pubblicazione ringrazio l'autore, dott. Vittorio Ghelfi.
Le Statue del Timpano, annerite dal tempo e dall'incuria! |
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