In memoria di Dietrich Bonhoeffer, martire cristiano ed europeo giustiziato da Hitler il 9 aprile 1945.

Dietrich Bonhoeffer, teologo, pastore, martire
Dietrich Bonhoeffer  giustiziato dal regime nazista, non ancora quarantenne, il 9 aprile 1945.
Io l’ho incontrato sul mio cammino  quasi di recente,  attraverso il sito della Comunità Monastica  di Bose , ove mi sono imbattuto in  una  lunga citazione  in cui questo giovane pastore evangelico, mi appare come un gigante  della fede consapevolmente votato al martirio.  La citazione è tratta da uno dei suoi libri più conosciuti, ”Resistenza e resa “ , raccolta di scritti della prigionia.
Ho incontrato Bonhoeffer in una citazione e così lo presento anche a voi:
La nostra chiesa, che in questi anni ha lottato solo per la propria sopravvivenza, come se fosse fine a se stessa, è incapace di esser portatrice per gli uomini e per il mondo della Parola che riconcilia e redime. Perciò le parole di un tempo devono perdere la loro forza e ammutolire, e il nostro essere cristiani oggi consisterà solo in due cose: nel pregare e nell’operare ciò che è giusto tra gli uomini. Il pensare, il parlare e l’organizzare, per ciò che riguarda la realtà del cristianesimo, devono rinascere da questo pregare e da questo operare. Non è nostro compito predire il giorno – ma quel giorno verrà – in cui degli uomini saranno chiamati nuovamente a pronunciare la parola di Dio in modo tale che il mondo ne sarà cambiato e rinnovato. Sarà  un linguaggio nuovo, forse completamente non-religioso, ma capace di liberare e redimere, come il linguaggio di Gesù, tanto che gli uomini ne saranno spaventati e tuttavia vinti dalla sua potenza, il linguaggio di una nuova giustizia e di una nuova verità, il linguaggio che annuncia la pace di Dio con gli uomini e la vicinanza del suo Regno. Fin ad allora la causa dei cristiani sarà silenziosa e nascosta; ma ci saranno uomini che pregheranno, opereranno ciò che è giusto e attenderanno il tempo di Dio (D. Bonhoeffer, Resistenza e Resa, San Paolo, Milano 1996, p. 370).
“Pregare e operare ciò che è giusto tra gli uomini” : quest’espressione mi colpisce subito e col tempo mi diverrà cara e la  troverò quasi identica in Alex Langer, perché  mi pare esprimere  bene il contenuto e il senso di quel  “linguaggio nuovo” come il linguaggio di Gesù , il linguaggio di una nuova giustizia” che gli uomini saranno chiamati ad adottare.
Parla del linguaggio  e sento nelle sue parole la leggerezza e insieme la profondità  di uno spirito profetico: qualcuno- credo che fosse un monaco di Taizè- per questa solidità del pensiero  ha paragonato Bonhoeffer agli antichi padri della Chiesa. Di certo è stato  un martire della Fede , fede in Cristo e nella dignità del popolo che Lui ha salvato e vuole libero !
Non mi stupirei se Papa Francesco, recandosi il prossimo 31 ottobre a Lund, in Svezia, per prendere parte «a una cerimonia congiunta fra la Chiesa cattolica e la Federazione luterana mondiale, per commemorare il 500esimo anniversario della Riforma» di Martin Lutero , ricordasse in quell’occasione il pastore luterano , teologo e martire della Fede e della Libertà dalla tirannide nazista , Dietrich Bonhoeffer.  Un martire sul cui sangue versato e sul cui ecumenismo sinceramente  professato  l’Europa può dire di avere un pilastro solido.
Non mi dilungo sulla biografia, sarei costretto a sintetizzarla non poco,  permettetemi di limitarmi a  ricordare - oggi che celebriamo l’anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo - un martire Europeo, mentre l’idea stessa di Unione europea pare  essere al declino; un martire cristiano, mentre il laicismo impera;  un martire tedesco mentre la Germania pare non godere più delle simpatie di tutti i suoi partner. E arrivo subito alla metà degli anni '30, colpartyito Nazional socialista di Hitler già al potere.

Una volta al potere il nazismo, fanno in fretta i luterani  di orientamento politico favorevole al nazismo a diventare maggioranza nella stessa chiesa.  Rientrato da Londra nella primavera del 1935, Bonhoeffer fa subito chiarezza . Aderisce  senza indugiare alla Chiesa confessante, in contrapposizione a quella parte di chiesa apertamente connivente – anche sotto il profilo politico- col nazismo e non nasconde la paura  che i vertici del protestantesimo potrebbero essere indotti, per opportunismo, a  limitarsi a tutelare la loro libertà religiosa, piuttosto che impegnarsi a difendere tutti i credenti e l’intera popolazione dalle peggiori nefandezze  del nazismo. «Soltanto chi alza la voce in favore degli ebrei ‒ scrive ‒ ha il diritto di cantare il gregoriano».
La scelta di campo era chiara, da qui l’impegno nella formazione di futuri pastori che lo porterà a fondare il  seminario clandestino della Chiesa confessante, nella cui conduzione, Bonhoeffer si impegna perché in esso si formino innanzitutto  buoni pastori prima ancora che fini teologi o brillanti predicatori.
Il seminario verrà chiuso alla fine dell’agosto 1937 e già nel  febbraio 1938 Bonhoeffer viene introdotto dal cognato, in un gruppo cospirativo contro Hitler e infiltrato nel servizio militare di sicurezza. E’ la svolta che lo porterà per qualche tempo all’estero. Emigra in America, ove era già stato, ma una forte  crisi di coscienza lo riporta in Germania. Non sopporta di aver abbandonato il suo popolo e torna sui suoi passi,ben conscio dei pericoli a cui va incontro. Entra nel la resistenza partecipando – come già scrivevo - ad un complotto contro Hitler, finchè nel 1943 viene arrestato e internato nel carcere militare di Tegel.
E quando un detenuto, si dice che fosse italiano, gli chiede come può un cristiano, per giunta pastore di anime, concepire un attentato, Bonhoeffer con serenità risponde  : "Quando un pazzo lancia la sua auto sul marciapiede, io non posso, come pastore, contentarmi di sotterrare i morti e consolare le famiglie. Io devo, se mi trovo in quel posto, saltare e afferrare il conducente al suo volante".
Resterà in carcere due anni, nell’oblio totale, ma in carcere la sua vita è ricca di relazioni di impegno umano, pastorale e culturale  verso gli altri detenuti, ne sono chiara testimonianza gli scritti contenuti nel volume “Resistenza e Resa” e le sue poesie, come quella che segue, ripresa dal blog www.lapoesiaelospirito.wordpress.com/ :

Chi sono?

Chi sono? Spesso mi dicono
che esco dalla mia cella
sciolto e sereno e saldo
come un signore dal suo castello.

Chi sono? Spesso mi dicono
che parlo con i sorveglianti
libero e cordiale e franco
come se avessi da comandare.

Chi sono? Mi dicono anche
che i giorni porto della malasorte
imperturbabile, sorridente e fiero,
come chi è uso alle vittorie.

Davvero sono quello che altri di me dicono?
O son soltanto ciò che io stesso di me so?
Inquieto, nostalgico, malato, come un uccello in gabbia,
boccheggiante per un soffio di vita, come se mi strozzassero,
affamato di fiori, di colori, cinguettii,
assetato di buone parole, di calore umano,
tremante d’ira per l’arbitrio e la minima offesa,
tormentato dall’attesa di grandi cose,
invano trepidante per amici a distanza infinita,
stanco e troppo vuoto per pregare, per pensare, per fare,
fiacco e pronto a dire addio a tutto?

Chi sono? Questo o quello?
Sono forse oggi questo e domani un altro?
Sono entrambi al contempo? Dinanzi agli uomini un ipocrita
e per me stesso un debole piagnucoloso degno di disprezzo?
O forse ciò che è ancora in me assomiglia all’esercito in rotta
che arretra confuso dinanzi a vittoria già ottenuta?
Chi sono? Solitario porsi domande si fa beffe di me.
Chiunque io sia, Tu mi conosci, Tuo sono, o Dio!

Dietrich Bonhoeffer  venne  giustiziato il 9 aprile 1945 nel  campo di concentramento di Flossenbürg .Con lui vennero  appesi nudi ad un gancio e strangolati altri  prigionieri eccellenti: il capo dei servizi segreti militari, l'ammiraglio Canaris, alti ufficiali del Reich, intellettuali. Tutti  condannati da Hitler per aver organizzato un complotto ( fallito ) contro di lui .  Siamo nell’aprile del 1945 e il forno crematorio è saturo, perciò i loro corpi verranno bruciati , con gli oggetti personali, su cataste di legna.


“L’Europa poggia sulla Resistenza al nazifascismo, se no dove ?

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