Emilia e Calabria: La maggioranza degli elettori ritira la delega ai partiti e si astiene.




Il crollo dei partecipanti al voto in Emilia Romagna e Calabria è gravissimo: nessuno pensi di minimizzarlo, nè di ricondurlo a problematiche locali. E' un NO forte ad una politica -anche quella del PD, anche quella di Renzi - che appare sempre più parolaia e inconcludente.

La cosa mi colpisce di più e mi  preoccupa veramente  è l'astensionismo altissimo. a mio avviso insopportabile, inaccettabile, da non far perdere il sonno a chiunque creda veramente nella democrazia e nella partecipazione. Da togliere il riposo a chiunque creda che, dai problemi comuni " .... sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l'avarizia " (don Lorenzo Milani ). 
Mi addolora notare che c'è gente, anche amici del PD, che si consolano perchè il PD è ancora il PD è ancora il primo partito.
Io oggi penso solo alla democrazia azzoppata, alla delega ritirata ai partiti, in questa tornata elettorale, dalla maggioranza degli elettori. 
E se ci consoliamo per essere stati comunque i primi, come PD ( o di aver preso a bologna , come sinistra estrema il 7 %) non abbiamo capito che in Emilia Romagna governeremo ( certo, ci tocca) ma lo faremo col consenso di meno del 20% degli elettori. Non ci sono spazi a mio avviso, nè scorciatoie... dobbiamo riannodare i legami col paese reale, senza farneticare d'altro !

Ha ragione Fabrizio Barca,che ieri sera ha immediatamente twittato: " Cos'altro dobbiamo aspettare per ricostruire con coraggio i partiti ? è immediatamente la sua pagina si è riempita di risposte, di sollecitazioni, di appelli. Se non risaniamo prima il PD, perchè gli italiani dovrebbero fidarsi del PD per risanare l'Italia? La domanda sta in un tweet...la risposta dobbiamo invece darla ogni santo giorno, in Parlamento e nel paese ! Il paese non si fida dei partiti...neppure dei nuovi. allora è inutile pensare ad altri partiti, pensiamo a rifondare, quelli che ci sono, il PD, per quanto mi riguarda , ma non rottamando ciò che è anagraficamente vecchio, bensì ciò che moralmente e politicamente inaccettabile. Per farlo ci vuole un Segretario Nazionale che viva questo problema come una priorità, altrimenti gli viene a mancare lo stesso indispensabile strumento di democrazia su cui far leva per cambiare il paese.
Ritorni a fare il segretario ( l'unico ruolo per il quale è stato eletto ) o meglio: lasci che il PD si scelga un Segretario vero !
E lui al Governo faccia riforme vere e non finte ( come quella del senato o delle province). Tagli i privilegi alle caste da subito, riducendo stipendi e privilegi a parlamentari, funzionari, pensionati di lusso. Tassi la grande ricchezza che non produce lavoro ma solo vite di lusso, mentre in  Italia aumentano le "vite di scarto" come direbbe papa Francesco. 
Si dedichi alla difesa del suolo che sperperiamo ogni giorno e nessuno si rende veramente conto  che il suolo ( quello ricco di Humus, quello vivo e produttivo) per formarsi ha bisogno di almeno 10.000 anni . 
Blocchi definitivamente  i piani di acquisto degli F35 e la TAV Torino-Lione- e quei soldi li investa in banda larga, cantieri per la salvaguardia del suolo e soprattutto in un piano case che punti al recupero di suoli già compromessi eventualmente abbattendo anche edifici cadenti, fatiscenti  senza pregio e senza storia e ne costruisca di nuovi  per rivoluzionare le periferie e la vita nelle periferie. Per far questo c'è bisogno di aumentare il contenzioso con l'Europa ? Lo faccia, sdiamo legittimati a farlo dai bisogni del paese e dalla nostro europeismo consolidato, con radici profonde nel pensiero di Altiero Spinelli. 

Il paese va mobilitato intorno ad un progetto che non può essere tirato fuori dal cilindro a pezzi, giorno per giorno, ma va costruito con la partecipazione di tutti , dai precari agli occupati , dagli edili, ai ricercatori, dagli studenti ai prof, dagli operai agli imprenditori, ecc. solo se rinasce l'entusiasmo di essere parte di un grande progetto si può trovare l'entusiasmo per farsi protagonisti di una grande rinascita ! 
Venerdì sera a Varese si é parlato di Jobs Act in un'assemblea affollata, con relatori di primissimo piano: gli economisti e proff. Carlo dell'Aringa e Marco Leonardi, il giuslavorista Andrea Bordone e un giornalista di primo piano quale è Michele Mancino; insomma relatori e intervistatore di primissimo piano che hanno dato il meglio per comunicarci "l'anima" di questo Jobs Act. Niente da fare la platea non si è riscaldata, perchè un'anima, una visione, questa riforma non ce l'ha e il pubblico se n'è accorto e se ne sono accorti anche i relatori se, in conclusione, lo stesso prof Dell'Aringa ha avvertito l'esigenza di insistere accoratamente sulla necessità di recuperare un sano ottimismo, una speranza forte se si vuol uscire dalla crisi. Riusciremo a capirlo tutti , analizzando anche l'esito di queste elezioni, senza cedere alla mistificazione di parlarne come fatto marginale ?

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