Qui, a Varese, noi facciamo così !

Non ho molto da aggiungere a quanto ho già pubblicato su Fb questa mattina e poi ne hanno ormai parlato tutti ( bene o quasi ) i media locali e quindi mi limito solo  a richiamarlo qui,su questo blog, per me e gli amici più attenti , perchè facebook è come un torrente in piena, travolge tutto e alla fine rischi di dimenticare le esperienze più belle, gli incontri più significativi ...
L'evento che abbiamo vissuto ieri sera, dalle 20,45  alle 23,30   
" LETTURA CORALE DELLE CIRCA 7.000 FIRME CONTRO IL PARCHEGGIO
 ALLA PRIMA CAPPELLA
era stato presentato nel corso della conferenza stampa tenuta da Varese 2.0 e Piccola vedetta lombarda , presso la Galleria Ghiggini, martedì 07 ottobre ( qui ) ed ieri sera si è svolto esattamente come programmato.

E' stata una serata bellissima e quanti hanno notato che eravamo in pochi è perchè si sono lasciati sfuggire la portata simbolica dell'evento, la capacità evocativa della lettura di quelle migliaia di nomi di cittadini avanguardia di un diffuso malessere; qualche altro ha notato che nell'Aula Consiliare le nostre voci si sentivano a malapena, "un fastidio - insomma - solo un fastidio appena percepito" . Già perchè di solito non è così, non è così che i potenti considerano la voce dei cittadini che sono chiamati ad amministrare ? 


Foto dal video di VaresePolis.it.  Clicca qui per vedere su Youtube:
E' stata una bella serata, all'insegna del civismo più autentico, dell'impegno politico più profondo, più nobile e più antico e, per me che sono figlio della Magna Grecia , più commovente, con quel lungo incipit affidato a Maddalena Fasola che legge il discorso di Pericle agli ateniesi ( 461 a.C. ): 


"Qui ad Atene  a Varese noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene  a Varese noi facciamo così.
 Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene  a Varese noi facciamo così.
 La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
 Qui ad Atene  a Varese noi facciamo così.
 Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
 E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
 Qui ad Atene  a Varese noi facciamo così.
 Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
 Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
 Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
 Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

 Qui ad Atene  a Varese noi facciamo così ".

E poi la lunga sequenza di nomi, letta da dieci cittadini, a rotazione...dopo il via di Daniele Zanzi che ha cominciato  da Bob Morse e dalla moglie Elizabeth.
  
 Anche tra i nostri amici qualcuno in quel gruppetto di "lettori" ha voluto vedere una "battuta d'arresto" , ma io non ho visto "arresti" e quel Consiglio Comunale che ha fatto quadrato ( si è "assiepato" ,  ha scritto Giuseppe Terziroli in un suo post su  Facebook, e a me suona come un "si è cacciato tra i rovi", si è "compattato come siepe di rovi" ) non mi è parso mandare nessun segnale di vittoria, in particolare sul tema del Parcheggio, anche perchè non era questo l'odg. Ha fatto quadrato intorno all'assessore Clerici, non tanto per rispondere a noi, quanto per tentare di esorcizzare i guai interni alla coalizione di centrodestra, le divisioni politiche che vive, rese eclatanti dalla sconfitta alle elezioni del nuovo Consiglio Provinciale e del suo Presidente. Non è una battuta d'arresto la nostra ma una "sosta in parete" , necessaria per affrontare " passaggi " nuovi , inesplorati in una lotta che potrebbe essere ancora lunga e che quindi ci impone di riprendere fiato, di ricaricarci fisicamente e moralmente.
Per quanto mi riguarda, ieri sera -con gli amici del Comitato Varese 2.0 e Piccole vedette lombarde- declamandone nome e cognome mi sembrava di dare volto e voce agli oltre 6000 cittadini che hanno firmato la petizione contro il Parcheggio. Ieri sera non eravamo 10 o 12 ma 6000, a me pareva che ognuno di noi non leggesse semplicemente un elenco di nomi ma chiamasse degli amici, li avocasse per renderli presenti! 
Sono tornato a casa col cuore leggero, la mente serena: nei miei pensieri non c'era nessun 7 a 0 e neppure un 2 a zero ( quello delle sconfitte a tavolino, come si diceva una volta) e non c'è neppure questa mattina, a mente più fresca. 
C'è invece l'immagine di un movimento di CITTADINI ancora IN CAMMINO, perchè la vetta è lontana e la via è tutta in salita, anzi in parete, da fare in cordata, passo dopo passo, senza strappi ma tirando tutti dalla stessa parte, con gli aggiustamenti che di volta in volta si renderanno necessari, anche alla luce del travaglio che vive oggi la politica varesina, chiuse le urne della nuova Provincia.

Giovanni de rosa 

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