DOMENICA 8 DICEMBRE, IO VOTO GIUSEPPE CIVATI
Civati...con noi, tra noi. |
1. La prima in assoluto, quella per la quale Giuseppe
Civati ha lavorato più di ogni altro, è il ripensamento di Romano
Prodi che - dopo l’onta del NO subita dai “ 101” ( e
forse anche di più) aveva annunciato che non si sarebbe recato ai gazebo
per il voto - oggi, a sorpresa ha annunciato che sarà della
partita, che voterà alle primarie per dare un segnale forte in
difesa del bipolarismo e quindi contro gli inciuci e le larghe intese che , con
lui Presidente della Repubblica, non si sarebbero mai fatte . «Tornerò dall’estero e mi metterò in coda con tanti
altri cittadini desiderosi di cambiamento». Perché, «pur con tutti i suoi limiti, il Pd resta
l’unico strumento della democrazia partecipata di cui tanto abbiamo bisogno». (La
Stampa. it di oggi).
2. La seconda è l’endorsement di
Stefano Rodotà per Giuseppe Civati . E’ Civati stesso a parlarne
nel suo blog, pubblicando uno stralcio del messaggio di Rodotà ( QUI )che tra l’altro scrive: “Non
so se esista veramente quell’”area Rodotà” che Pippo Civati generosamente mi
accredita. Esiste certamente, invece, un largo mondo politico e sociale con
il quale da anni mi sforzo di lavorare per ricostruire una cultura politica perduta
e che ha ormai alcuni assi ben visibili – la via maestra della
Costituzione e l’etica pubblica, i diritti fondamentali e la dignità delle
persone, il reddito di cittadinanza e i beni comuni, l’accesso a Internet e le
nuove forme di partecipazione. Proprio su questo terreno, e ben prima delle
vicende dell’ultimo anno, proprio con Pippo Civati era nata una collaborazione
che davvero mi auguro che possa continuare nel modo più intenso e utile per
tutti. E’ la politica del coraggio e dello sguardo sul futuro”.
3. Terza notizia: L’annuncio di Giuseppe
Civati che, una volta eletto Segretario nazionale del PD , non si
candiderà a Premier e fin da ora indica in Fabrizio Barca il suo
candidato ideale a guidare il Governo del cambiamento. Chi
conosce Civati, sa che questa non è una novità, ma è solo l’ennesima
conferma del suo amore per il Partito e della decisione di
candidarsi a queste primarie senz’altri fini se non quello di volersi prendere
cura del partito, dei suoi militanti, dei suoi circoli, dei suoi elettori, di
chi l’ha abbandonato deluso e di chi, pur deluso, è restato nel partito
a combattere la sua battaglia per il cambiamento.
VOTERO’
perché mi convince il suo programma che poggia su valori antichi e niente
affatto ideologici, a partire dall’uguaglianza, senza la quale
non c’è giustizia sociale e neppure merito.
Mi piace la sua chiarezza, linearità e radicalità di pensiero, come
quando parla del diritto di tutti al matrimonio, senza necessità
di giocare ad inventarsi neologismi o acronimi.
Mi piace
quando prede di petto i problemi che la irrisolta “questione
maschile” , crea all’altra “metà del cielo” , il mondo
femminile.
Mi
piace quando afferma che “il nostro nostro welfare va
ripensato” perché, prosegue nel suo programma :
“con meno di 20 mld di € l’anno possiamo garantire un reddito minimo di 400 € a
tutti e un sussidio universale di disoccupazione: per tutti, su base
assicurativa, da affiancare con opportunità formative.l ruolo dell’Occidente
nello scenario mondiale si è ridotto e il ricorso alla forza si è rivelato meno
efficace della diplomazia.
Mi piace
quando dice un NO secco agli F35, emblema di una lotta senza quartiere per la
riduzione delle spese militari, perché “essere pacifisti
non è utopia, ma realismo; l’Italia può avere un ruolo decisivo nella politica
mediterranea”. Mi piace quando parla del Partito, di come lo vorrebbe,
quando parla deI Circoli che per lui “devono essere “vivi” e riconoscibili
sul territorio e gli eletti del Pd, in qualsiasi carica istituzionale, devono
partecipare alla vita del Circolo di appartenenza al fine di garantire la
massima trasparenza sui processi decisionali e sulle pratiche di governo”.
Mi piace
quando dichiara – e sono certo che manterrà l’impegno- che lui non lascerà la
Segreteria per candidarsi alla guida del Governo e indica già in Fabrizio
Barca il suo candidato preferito. Perché stimo Barca, ma soprattutto perché
credo fortemente che rinnovare il Partito ricostruirlo, richieda
tempo, energia, competenze amore; un compito quindi che può essere assolto non
da un segretario di transito ma uno stabile e innamorato: può farlo solo
Giuseppe Civati.
E non è
retorica, leggete ciò che scrive Antonio Sicilia, un blogger giovanissimo che
in questa campagna per le primarie è stato vicinissimo a Civati. Antonio
ne parla come “l’uomo capace di sussurrare alla base” parafrasando
il titolo del celebre film “L’uomo che
sussurrava ai cavalli” (1998) tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Evans e mirabilmente
interpretato da Robert Redford. Un film ( ed un romanzo ) di cui sono
innamorato anch’io
“ I
sussurratori –
scrive Antonio - sono uomini in grado di bisbigliare segreti alle
orecchie dei cavalli turbati, uomini in grado di parlare una lingua che nessuno
conosce tra la gente comune” .
Leggetelo (qui ) questo bellissimo “pezzo” e
non vi sarà difficile capire che votare Civati è la scelta
migliore per il Partito e se lo è per il Partito può esserlo anche per il
Paese. La base di questo partito è scoraggiata, è una base splendida
per generosità, onestà, e impegno, ma è delusa, ha bisogno di un “esperto
conoscitore del suo linguaggio e dei suoi umori, un
“sussurratore”, alla “Tom Booker “.
Leggetelo e
capiterà anche a voi di concludere come conclude il mio amico Antonio Sicilia
: “Il mio sussurratore l’ho individuato da tempo, è l’unico che si sforza
di parlare la stessa lingua del proprio elettorato di riferimento, di
consultarlo, di conoscerlo e di cercare di risolverne i problemi. L’uomo che
sussurrava e sussurra alla Base per me è Giuseppe Civati, un uomo che non
addestra con incontri privi di confronto o presenze televisive sterili, ma
è da mesi in giro per l’Italia con l’obiettivo di conoscere sentimenti e delusioni
della base democratica, cercando soluzioni e creando progetti nuovi e
concretamente utili.
Chi si
sforza di sussurrare deve guidare questo Partito. Riportiamo la Base al
centro”.
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