Congresso PD: la Mozione Civati, "Dalla delusione alla speranza-Le cose cambiano, cambiandole".

Giuseppe Civati, candidato alla segreteria del PD -foto tratta dal sito.




Ieri sera ho avuto il piacere di presentare la Mozione di Civati, “Dalla delusione alla speranza”, 
all’ assemblea dei Circoli di zona tenutasi a Morazzone; col blog oggi vorrei presentarla a tutti i miei amici, con l’auspicio di un confronto...meglio di persona, ma anche attraverso il web, in vista delle primarie dell’8 dicembre.




1. introduzione

Scusate se salto i convenevoli. Parto dal  titolo, “Dalla delusione alla speranza - Le cose cambiano, cambiandole” e precisamente dalla delusione che ha portato il freddo, l’inverno  dentro tanti di noi, certamente dentro di me.
E’ cominciato tutto la sera del  25 febbraio scorso con la sconfitta elettorale di Bersani e del PD e l’approdo al governo delle  “larghe intese”,ed è proseguito poi con una sfilza di errori gravissimi:
- l’inutile tentativo di Bersani di esorcizzare la sconfitta elettorale, meglio avrebbe fatto a rassegnare subito il mandato;
- la presentazione raffazzonata delle candidature di Marini e di Prodi e l’agguato vile dei “101”,
- la rielezione di Giorgio Napolitano e la nascita del Governo di “larghe intese”, che ha sancito la rottura formale del partito con la sua base elettorale e gli alleati di Italia Bene comune
Ebbene l’unico esponente politico che è stato capace di dare, di quegli eventi, una lettura politica corretta e contraria alle larghe intese che, di giorno in giorno prendevano corpo, e di mantenere una condotta politica coerente (spinta fino a non votare il governo ) è stato Giuseppe Civati. 
Per riconnettere il PD alla sua base, Civati ha girato l’italia intera,ha incontrato migliaia di elettori e iscritti delusi e ha messo assieme i tasselli di questa  Mozione, tasselli che non sono solo i temi che affronta, ma le intelligenze che ha raccolto intorno a lui  e che hanno prodottoun  grande esercizio di “mobilitazione cognitiva”.
Da qui la speranza, il passaggio per me dalla delusione alla speranza e la decisione formale di sostenerne la candidatura a segretario.
Visitate il suo sito, leggete la Mozione, guardate da vicino lo staff, i volti, il  curriculum di ciascuno, la sua l’attività e andate a cercare i volti e i curricula dei sostenitori speciali, nella sezione  #civoti. Sono tanti e tra questi mi piace sottolineare la presenza di Sandra Zampa, storica portavoce e testimone di Romano Prodi e del suo progetto dell’Ulivo. Civati cambierà il partito con loro e con noi, senza “nessuno dietro, ma tanti davanti”, perché cambiarlo avendo dietro ( sul carro, per intenderci) i vari D’Alema, i Franceschini, le Finocchiaro o i LaTorre, ecc.. sarebbe un’impresa pressoché impossibile.

2. Congresso storico

Quello a cui stiamo partecipando non sarà solo un congresso vero, sarà storico: dal suo esito infatti dipenderà se in Italia esisterà ancora una sinistra oppure NO. Una sinistra la cui bandiera sia ancora la lotta per  l’ UGUAGLIANZA.
Una sinistra che si ponga il problema del lavoro coniugandolo con quello dell’ambiente, perché la sua sensibilità è cresciuta;
Che si ponga il problema della pace, coniugandolo con la necessità di porre un freno alla corsa al riarmo e sappia dire NO agli F35;
Che si ponga il problema della ricerca in campo aerospaziale non solo applicata al “militare”  ma soprattutto al “ civile “  ed in particolare a quello della difesa dalle calamità naturali, della protezione civile e dell’arresto del degrado idrogeologico.
Che sappia affrontare i problemi di un fisco giusto, distinguendo tra rendita e reddito, tra lavoro e speculazione e stringendo la forbice del divario tra ricci e poveri.
Una sinistra quindi che voglia fare la sinistra !

3. La Mozione Civati
Andrea Ranieri nel presentarla all’assemblea del 24 ottobre a Roma, ne ha messo subito in evidenza la lunghezza, circa 70 pagine, spiegandola così: “una mozione lunga perché è l’unica che assomigli ad un programma. La vaghezza dei programmi permette trasformismi”. Programmi che riguardano:
-       il partito,il nuovo partito e la sua vita interna, ma soprattutto la sua finalità di radicamento nel paese, per farne un paese migliore, e
-       il nostro  paese per renderlo più giusto, più felice. 

3.a  Il partito nuovo

Un partito che torni a parlare ad un popolo ampio, il popolo dell’Ulivo, il popolo della difesa della Costituzione, il popolo dei referendum ( dell’acqua in particolare) che va “da Prodi a Rodotà “, per sintetizzare alla Civati . Un popolo da riportare a casa, aiutandolo a superare la delusione che l’ha spinto verso Grillo o verso l’astensionismo.
-       Un Partito ospitale, capace di  organizzare la partecipazione degli iscritti, ma aperto alla  società e disponibile ad un ascolto attivo..
-       Capace di premiare le competenze e non la fedeltà ai leaders di corrente. Un partito che abbandoni pratiche consolatorie per ex parlamentari e amministratori insieme a  quella dei doppi e tripli incarichi;
-       Un partito che rilanci la centralità dei Circoli ,le primarie, ma  con regole snelle e che tenga i suoi congressi con regolamenti meno bizantini e modalità meno americane (come le “convention” che hanno la vita di una falena).
-       Che dica NO alle  FONDAZIONI, funzionali solo a carriere individuali; riduciamole ad UNA SOLA, sul modello della SPD tedesca, in modo che diventino effettivamente  luogo d’incontro tra aree culturali diverse al servizio di tutto il partito. 
Un partito più snello ai vertici, non per concentrare il potere in mano a pochi, ma perché i pochi sappiano che gli deriva dalla base sovrana, organizzata nei CIRCOLI .
Il Pd riplasmato attraverso un  grande progetto di cambiamento culturale, che si affida alla “mobilitazione cognitiva” di cui Civati e Barca hanno ampiamente discusso insieme.

3.b  Il paese che vogliamo

Un Partito Nuovo al servizio  dell’Italia che oggi   un paese frastornato, piegato da una crisi economica e morale, mentre  la politica alza le barricate intorno al grande  EVASORE e corruttore e contestualmente e contraddittoriamente, intorno alle LARGHE INTESE, quasi che potessero essere questi i simboli, intorno a cui mobilitarsi.

Per Civati, per noi,  il simboli invece sono altri, e sono simboli vivi :
-     i giovani senza un futuro,
-     gli esodati senza una meta;
-     i disoccupati senza lavoro lavoro;
-     le donne che vedono i loro diritti arretrare come gamberi;
-     e i  gli ultimi, i poveri, gli immigrati verso i quali l’Italia non riesce a trovare le parole giuste: diritti, accoglienza, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza..

A loro pensiamo avendo presente che il primo baluardo eretto a difenderli  è la  Costituzione, e  quell’ART. 3 che deve ancora essere realizzato: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione.”
Il secondo baluardo può e deve essere il PD, cambiandolo e  innestando in esso la cultura delle possibilità, solo temporaneamente affossata da quella dell’impossibilità, racchiusa nell’espressione  “non ci sono alternative”.

L’Italia dove invece vogliamo vivere è la Città Possibile: che vogliamo realizzare assieme.
-     Una città attenta ai bisogni delle persone, che cerca la massima compatibilità ambientale;
-     che valorizza il bello, riqualifica i propri edifici, ne migliora le prestazioni energetiche e la sicurezza antisismica;
-     che è capace di sviluppare relazioni sociali, dotata di servizi per la cultura, l’infanzia e la formazione permanente, dove la vecchiaia non è vissuta in solitudine.
-     Una città che riduce di rifiuti alla fonte, che  gli inceneritori li chiude perché ricicla tutto;
-     che sottoscrive con i propri cittadini un nuovo patto per l’acqua.
-     e così via ...(scusatemi, ma il tempo vola )

Una Città che definiamo Possibile perché siamo già stati capaci di realizzarla, come centrosinistra, in moltissime realtà locali.

Oggi le decisioni più importanti per il nostro destino sono prese a livello globale,
per questo  dobbiamo globalizzare la democrazia e realizzare più democrazia.
Più democrazia, con un Partito Socialista Europeo capace di contaminarsi con le culture dei movimenti ecologisti e dei partiti di sinistra;
più democrazia, lasciando la politica di difesa all’Unione Europea  ( anche  per rendere reale il  No agli F35 ed agli sprechi dei troppi eserciti nazionali), e costruendo una politica estera italiana nell’area mediterranea che aiuti a rafforzare la stessa Unione Europea.

Civati con la sua Mozione propone 
-una  Rivoluzione Culturale  per legare assieme il nostro passato, il presente e il futuro e per  programmare il futuro  guardando al  2063 e non il 2015.
La cultura è la struttura fondamentale che permette l’innovazione e l’investimento per la ricerca, il lavoro e lo sviluppo.
Per questo il diritto allo studio va reso reale,costruendo una scuola ed un’università di liberi ed eguali, messi nelle stesse condizioni di partenza, così che il merito possa venire realmente premiato.
È parte di essa una  rivoluzione digitale, che renda internet accessibile ovunque, a chiunque e a costi ragionevoli. Una rivoluzione culturale che preveda una  formazione continua anche degli adulti, perchè dobbiamo tornare in Europa e tornarci tutti.

-Uno stato al servizio del cittadino che funziona e che facilita i rapporti tra i cittadini e con le istituzioni attuando per intero la prima parte della Costituzione, e facendo poche e mirate riforme Costituzionali, quali :
il superamento del bicameralismo perfetto e una riduzione del numero dei parlamentari;
La riforma della legge elettorale  che dia agli italiani la possibilità scegliere i propri parlamentari e di sapere, alla fine dello spoglio delle schede  da chi saremo governati.
L’abolizione della Bossi-Fini , perché un paese moderno riconosce la diversità come ricchezza lo ius soli per i bambini nati in Italia.
In tema di diritti civili, di coppie omosessuali, di convivenze, di fine vita, ecc..ci guida il principio della laicità .

-Un’economia  giusta che si poggia su due pilastri:  centralità del lavoro e il sostegno alle imprese che investono e creano lavoro.
Per questo dobbiamo superare il caos del mercato del lavoro con il contratto unico d’inserimento, il salario minimo garantito, un sussidio di disoccupazione e una riforma del nostro sistema di welfare in senso universalistico.
Immaginiamo un fisco che riduca il suo peso sulla produzione, sia essa lavoro o impresa, ma non sulla rendita.
Vogliamo un fisco più giusto favorendo la lotta all’evasione, riducendo l’uso del contante e digitalizzando le fatture.
E  proponiamo un principio semplice, ma dal forte valore simbolico, in termini di spesa pubblica:nessuno può guadagnare più del 90% del Presidente della Repubblica.

4.Conclusione

Concludo invitandovi tutti ad inserire nell’urna  un voto per Civati oggi e l’8 dicembre . E spero che siate in tanti a  farlo, magari cambiando idea, rispetto a cosa avete pensato di fare finora.
Cambiare idea per cambiare il partito,  senza illudersi che si possa farlo “evitando rotture” con un  passato spesso ingombrante o abbracciando la scorciatoia del   “sogno americano”, spesso foriero  di esaltazioni individualiste.
Noi vogliamo  cambiare il partito, ridando vigore  ai valori forti  della nostra tradizione   (uguaglianza, libertà, solidarietà, pace.) e senza rinunciare ai “nostri sogni”( di italiani ed europei) che nascono dalla  nostra cultura solidaristica e dall’incanto che proviamo nel girare le nostre città d’arte, i musei, le chiese, i nostri paesi carichi di storia ( una storia spesso terribile ma che forse ci ha insegnato ad amare di più la pace)  !
Il PD oggi  non gode ottima salute: ha bisogno di cure.  Ha bisogno di un segretario  che voglia prendersene cura, come fosse una giovane pianta, perché cresca dritta, forte,folta e longeva : e questo può essere solo Civati...che non ha altre ambizioni se non POTERSI PRENDERE CURA DEL PARTITO.....in vista del bene del paese.

Sentite cosa scriveva l’altro ieri sul suo blog,  a proposito delle tante cose che, svegliandosi segretario il 9 dicembre, potrebbe  fare: ne elenca un bel  po’ e poi conclude:
"Personalmente, rifletterei sul fatto se  [da Segretario]  sia giusto rimanere in Parlamento o se non sia meglio dedicarsi esclusivamente al lavoro di segretario, anche perché dovremo girare molto con il nuovo gruppo dirigente (nuovo perché, senza toni eccessivi, lo cambieremo tutto, e spero si sia capito). Sui luoghi di lavoro, per prima cosa, in tutta Italia, in un viaggio tra piccole aziende e grandi stabilimenti, nelle startup e nei call center, nelle fabbriche e nei centri di ricerca. Dove le cose vanno bene e dove purtroppo le cose vanno malissimo. E dovremo stare la maggior parte del nostro tempo nella provincia del Paese, dove tutti o quasi si sentono lontani – non solo geograficamente – dai luoghi dove si prendono le decisioni.
E il bello è che potrebbe succedere. Dipende da voi”.
Io il segretario del PD l’ho sempre immaginato così...e forse anche voi, molti di voi!  
            
Allora: VOTATE CIVATI oggi, nelle assemblee a cui parteciperete, e l’8 dicembre, alle Primarie aperte a tutti !


Giovanni de Rosa *


*che ha attinto a piene mani dal materiale prodotto da squadra  #civoti , dai Temi affrontati nella Mozione e dai contenuti quotidiani del blog www.ciwati.it  e del sito www.civati.it.,nonchè , dall'entusiasmo e dai consigli delle  amiche e degli  amici  di “Varese per Civati”.

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