DON RENATO SACCO: LE VITTIME DI ASSAD SONO UN PRETESTO !
da Famiglia Cristiana |
Antonio Sanfrancesco, ha intervistato don Renato Sacco ( Coordinatore nazionale di Pax Christi ) mentre la comunità internazionale è preoccupata per le minacce di intervento militare punitivo (lo chiamano "colpo" ) nei confronti della Siria di Assad.
L'intervista è pubblicata su Famiglia Cristiana (QUI) , la sintesi è di don Renato stesso:"In Siria un conflitto c’è già, si tratta di vedere come spegnere il fuoco non come alimentarlo. Di fronte a una guerra non si può rispondere con un’altra guerra. Vuol dire che di una tragedia ne facciamo due".
E suo è anche l'invito a smascherare e isolare la lobby degli armamenti.
Un invito che ci rinvia subito alla spudoratezza di chi in piena crisi economica spinge per l'acquisto degli F35, come il ministro Mauro ( e non solo, evidentemente) o chi sostiene che " L'Italia dovrebbe stare «nel gruppo di testa» dei Paesi che interverranno contro Bashar al Assad, per non essere costretta ad «accordarsi in un secondo tempo e fare le cose che fanno gli altri, ma senza riscuotere meriti».
lo dice Alessandro Minuto Rizzo, consigliere di amministrazione di Finmeccanica ed ex vicesegretario della Nato, in un'intervista al quotidiano Europa, anticipata alle agenzie ( qui ) .
Ai seminatori di tempesta dobbiamo rispondere con una "campagna di pace" , utilizzando tutti gli strumenti mediatici e tutte le parole di cui siamo capaci, perchè l'Italia e la comunità internazionale non facciano precipitare la situazione e sfruttino fino in fondo ogni possibile canale diplomatico. Alla pace non c'è alterativa, alla guerra sì.
Sul web circolano già numerosi appelli alla pace, moltiplichiamoli, non è importante da chi sono lanciati è importante lo scopo che si prefiggono.
Io ho firmato l'appello " Siria , se vuoi la pace , prepara la pace ! " diffuso da Change. Org riportato di seguito
Al Governo Italiano, Presidenza del Consiglio dei Ministri
Il popolo siriano è
vittima quotidiana delle peggiori atrocità in una guerra civile che - secondo
le Nazioni Unite – ha già fatto centomila morti e milioni di sfollati. La
situazione in Siria è drammatica, ma un intervento militare non servirà a pacificare
il Paese.
L’ultimo decennio
ha mostrato che le guerre alimentano ed esasperano violenza e fondamentalismi
di ogni tipo. È sufficiente guardare la Libia, l’Afghanistan, o l’Iraq
“pacificato”, dove attentati e vittime civili continuano a essere all’ordine del
giorno nell’indifferenza generale. La guerra causa sempre vittime
innocenti: più del 90 percento civili inermi. Per questi motivi l'Italia
ripudia la guerra.
E la Costituzione
non dice che l’Italia può cedere sovranità per fare guerre ma, anzi, afferma che
il nostro Paese pur di assicurare pace e giustizia tra le Nazioni è disposta a
“cedere parte della sua sovranità”.
Nessuno lavora
sulla prevenzione dei conflitti e sul rispetto dei diritti umani, l’unica vera
via per costruire la pace. Al contrario, la storia ci insegna che le grandi
potenze soffiano sul fuoco per alleanze politiche o interessi economici, anche
legati alla vendita di armi, ignorano le violazioni di diritti umani quando
queste vengono commesse dai propri alleati.
Sarà il popolo siriano a fare le spese del prossimo intervento militare. Quel popolo ha bisogno della comunità internazionale, ma non dall’alto di un bombardiere: ha bisogno che sia la diplomazia, in tutte le sue facce, a farsi avanti, a costruire un tavolo di proposte con dei mediatori davvero credibili. Ha bisogno che la comunità internazionale smetta di considerare la guerra come opzione possibile: per costruire la pace è necessario praticare i diritti.
Un intervento armato non porterà soluzioni, ma un crescendo di lutti e disastri.
L'Italia si metta a lavorare per costruire nel mondo pace e diritti e si chiami fuori da questa guerra, chiunque decida di farla.
PRIMI FIRMATARI:
Stefano Rodotà, Maurizio Landini, Maso Notarianni, Marcello Guerra, Cecilia Strada, Christian Elia, Fiorella Mannoia, Alessandro Gilioli, Alessandro Robecchi, Massimo Torelli, Guido Viale, Marco Revelli, Frankie HI-NRG MC, Stefano Corradino
Sarà il popolo siriano a fare le spese del prossimo intervento militare. Quel popolo ha bisogno della comunità internazionale, ma non dall’alto di un bombardiere: ha bisogno che sia la diplomazia, in tutte le sue facce, a farsi avanti, a costruire un tavolo di proposte con dei mediatori davvero credibili. Ha bisogno che la comunità internazionale smetta di considerare la guerra come opzione possibile: per costruire la pace è necessario praticare i diritti.
Un intervento armato non porterà soluzioni, ma un crescendo di lutti e disastri.
L'Italia si metta a lavorare per costruire nel mondo pace e diritti e si chiami fuori da questa guerra, chiunque decida di farla.
PRIMI FIRMATARI:
Stefano Rodotà, Maurizio Landini, Maso Notarianni, Marcello Guerra, Cecilia Strada, Christian Elia, Fiorella Mannoia, Alessandro Gilioli, Alessandro Robecchi, Massimo Torelli, Guido Viale, Marco Revelli, Frankie HI-NRG MC, Stefano Corradino
Cordiali saluti,
Giovanni de Rosa
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