1° maggio 2013. Papa Francesco : Vivere con 38 euro al mese!

25 aprile:un'azienda di 8 piani crolla in Bangladesh.  Ad oggi si contano
 ancora 149 dispersi, mentre il numero delle vittime  è salito a  394 ( QUI )


1° MAGGIO DI PAPA FRANCESCO. 
La cappella della residenza di Santa Marta, durante la messa di San Giuseppe Lavoratore, è assurta al ruolo di tribuna globale quando Bergoglio ha scagliato il suo anatema contro le multinazionali: ''Un titolo che mi ha colpito tanto il giorno della tragedia del Bangladesh:
 vivere con 38 euro al mese! Questo era il pagamento di queste persone che sono morte. E questo si chiama lavoro schiavo! 
Non pagare il giusto, non dare lavoro, perché soltanto si guarda ai bilanci dell'impresa, soltanto si guarda a quanto io posso approfittare, quello va contro Dio!''. (QUI )

In sintesi possiamo dire che il Papa ci ha ricordato cosa impone 

IL SETTIMO COMANDAMENTO:
« Non rubare » (Es 20,15). 281
« Non rubare » (Mt 19,18).
2401 Il settimo comandamento proibisce di prendere o di tenere ingiustamente i beni del prossimo e di arrecare danno al prossimo nei suoi beni in qualsiasi modo. Esso prescrive la giustizia e la carità nella gestione dei beni materiali e del frutto del lavoro umano. Esige, in vista del bene comune, il rispetto della destinazione universale dei beni e del diritto di proprietà privata. La vita cristiana si sforza di ordinare a Dio e alla carità fraterna i beni di questo mondo.
2403 Il diritto alla proprietà privata, acquisita o ricevuta in giusto modo, non elimina l'originaria donazione della terra all'insieme dell'umanità. La destinazione universale dei beni rimane primaria, anche se la promozione del bene comune esige il rispetto della proprietà privata, del diritto ad essa e del suo esercizio.
2405 I beni di produzione – materiali o immateriali –, come terreni o stabilimenti, competenze o arti, esigono le cure di chi li possiede, perché la loro fecondità vada a vantaggio del maggior numero di persone. Coloro che possiedono beni d'uso e di consumo devono usarne con moderazione, riservando la parte migliore all'ospite, al malato, al povero.
2406 L'autorità politica ha il diritto e il dovere di regolare il legittimo esercizio del diritto di proprietà in funzione del bene comune. 284
2407 In materia economica, il rispetto della dignità umana esige la pratica della virtù della temperanza, per moderare l'attaccamento ai beni di questo mondo; della virtù della giustizia, per rispettare i diritti del prossimo e dargli ciò che gli è dovuto; e della solidarietà, seguendo la regola aurea e secondo la liberalità del Signore il quale, da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà. 285
Il rispetto dei beni altrui
2408 Il settimo comandamento proibisce il furto, cioè l'usurpazione del bene altrui contro la ragionevole volontà del proprietario. Non c'è furto se il consenso può essere presunto, o se il rifiuto è contrario alla ragione e alla destinazione universale dei beni. È questo il caso della necessità urgente ed evidente, in cui l'unico mezzo per soddisfare bisogni immediati ed essenziali (nutrimento, rifugio, indumenti...) è di disporre e di usare beni altrui. 286
2409 Ogni modo di prendere e di tenere ingiustamente i beni del prossimo, anche se non è in contrasto con le disposizioni della legge civile, è contrario al settimo comandamento. Così, tenere deliberatamente cose avute in prestito o oggetti smarriti; commettere frode nel commercio; 287pagare salari ingiusti; 288 alzare i prezzi, speculando sull'ignoranza o sul bisogno altrui. 289
Sono pure moralmente illeciti: la speculazione, con la quale si agisce per far artificiosamente variare la stima dei beni, in vista di trarne un vantaggio a danno di altri; la corruzione, con la quale si svia il giudizio di coloro che devono prendere decisioni in base al diritto; l'appropriazione e l'uso privato dei beni sociali di un'impresa; i lavori eseguiti male, la frode fiscale, la contraffazione di assegni e di fatture, le spese eccessive, lo sperpero. Arrecare volontariamente un danno alle proprietà private o pubbliche è contrario alla legge morale ed esige il risarcimento.
2410 Le promesse devono essere mantenute, e i contratti rigorosamente osservati nella misura in cui l'impegno preso è moralmente giusto. Una parte rilevante della vita economica e sociale dipende dal valore dei contratti tra le persone fisiche o morali. È il caso dei contratti commerciali di vendita o di acquisto, dei contratti d'affitto o di lavoro. Ogni contratto deve essere stipulato e applicato in buona fede.
2413 I giochi d'azzardo (gioco delle carte, ecc.) o le scommesse non sono in se stessi contrari alla giustizia. Diventano moralmente inaccettabili allorché privano la persona di ciò che le è necessario per far fronte ai bisogni propri e altrui. La passione del gioco rischia di diventare una grave schiavitù. Truccare le scommesse o barare nei giochi costituisce una mancanza grave, a meno che il danno causato sia tanto lieve da non poter essere ragionevolmente considerato significativo da parte di chi lo subisce.
Il rispetto dell'integrità della creazione
2415 Il settimo comandamento esige il rispetto dell'integrità della creazione. Gli animali, come anche le piante e gli esseri inanimati, sono naturalmente destinati al bene comune dell'umanità passata, presente e futura. 290 L'uso delle risorse minerali, vegetali e animali dell'universo non può essere separato dal rispetto delle esigenze morali. La signoria sugli esseri inanimati e sugli altri viventi accordata dal Creatore all'uomo non è assoluta; deve misurarsi con la sollecitudine per la qualità della vita del prossimo, compresa quella delle generazioni future; esige un religioso rispetto dell'integrità della creazione. 291
2416 Gli animali sono creature di Dio. Egli li circonda della sua provvida cura. 292 Con la loro semplice esistenza lo benedicono e gli rendono gloria. 293 Anche gli uomini devono essere benevoli verso di loro. Ci si ricorderà con quale delicatezza i santi, come san Francesco d'Assisi o san Filippo Neri, trattassero gli animali.
2423 La dottrina sociale della Chiesa propone principi di riflessione; formula criteri di giudizio, offre orientamenti per l'azione:
Ogni sistema secondo cui i rapporti sociali sarebbero completamente determinati dai fattori economici, è contrario alla natura della persona umana e dei suoi atti. 299
2424 Una teoria che fa del profitto la regola esclusiva e il fine ultimo dell'attività economica è moralmente inaccettabile. Il desiderio smodato del denaro non manca di produrre i suoi effetti perversi. È una delle cause dei numerosi conflitti che turbano l'ordine sociale. 300
Un sistema che sacrifica « i diritti fondamentali delle singole persone e dei gruppi all'organizzazione collettiva della produzione » è contrario alla dignità dell'uomo. 301 Ogni pratica che riduce le persone a non essere altro che puri strumenti in funzione del profitto, asservisce l'uomo, conduce all'idolatria del denaro e contribuisce alla diffusione dell'ateismo. « Non potete servire a Dio e a mammona » (Mt 6,24; Lc 16,13).
2425 La Chiesa ha rifiutato le ideologie totalitarie e atee associate, nei tempi moderni, al « comunismo » o al « socialismo ». Peraltro essa ha pure rifiutato, nella pratica del « capitalismo », l'individualismo e il primato assoluto della legge del mercato sul lavoro umano. 302 La regolazione dell'economia mediante la sola pianificazione centralizzata perverte i legami sociali alla base; la sua regolazione mediante la sola legge del mercato non può attuare la giustizia sociale, perché « esistono numerosi bisogni umani che non hanno accesso al mercato ». 303 È necessario favorire una ragionevole regolazione del mercato e delle iniziative economiche, secondo una giusta gerarchia dei valori e in vista del bene comune.
2426 Lo sviluppo delle attività economiche e l'aumento della produzione sono destinati a soddisfare i bisogni degli esseri umani. La vita economica non mira solo ad accrescere la produzione dei beni e ad aumentare il profitto o la potenza; essa è prima di tutto ordinata al servizio delle persone, dell'uomo nella sua integralità e di tutta la comunità umana. Realizzata secondo i propri metodi, l'attività economica deve essere esercitata nell'ambito dell'ordine morale, nel rispetto della giustizia sociale, in modo che risponda al disegno di Dio sull'uomo. 304


PRIMO MAGGIO 2013 !
Non rubare, pagando un salario da fame
Non rubare, costringendo a lavorare in condizioni disumane
Non rubare, riducendo in schiavitù
Non rubare, l'acqua, l'aria, la salute, l'ambiente..
Non rubare, evadendo le tasse
Non rubare, negando un futuro
Non rubare, il lavoro

Non rubare, la vita
Non rubare, la speranza
Non rubare, i sogni ai giovani
Non rubare, la gioia dell'infanzia ai piccoli
Non rubare, la serenità agli anziani
Non rubare, la dignità  personale a nessuno
Non rubare, niente....a nessuno...

Non rubare ...








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