Anche Franceschini apre al PdL...Non provateci !

Dario Franceschini


Da Repubblica.it (Qui): “In un'intervista al Corriere Franceschini apre al Pdl: "Chiusa la possibilità di un rapporto con Grillo, non resta che una strada: uscire dall'incomunicabilità. E abbandonare questo complesso di superiorità, molto diffuso nel nostro schieramento, per cui pretendiamo di sceglierci l'avversario. Ci piaccia o no, gli italiani hanno stabilito che il capo della destra, una destra che ha preso praticamente i nostri stessi voti, è ancora Silvio Berlusconi. E' con lui che bisogna dialogare" . 

Caro Franceschini, ti ho apprezzato come segretario del PD e ti ho sostenuto alle primarie per la segreteria del Partito, perchè vedevo in te concretizzarsi il sogno di costruire quel partito nuovo che Veltroni ci aveva presentato al Lingotto e che poi nel “Manifesto dei valori è stato descritto come ” : “ uno spazio concreto di dialogo costruttivo e propositivo; un laboratorio di idee e di progetti” che finalmente fosse in grado di affrontare una realtà globalizzata in costante evoluzione, che i grandi partiti  nati nel novecento non apparivano più in grado di governare.
L’obiettivo era ambizioso, di respiro planetario, ma noi, il corpo vivo di quel partito, non abbiamo avuto i polmoni abbastanza grossi per dargli ossigeno a sufficienza, né ne ha avuto sangue sufficientemente ossigenato il suo cervello, ossia la dirigenza nazionale.

Il Partito Democratico, dal “Manifesto dei valori” era ritenuto necessario perché “una gran parte degli assetti sociali e delle strutture di governo dello stato e dell’economia italiani è diventata anacronistica e non è più in grado di rispondere alle nuove sfide della mondializzazione. A ciò si è aggiunto il fatto che un sistema politico rissoso e frammentato ha indebolito gravemente la capacità dei governi e delle istituzioni democratiche di prendere le grandi decisioni che sono necvessarie allo sviluppo del paese. Si è creato così un vuoto politico molto pericoloso, che ha dato spazio alla demagogia populistica, all’arroganza di ristrette oligarchie e anche a poteri opachi che tendono a sottrarsial controllo della legge e delel istituzioni democratiche”. E poi, “ da qui l’esigenza di costruire un bipolarismo nuovo, fondato su chiare alleanze per il governo e non più su coalizioni eterogenee, il cui obiettivo sia battere l’avversario. Ciò che noi vogliamo è coniugare l’intransigenza sui principi e sui valori, la passione per i grandi obiettivi politici e programmatici che motivano la scelta per il centrosinistra, con il rispetto per gli avversari, il ripudio della violenza reale e simbolica, il senso del limite della politica , la sua laicità”.
Il “ senso del limite della politica” e la consapevolezza che il momento fosse tragico e che la crisi economica e di credibilità internazionale in cui il Governo Berlusconi ci aveva cacciato  ci convinse a sostenere, nel novembre del 2011 il Governo Monti. E così per 13 mesi ci siamo logorati il fegato , abbiamo mandato giù bocconi amarissimi nell’escusivo interesse del paese e, a chi ce ne chiedeva conto, rispondevamo che noi non avevamo la maggioranza, che la maggioranza, benche il governo fosse cambiato, ce l’aveva ancora Berlusconi”. Avevamo le mani legate:  prendere o lasciare !
 In questi tredici mesi, Caro Franceschini ho sentito dalle tue labbra interventi pronunciatinell’ Aula di Montecitorio alti, solenni, autorevoli che mi rendevano perfino orgoglioso dei sacrifici che tutti stavamo facendo, così come mi sentivo orgoglioso che il mio partito avesse contribuito a ridare credibilità internazionale all’Italia, liberandola da un Presidente del Consiglio di cui non sto ad elencare gaffe, guai giudiziari e uso personale delle istituzioni e dello stesso ruolo istituzionale che ricopriva, stigmatizzati da governati e media di mezzo mondo. E quando Angelino Alfano ha suonato il requiem a Monti ho tirato un sospiro di sollievo. “E’ finita”, mi sono detto, “ci saranno le elezioni e allora, vinca l’uno o l’altro, finirà questa coabitazione innaturale, questo tormento personale, questo salasso collettivo, questa disperazione di massa che fa vittime, vittime vere non metaforiche ”.
In campagna elettorale ce le siamo dette ( quasi date) di santa ragione, sì, sacrosanta ragione, convinti -almeno noi militanti di base, noi che non facciamo show, che non viviamo di ospitate né meeting, noi che non riscuotiamo applausi, noi che organizziamo primarie, scriviamo i volantini, li pieghiamo e poi facciamo chilometri per diffoderli; noi che montiamo gazebo ed esponiamo le bandiere alle finestre, noi che rischiamo di litigare anche con amici, fratelli e figli – che l’impegno preso con gli elettori , mai più col PdL, scritto anche col sangue e il sudore nostro, non potesse essere tradito ! Soprattutto non potesse essere tradito da chi in prima persona lo aveva proclamato, come te, come Bersani...lasciamo perdere Renzi ( per il momento).

E invece oggi leggo, trasecolando, che il problema siamo noi e che noi dobbiamo “abbandonare questo complesso di superiorità, molto diffuso nel nostro schieramento, per cui pretendiamo di sceglierci l'avversario”. E che  “Ci piaccia o no, gli italiani hanno stabilito che il capo della destra, una destra che ha preso praticamente i nostri stessi voti, è ancora Silvio Berlusconi. E' con lui che bisogna dialogare".  Innanzitutto “dialogare” è  cosa ben diversa da “governare”, e poi chi ti dice che quei 9 milioni di elettori che hanno votato PD abbiano voglia di governare con Berlusconi ? Chi glielo ha chiesto ? Abbiamo forse fatto un referendum ( come previsto dallo Statuto)?
Berlusconi ha diritto di chiedere un Presidente della Repubblica di garanzia e il PD ha il dovere di dialogare su questo, innanzitutto facendo notare che i Presidenti votati dal PD sono stati sempre Presidenti di garanzia, fossero di sinistra ( come Napolitano) o moderati (come Ciampi ) .
 Le elezioni di febbraio hanno creato una situazione di stallo e si fa fatica a fare un governo col sostegno del M5S.  Bene:, il Presidente della Repubblica, Napolitano o il prossimo, nomini un Governo di scopo col compito di conquistarsi i voti in Parlamento, chiedendoli a  a 360° ossia a tutti i gruppi, per fare poche cose, urgenti e semplici  ( sul fronte economico, sociale e politico-istituzionale) e poi subito alle urne. Non facciamo altri pasticci, nessuno ce li perdonerebbe !

E soprattutto non consentiamo che si avverino le profezie di Grillo che ha un solo obbiettivo, spingerci all’angolo come un pugile suonato (  il nostro angolo è  l’alleanza col PdL ) per poi poter scrivere sul suo blog-mat : “ ve lo avevo detto che prima o poi il governo lo avrebbero fatto insieme  PdL-PDmenoL, gli elettori prenderanno il bastone contro di loro !” .


Commenti

  1. Caro Giovanni de Rosa non ci conosciamo ma la pensiamo in maniera identica. Non solo, all'ultimo congresso ho fatto il referente per la mozione Franceschini, andando persino in lista sul nazionale anche se all'ultimo posto. Sono deluso da Dario e mi dispiace. Sono entrato nel PD nel 2007 in quanto innamorato da questa nuova idea politica e a distanza di cinque anni devo dire che abbiamo fatto molti passi indietro cambiando ben tre segretari nazionali. Ho sostenuto Laura Puppato creando un comitato locale. A tutti i livelli abbiamo uno schifo di dirigenza e segretari di circolo appiattiti sui vari capibastoni. Tutto il resto lo hai scritto tu. Ti lascio il mio blog http://giampierogiorgi.ilcannocchiale.it

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  2. Grazie, Giampiero, apro il tuo blog e ti rispondo direttamente su di esso.

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  3. Giovanni, le tue parole sono una boccata d'aria fresca.
    Non è possibile rimangiarsi sempre tuttto.
    Con Berlusconi mai e poi mai! Un anno e poco più di sostegno comune al governo Monti non può bastare? Che cosa accomuna il PDL ai valori (ci sono ancora?) perseguiti dal PD?
    La situazione politica sembra non abbia vie d'uscita: si torni a dare la voce agli italiani dopo aver cambiato la legge elettorale e qualche intervento di carattere economico non rinviabile.
    Per carità, non facciamo pasticci: gli elettori di sinistra non potranno digerire ulteriori bocconi velenosi. Il PD, alleandosi con Berlusconi, sancirà definitivamente il suo divorzio con la parte onesta dell'Italia che paga le tasse, rispetta le regole e le istituzioni.
    Tieni duro, Giovanni, non sei il solo a pensare che l'abbraccio di Berlusconi sarà mortale per il PD.
    Gianni Salmaso

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  4. Gianni, grazie per il commento. Il NO secco ad un governissimo PD-PdL tiene banco in FB e sui blog e ovunque registra consensi elevatissimi. Speriamo che ne tengano debito conto tanti Gentiloni, Veltroni, Fioroni, ecc... Si, teniamo duro, tutti !

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