Tre appelli a Grillo...e uno a Bersani.

Pier Luigi Bersani.


Rimetto mani al blog dopo quasi due settimane di assenza.  L’ultimo post è stato quello del 26 febbraio: “Lo spoglio è fatto ed ora cominciamo ariflettere sul risultato !”. Un post breve, integrato da una prima riflessione a caldo presa in prestito da Tonio Dell'Olio ( clicca qui ) a cui pensavo di dare un seguito, di lì a qualche giorno, confidando in una mia veloce capacità di ripresa dallo shock subito per l’esito del risultato elettorale. Ma non ce l’ho fatta.  Lo shock  per me è stato devastante, per fortuna non è stato così per tutti, certamente non lo è stato per  Massimo Berton che, a distanza di qualche ora dall’esito del voto,  era già in grado di postare un commento dall’incipit sorprendente:  “Caro Giovanni, passato l'apice della delusione, qualche nota a bocce ferme”.
E il  commento proseguiva con un’analisi lucida che mi  apparve subito condivisibile come  l’appello a prendere atto che fosse giunto “ il momento di chiamare i grillini ad una presa di responsabilità in temi che, di sicuro, sono patrimonio di ambo le parti oltre che di interesse vitale per la nazione : nuova legge elettorale, conflitto di interessi, riduzione dei parlamentari, completamento della riforma del lavoro, non candidabilità ai parlamenti, sia locali che nazionali, di persone inquisite e / o condannate”. 
Massimo mi anticipava di fatto  quello che sarebbe stato il tema al centro del dibattito politico  ( a tutti i livelli ) di queste due ultime settimane e cioè che un “Governo di cambiamento” non possa che passare attraverso  una qualche forma di intesa tra PD e M5S.
 Infatti, nonostante gli insopportabili insulti che sono volati tra le due parti ( a mio avviso  prevalentemente da parte di Grillo ), è stato proprio questo tema   (nelle mille diverse forme in cui la fantasia politica è riuscita a declinarlo)  a monopolizzare il  dibattito politico di queste settimane, con  Bersani in prima linea a dare prova della sua immensa passione  politica, a gettare sul piatto della bilancia  tutto il suo prestigio e  il suo stesso personale futuro politico.
In quanto a me, la campagna per le primarie - che mi aveva visto schierato al primo turno per Laura Puppato e poi sempre più vicino alle posizioni di Pippo Civati - non solo mi ha aperto gli occhi  ad una osservazione del fenomeno grillino senza la lente deformante dell’integralismo ideologico o di partito, ma mi ha consentito di guardare alle ragioni della loro protesta a prescindere dalle forti riserve che nutro nei confronti dei “guri” e “padroni” del Movimento-Impresa. Pregiudizi che riguardano soprattutto la mancanza o carenza di  democrazia nella  vita interna del Movimento e l’utopistica e irrealizzabile democrazia diretta ( qui ) che propone per il paese, in luogo della democrazia nata dalla Resistenza e garantita dalla Costituzione.

Una collaborazione col M5S è comunque possibile oltre che necessaria, purchè avvenga su temi concreti, coscienti che una “nuova visione” della politica che persegua obbiettivi di equità sociale, di solidarietà, di rispetto dei diritti personali e di cittadinanza, di partecipazione democratica vera e per tutti, non può rincorrere utopie che rischiano di consegnarci a nuove oligarchie fondate sulla rete e non sulle persone in carne ed ossa.

Il  PD non ha vinto, ma c’è, è in campo ed è la forza politica in cui mi riconosco e di cui mi fido, perché nella sua “visione” della politica ci sono le persone con la ricchezza delle loro caratteristiche, ci sono  i loro bisogni materiali, quelli culturali, quelli affettivi, quelli di cittadinanza, quelli di pulizia morale;  c’è il pianeta che ci ospita con lo spazio che lo circonda e la sfida ( che entra sempre più a pieno titolo in questo partito ) di preservarlo dal degrado per riconsegnarlo “riparato” ai legittimi proprietari...le generazioni di uomini, animali e piante che lo abiteranno dopo di noi; ci sono i problemi delle relazioni tra i popoli, della cooperazione, della ricerca di equilibri fondati non sul terrore delle armi e lo sfruttamento delle risorse planetarie, ma  sulla cooperazione.

Il PD ha commesso tanti errori: ha pensato di poter vincere facile, ha pensato che l’intima e profonda  consapevolezza dell’onestà dei suoi obiettivi, la  competenza dei suoi dirigenti, il rinnovamento avviato con le primarie e la trasparenza della sua macchina organizzativa bastassero a rendere pienamente visibile  la nostra diversità o meglio il grande lavoro che abbiamo fatto su noi stessi per essere diversi.
Abbiamo sottovalutato la necessità che non è sufficiente essere diversi , bisogna saperlo comunicare, apparire ed essere  realmente diversi...con l’azione, le opere.  Eravamo così certi di noi stessi da non accorgerci, anche in campagna elettorale, che mentre noi riempivamo ( orgogliosamente) i teatri, Grillo riempiva le piazze !
Il PD ha commesso mille errori, ma ha una visione della politica che è più avanti . Non ha vinto ma è arrivato primo, e per questo ha il dovere e la responsabilità di provare a dare a questo paese un “Governo di cambiamento”. Per questo sostengo Bersani, con convinzione, nel suo tentativo di coinvolgere in qualche modo i grillini e per questo ho firmato tutti gli appelli a Grillo: il primo, quello di Viola Tesi, poi quello di Benigni-Saviano-Serra-Ciotti e altri. E poi ancora quello promosso da “Repubblica”.
Tutti appelli che Grillo finora ha respinto...ma potrà continuerà così fino alla fine ? E’veramente  lo sfascio dell’Italia che vuole ?  Io penso di no, penso semplicemente che ha una maledetta paura di misurarsi con i problemi reali, una maledetta paura che adesso il PD voglia sul serio cambiare politica e per questo  pensa, non a torto, che sostenere  un governo a guida  PD, deciso a cambiare sul serio l’Italia, possa segnare il declino del suo Movimento.
E allora che facciamo, ci avvitiamo e avvitiamo l’Italia alle sue paure ? Lasciamo avvitato alle sue paure  il destino degli esodati senza lavoro e senza pensione? e così i disoccupati, gli  imprenditori restati senza impresa, i ricercatori restati senza laboratori, e tutti,  tutti senza speranza ?

No, noi questo torto all’Italia e agli Italiani non possiamo farlo ! Noi la paura che il PD si “squagli” non possiamo averla, non abbiamo motivo di averla.  E comunque il Paese viene prima!

Livio Frigoli, ex sindaco di Castellanza Va ( Foto Varesenews)
E allora scriviamo a Bersani.
Sì, ci appelliamo a Bersani per chiedergli – dovesse fallire il suo legittimo e doveroso tentativo – di fare lui personalmente un passo indietro, perché faccia un passo avanti il suo programma in 8 punti, perché faccia un passo avanti l’Italia.

Non è un’idea mia, ma la condivido, la faccio mia, la sostengo e ve la propongo. L’idea è di  Livio Frigoli (qui) un amico che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare e che è stato anche Sindaco di Castellanza-Va .

 La sua lettera a Pier Luigi Bersani comincia così:

“ Ho fatto un sogno! Ho sognato Bersani che si presentava in Parlamento per dare la fiducia del PD a un governo tecnico composto da persone scelte in totale autonomia dal Presidente dalla Repubblica. Un governo il cui programma era fondato su 8/10 punti, proposti dal PD e condivisi dal partito di maggioranza relativa nel Paese.
Ho sognato il suo discorso. Eccolo: .......”
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