Eroi per la pace o vittime della guerra?
Caro Don Renato,
la mia giovinezza (e quindi gli anni più
importanti per la mia formazione religiosa e umana) l’ho vissuta sullo sfondo di grandi eventi: i
pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI, la celebrazione del Concilio Ecumenico
Vaticano II e - cosa non da poco - l'abolizione dalle preghiere del venerdì Santo, dell’implorazione
“ Oremus et pro perfidis Judaeis ut Deus
et Dominus noster etc....” Ho vissuto la mia giovinezza tra chiese e
chiostri francescani in cui ogni pietra parlava di semplicità, austerità, gioia,
pace e piazze sessantottine infuocate se non proprio da sentimenti di Pace.. certamente di
Giustizia Sociale. La Chiesa in quegli anni ha prodotto riflessioni e documenti che avrebbero
dovuto cambiarne il corso più radicalmente: sul tema della Pace, del disarmo,
della nonviolenza, della libertà dal “potere” sembrava dovesse tornare al passato... di almeno 1600 anni ! Ogni tanto
mi trovavo a riflettere sull’abolizione di quella preghiera, “pro perfidis
Judaeis”, per prendere atto dolorosamente
che avevamo impiegato 2000 anni per
perdonare chi Gesù aveva perdonato in
tempo reale ( diremmo oggi) e cioè mentre ancora pendeva vivo e sofferente
dalla croce. Dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, la
Chiesa non poteva, non doveva più
essere la stessa, invece nonostante l’azione, il pensiero, la vita
anche dei successori di Giovanni XXIII e Paolo VI, sui temi della Pace, del
disarmo e della Giustizia Sociale le
gerarchie fanno ancora fatica a stare al
passo col Vangelo e con gli stessi documenti Pontifici. Per questo penso anch’io che sia “davvero
insopportabile questa retorica sulla guerra sempre più incombente ed
asfissiante” e sottoscrivo volentieri il
documento di Pax Christi che lei mi ha fatto avere e che di seguito condivido
con i lettori del mio blog.
Un abbraccio fraterno e tanti cari saluti.
Giovanni de Rosa
9 agosto 2012, Beato
Franz Jagerstatter
obiettore di
coscienza al militare e alla guerra
Eroi
per la pace o vittime della guerra?
Da sempre l’esperienza cristiana ci ha
impegnato nella cura della “missione” e ci scandalizziamo ogni volta che un cristiano infanga questo
valore confondendolo con le guerre -chiamate appunto “missioni di pace”- ma in
realtà “avventura senza ritorno”. Da sempre abbiamo presentato ai cristiani
gli eroi della fede e ci scandalizziamo se ora volete rappresentarli
con le armi in mano e, per nascondere le responsabilità di tanto sangue versato
in questa “inutile strage”, fate diventare “eroi per la pace” questi giovani
strappati alla loro vita, vittime della guerra.
Ci colpisce non veder affiorare nemmeno
uno degli interrogativi che gli italiani e i cristiani si pongono ormai da anni, assistendo alla fallimentare carneficina
afgana: La nostra presenza militare in Afghanistan costa 2 milioni di euro al
giorno, e quali sono i risultati? Se li avessimo investiti in aiuto alla
popolazione con ospedali, scuole, acquedotti non avremmo forse tolto consenso
ai talebani e ai signori della guerra? E delle vittime in ‘campo nemico’ chi se
ne occupa? Abbiamo i numeri esatti dei morti e feriti italiani! E quante sono
le vittime irachene o afghane? Forse dobbiamo rassegnarci a considerare le
migliaia di esseri umani uccise in questa assurda guerra solo “effetti
collaterali”?
Ci colpisce molto leggere che anche
l’Ordinario militare si allinea a questa retorica della guerra dichiarando, per esempio che fare il
militare è “una professione aperta al bene comune e allo sviluppo della
famiglia umana” oppure sostenendo che “i cappellani militari sono parroci senza
frontiere, impegnati in una pastorale specifica sul fronte della pace”. Ce ne
vuole davvero a descrivere “l’aeroporto di Ciampino dove arrivano le salme dei
nostri soldati uccisi” come “una scuola di fede”. E ancora “Essere cristiani ed
essere militari non sono dimensioni divergenti”. Come cristiani e come
sacerdoti restiamo stupiti per questo assai strano insegnamento magisteriale e,
alla luce del Vangelo, siamo sconcertati.
Siamo certi che anche il Direttore di
Avvenire, oltre che ovviamente il Vescovo Pelvi, ben conosca la sapienza ecclesiale,
supportata dal Magistero della Santa Sede, che ci ha insegnato a discernere i
diversi modi di affrontare i conflitti internazionali, a partire dalle
testimonianze dei primi martiri cristiani, che rifiutavano il servizio militare
e non bruciavano il grano d’incenso all’Imperatore considerato una divinità.
Come non ricordare il martirio di S. Massimiliano (295 d.C.) condannato a morte
“poiché, con animo irrispettoso, hai rifiutato il servizio militare” “quia in
devoto animo militia recusasti”) E quante testimonianze di martiri dei nostri
giorni abbiamo ancora da raccontare.
Proprio oggi, 9 agosto la Chiesa ricorda il Beato Franz
Jagerstatter, obiettore di coscienza contro il servizio militare nel III Reich di
Hitler (mentre la maggior parte dei cattolici combattevano) e per questo
ghigliottinato il 9 agosto 1943. E’ stato Papa Benedetto XVI, nel 2007, a
proclamarlo beato e martire nel suo opporsi al servizio militare e alla guerra!
Chiediamo di aprire un confronto
serio e schietto sul tema della guerra, del servizio militare, oggi non più
legato all’obbligo della leva, e della presenza dei Cappellani tra i militari, magari proprio con il Direttore di
Avvenire e l’Ordinario militare. L’unica occasione di confronto risale al
lontano 1997, in un convegno a Firenze promosso da Pax Christi, con un
rappresentante dell’Ordinario Militare. Come era stato detto allora ribadiamo
l’esigenza che “ si ritorni a discutere sul ruolo dei Cappellani Militari, non
per togliere valore alla presenza e all’annuncio cristiano tra quanti,
soprattutto giovani, stanno vivendo la vita militare, ma per essere più liberi,
senza privilegi e senza stellette”.
A 50 anni dall’apertura del Concilio
Vaticano II crediamo
doveroso riaprire un riflessione seria sulla condanna della guerra e sulle
strade che sono chiamati a percorrere gli operatori di pace.
Don Alfio Carciola, Catania
Don Andrea Bigalli, FirenzeDon Antonio Uderzo, Vicenza
Don Carmine Miccoli, Lanciano
Don Claudio Mainini, Milano
Don Diego Fognini, Morbegno
Don Fabio Corazzina, Brescia
Don Francesco De Lucia, Molfetta
Don Franco De Pieri, Mestre
Don Gabriele Scalmana, Brescia
Don Gianluca Grandi, Imola
P. Giovanni Notari, Catania
Don Mario Costalunga, Vicenza
Don Maurizio Mazzetto, Vicenza
Don Nandino Capovilla, Venezia
Don Paolo Quatrini, Fiano Romano
Don Pierluigi Di Piazza, Udine
Don Renato Sacco, Verbania
Don Dino Campiotti, Novara
Don Roberto Geroldi, Ortona
Don Albino Bizzotto, Padova
Don Giacomo Tolot, Pordenone
Don Salvatore Resca, Catania
Don Salvatore Leopizzi, Gallipoli
Don Tonio Dell’Olio, Assisi
Don Luigi Fontanot, Udine
Don Flavio Luciano, Cuneo
Don Gianni Gambin, Padova
Don Piergiorgio Rigolo, Pordenone
PER ADERIRE:
inviare una MAIL
con il proprio Nome, Cognome e Città a drenato@tin.it oppure a nandyno@libero.it
PER CONTATTI:
- Don Nandino Capovilla, coordinatore nazionale Pax Christi Italia nandyno@libero.it 3473176588
- Don Renato Sacco, Cesara – Vb
drenato@tin.it 348- 3035658
Potete leggere questo documento anche su : www.paxchristi.it
Don Renato ci scrive:
RispondiElimina"Eroi per la pace o vittime della guerra?
Sul sito di paxchristi.it abbiamo messo l'elenco aggiornato delle firme alla notte di giov 9 sera...Una cinquantina di preti.
Giustamente ... molti si sono chiesti perchè solo preti? E infatti sono arrivate molte adesioni di laiche e laici..
Per ora abbiamo messo sul sito solo quelle dei preti, quasi come una risposta da preti per la pace ai CAPPELLANI.. militari e poi forse perchè magari può avere anche un po' più di eco sui mass media... Non so.
In ogni caso è stata una cosa molto immediata e veloce, pensata e realizzata in poche ore.. nella notte tra mercoledì e giovedì...
Ovviamente con molti limiti..
In ogni caso le firme le teniamo tutte.. e vediamo poi come usarle.. Vediamo anche cosa dice Avvenire e l'Ordinariato Militare a cui è stato mandato l'appello
Fatelo circolare... e se riusciamo a fare crescere il numero dei preti che firmano è - credo - una cosa importante... Con un peso che si può far pesare...
Senza nulla togliere.. a tutto il popolo di Dio, ma sarebbe un bel segno se le firme dei preti continuassero a crescere...
Ciao scusate se sono un po' sconclusionato.
Comunque grazie della condivisione di questo cammino.. non sempre facile....
Buona notte e buon lavoro ".
d. Renato Sacco