Mamma mia il blog !
Mamma mia il blog !
di Paolo Rossi, Pietro Macchione Editore
inserito il 20/7/2010 alle 16:03
Pochi minuti prima di leggere questo post che, fuori di retorica, definirei "una carezza sull'anima", ho lasciato un commento su quello di Giuseppe. Mi scuso quindi per la ripetizione dei sentimenti. Da donna mi sono sempre chiesta come si sarebbe potuto pretendere che lei accettasse il sacrificio dell'uomo della sua vita in nome della "ragione di Stato". Soprattutto guardando ai tanti arraffoni che poi hanno interpretato la politica come potere personale.
Scritto da Luisa Oprandi il 20/7/2010 alle 17:02
Non ho altre parole che quelle lette in questo post, caro Rossi. Rispettiamo Eleonora Moro e suo marito, pdre dei loro quattro figli, consapevolmente portato sul calvario della politica. Ora questa fermezza dove è finita? Questa intransigenza dove risiede? Nel nepotismo, nell'assegnare incarichi ai propi amici, al medico curante, alle sorelle del proprio chirurgo estetico? Pensate cosa avrà mai sofferto questa donna vedendo lo scempio istituzionale degli anni successivi a via Caetani...
Scritto da Borghi. S. il 20/7/2010 alle 17:08
E poi c'è un libro bellissimo, LA CASA DEI CENTO NATALI, scritto da Maria Fida, la figlia di Aldo Moro. Ricordo di averlo "divorato" appena uscito in libreria, perchè quella vicenda era collettiva e privata assieme. Ed ha fatto bene Maria Fida a regalarcene la parte di sofferenza intima e filiale, con delicata e signorile cura del padre, della mamma e del loro vissuto. E' sempre con grande commozione che ripenso a Moro, a dispetto del tempo che passa.
Scritto da Luisa Oprandi il 20/7/2010 alle 17:19
La politica ha delle ragioni che il cuore non capisce, ma quante volte la politica non capisce le ragioni del cuore? Non solo in casi così drammatici, bensì anche nel quotidiano. Quando sento dire che "la crisi non c'è" e che la villa di Arcore sarò venduta e il presidente del consiglio andrà ad abitare in un castello, beh in quelle occasioni penso proprio che la politica derida, snobbi e tradisca le ragioni dell'uomo.
Scritto da Massimo il 20/7/2010 alle 17:25
Beh, la ragione si stato aveva anche le sue altre belle ragioni. Tanto è vero che Paolo VI, amico di Moro e Zaccagnini, faticava a capirle e accettarle e aveva lui stesso scritto una lettera ai rapitori.
Scritto da Borghi. S. il 20/7/2010 alle 17:31
C'è un limite dell'azione politica che la DC e il PCI di allora (con il biancofiore piegato all'intransigenza comunista) non hanno saputo difendere: un confine naturale di rispetto e cura dell'altro davanti al quale bisognava fermarsi. La signora Moro con grande dignità e comprensibile rabbia verso la durezza del cuore demo"cristiano" non ha mai avuto risposte a un perchè ancora aperto.
Scritto da Nottambulo (oggi no) il 20/7/2010 alle 20:04
Anche io come te Paolo rendo omaggio a questa donna privata di parte della sua vita. Aldo Moro capì subito l'epilogo della sua vicenda, lo capì dal silenzio politico che avvolse quei giorni, glielo fece capire la solitudine interrotta solo da quelle poche righe che potè dedicare, in pubblica intimità ai suoi affetti. La ragion di stato fu permessa anche dal silenzio impotente di tutti noi. Mai più quei tempi.
Scritto da Enzo Rosa il 20/7/2010 alle 22:11
di Paolo Rossi, Pietro Macchione Editore
Tra i regali di Natale
che vi apprestate a fare, non dimenticate di inserire Mamma mia il blog ! , è una bella, ricca, vivace raccolta dei
pensieri “dal sen fuggiti” del sen. Paolo Rossi nel corso degli ultimi due anni,
recuperati dall’autore per “affettivamente conservarli in forma cartacea, quasi
a riannodare i fili tra senso della memoria e la rapidità del presente”, come
lui stesso scrive nei “Ringraziamenti” finali.
Il libro è presentato
con affetto e ricchezza di argomenti da Dario Franceschini e Luisa
Oprandi...insomma merita veramente di essere regalato e letto...io l’ho fatto !
Per me parlarne è un
piacere, perché spesso il mio blog ha ospitato e segnalato i post del sen. Rossi
ed io stesso mi onoro di essere suo assiduo lettore ( un po’ meno assiduo commentatore).
Al blog di Paolo Rossi devo molto, innanzitutto il fatto di avermi consentito di conoscere Paolo personalmente e stimarlo, come
blogger, come uomo e come politico. Non sempre le mie idee sul blog e sulla sua
funzione coincidono con le sue, ma questo lo considero un dettaglio,
la sostanza è la libertà di esprimersi
che la rete consente e a cui Paolo con rigore professionale si attiene. Per
questo rigore Paolo merita rispetto, anche nella divergenza di opinione
su singole opinabili scelte.
Mi fa piacere, presentandovi “Mamma
mia il blog !“ riportare uno dei primi post che ho commentato (Una storia d' amore, inserito il 20/7/2010 alle 16:03) e
lo riporto integralmente, compresi i suoi 23
commenti, un numero che un anno fa era la media. Il blog di
Paolo Rossi col tempo è cresciuto e oggi ogni post fa registrare una media di
commenti mai inferiore a 100 !
Insomma: comprate il libro, ma soprattutto non
perdetevi la lettura quotidiana del blog su VareseNews.it (http://www.varesepolitica.it/rossi/).
inserito il 20/7/2010 alle 16:03
Vorrei soffermarmi sulla scomparsa di Eleonora Chiavarelli la moglie
di Aldo Moro e ricordare parte della struggente ed ultima lettera che lo
statista democristiano le scrisse poche ore prima di essere barbaramente
ucciso. "Dolcissima Noretta, vorrei capire con i miei piccoli occhi
mortali come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo".
Mi hanno da sempre colpito la dignità e la rabbia, profonda ma composta, di
questa donna mite e nel contempo forte, la qualità e l'intensità dirompente di
un amore privato. Comprendo tutta l' intransigenza ed il suo silenzioso e mai
ostentato dolore, che hanno scandito gli anni trascorsi da quel tragico momento
che le ha segnato la vita. Di fronte ad un Paese, da allora ad oggi, sempre più
alla deriva, pur riconoscendo 'ragion di Stato' che hanno determinano
scelte e comportamenti in quei precisi e drammatici momenti storici, trovo del
tutto vacua e labile quella 'fermezza' che alla fine ha prodotto
solo il risultato di distruggere una vita ed una forse ordinaria, ma pur
sempre inviolabile storia di amore.
Commenti dei lettori:
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Pochi minuti prima di leggere questo post che, fuori di retorica, definirei "una carezza sull'anima", ho lasciato un commento su quello di Giuseppe. Mi scuso quindi per la ripetizione dei sentimenti. Da donna mi sono sempre chiesta come si sarebbe potuto pretendere che lei accettasse il sacrificio dell'uomo della sua vita in nome della "ragione di Stato". Soprattutto guardando ai tanti arraffoni che poi hanno interpretato la politica come potere personale.
Scritto da Luisa Oprandi il 20/7/2010 alle 17:02
Non ho altre parole che quelle lette in questo post, caro Rossi. Rispettiamo Eleonora Moro e suo marito, pdre dei loro quattro figli, consapevolmente portato sul calvario della politica. Ora questa fermezza dove è finita? Questa intransigenza dove risiede? Nel nepotismo, nell'assegnare incarichi ai propi amici, al medico curante, alle sorelle del proprio chirurgo estetico? Pensate cosa avrà mai sofferto questa donna vedendo lo scempio istituzionale degli anni successivi a via Caetani...
Scritto da Borghi. S. il 20/7/2010 alle 17:08
E poi c'è un libro bellissimo, LA CASA DEI CENTO NATALI, scritto da Maria Fida, la figlia di Aldo Moro. Ricordo di averlo "divorato" appena uscito in libreria, perchè quella vicenda era collettiva e privata assieme. Ed ha fatto bene Maria Fida a regalarcene la parte di sofferenza intima e filiale, con delicata e signorile cura del padre, della mamma e del loro vissuto. E' sempre con grande commozione che ripenso a Moro, a dispetto del tempo che passa.
Scritto da Luisa Oprandi il 20/7/2010 alle 17:19
La politica ha delle ragioni che il cuore non capisce, ma quante volte la politica non capisce le ragioni del cuore? Non solo in casi così drammatici, bensì anche nel quotidiano. Quando sento dire che "la crisi non c'è" e che la villa di Arcore sarò venduta e il presidente del consiglio andrà ad abitare in un castello, beh in quelle occasioni penso proprio che la politica derida, snobbi e tradisca le ragioni dell'uomo.
Scritto da Massimo il 20/7/2010 alle 17:25
Beh, la ragione si stato aveva anche le sue altre belle ragioni. Tanto è vero che Paolo VI, amico di Moro e Zaccagnini, faticava a capirle e accettarle e aveva lui stesso scritto una lettera ai rapitori.
Scritto da Borghi. S. il 20/7/2010 alle 17:31
C'è un limite dell'azione politica che la DC e il PCI di allora (con il biancofiore piegato all'intransigenza comunista) non hanno saputo difendere: un confine naturale di rispetto e cura dell'altro davanti al quale bisognava fermarsi. La signora Moro con grande dignità e comprensibile rabbia verso la durezza del cuore demo"cristiano" non ha mai avuto risposte a un perchè ancora aperto.
Scritto da Nottambulo (oggi no) il 20/7/2010 alle 20:04
Anche io come te Paolo rendo omaggio a questa donna privata di parte della sua vita. Aldo Moro capì subito l'epilogo della sua vicenda, lo capì dal silenzio politico che avvolse quei giorni, glielo fece capire la solitudine interrotta solo da quelle poche righe che potè dedicare, in pubblica intimità ai suoi affetti. La ragion di stato fu permessa anche dal silenzio impotente di tutti noi. Mai più quei tempi.
Scritto da Enzo Rosa il 20/7/2010 alle 22:11
La vicenda di Moro resta un grosso interrogativo sulla
dignità della politica, delle logiche politiche, quando in mezzo c'è la dignità
ancora più grande della vita di un uomo. Una domanda aperta ancora oggi quando
politici che si vantano di essere cattolici e difendono l'embrione (non giudico
assolutamente) o giudicano il papà di Eluana poi scendono a patti con amici
mafiosi. E la mafia uccide.
Scritto da Miriana il 20/7/2010 alle 23:21
Scritto da Miriana il 20/7/2010 alle 23:21
Approvo decisamente l'approccio di questo post
rispetto alla vicenda Moro: sposta il commento dalla politica alla vita, alla
profondità dei rapporti umani. E leggo con grande attenzione i commenti, tutti
in punta di piedi e rispettosi di un dolore sofferto, senza asperità, senza
trinciare giudizi di bene o male. Eleonora Moro, una donna, che ha fatto
politica amando un grande politico. E che ha continuato a farla difendendone il
diritto alla vita che gli era stato tolto.
Scritto da Angelo Passaro il 20/7/2010 alle 23:29
Scritto da Angelo Passaro il 20/7/2010 alle 23:29
Avevo trent'anni, ero già padre di un bimbo di 6 anni
ed assistevo mio padre che lentamente si spegneva per un male incurabile, in
quegli stessi mesi in cui l'Italia dibatteva il tema della fermezza e della
vita di Aldo Moro. Io ero per la "fermezza" e non mi distoglieva
dalla certezza di essere nel giusto neppure il volto di mia madre, benchè
trasformato dal dolore. Oggi trovo vacua e labile anch'io quella
"fermezza" .. che rese meno dolci, meno tenere anche le carezze a mio
padre morente.
Scritto da Giovanniderosa il 21/7/2010 alle 00:19
Scritto da Giovanniderosa il 21/7/2010 alle 00:19
Oggi, penso alla signora Eleonora, con la stessa
struggente dolcezza con cui penso a mia madre, che se n'è andata solo qualche
anno fa, dopo essere vissuta anche lei, per circa 30 anni, solo del ricordo del
marito e del sorriso dei nipotini e, ad entrambe vorrei chiedere perdono per
quella " fermezza " che mi aveva indurito il cuore e raffreddate le
carezze.
Scritto da Giovanniderosa il 21/7/2010 alle 00:29
Scritto da Giovanniderosa il 21/7/2010 alle 00:29
La foto di Moro prigioniero delle BR è per tutti noi
italiani quasi sacrale: non dobbiamo smettere di parlare di questa vicenda e di
raccontarla ai nostri figli e nelle scuole. Lui era lo Stato, era noi, giovani
allora e quelli che sarebbero venuti dopo. La solitudine e il silenzio che la
politica gli ha creato attorno sono stati l'agonia sua e di tutta la sua famiglia.
Uno statista di alto valore, che ha servito il suo Paese e il suo popolo
davvero.
Scritto da Francesco il 21/7/2010 alle 00:30
Scritto da Francesco il 21/7/2010 alle 00:30
Caro Giovanniderosa, condivido tutte le tue parole
ancor più toccanti per l' intrecciata, parallela e dolorosa esperienza personale
che hai delicatamente descritto. Giovanissimo, ero anch'io per la linea della
'fermezza'. Lo ammetto: ho tradivamente cambiato idea, in modo radicale, senza
se e senza ma. Moro andava salvato, per lo meno doveva essere messo in atto un
'vero' tentativo in tal senso. La politica non lo ha voluto fare anche se, per
esempio, ieri come oggi, ha costantemente dialogato e trattato con la mafia.
Oltre ad un pernicioso progetto incombente ( di cui oggi se ne delineano i
contorni), quell' uomo era troppo scomodo. Quando una certa politica diventa
ingombrante si usano anche questi vili mezzi obrobriosi ma, per qualcuno,
assolutamente leciti e, soprattutto, efficaci.
Scritto da paolo rossi il 21/7/2010 alle 08:52
Scritto da paolo rossi il 21/7/2010 alle 08:52
No senatore, grazie a lei. Non è facile lasciar affiorare
dall'anima certe verità scomode e quando qualcuno, con parole oneste e lievi ti
aiuta a farlo non puoi che assecondarlo e ...ringraziarlo. PS 1) per il
"tu", non sono ancora pronto, ma mi preparo, ad ogni modo grazie
anche per questo. 2 ) grazie anche a Luisa Oprandi per l'ottimo consiglio: la
casa dei cento natali. Lo leggerò certamente.
Scritto da Giovanniderosa il 21/7/2010 alle 10:24
Scritto da Giovanniderosa il 21/7/2010 alle 10:24
E' una storia che non possiamo dimenticare e, alla
luce dei rapporti che tanti politici del nostro paese intrattengono con mafiosi
e camorristi, che senso ha avuto non trattare con le BR? In Lombardia, a Varese
c'è una forte infiltrazione mafiosa e tanti politici tacciono, fanno finta che
ciò non sia vero. Allora, siamo onesti, ha davvero fatto comodo a tutti che il
progetto di apertura politica di Moro non avesse vita, nè futuro. Così
pensavano...
Scritto da Adriana il 21/7/2010 alle 11:03
Scritto da Adriana il 21/7/2010 alle 11:03
Appunto Adriana, così pensavano. Volere cambiare il
corso delle cose è una pretesa assurda. La storia cammina con le gambe degli
uomini e con le loro teste pensa e progetta, guardando avanti. La parte più
conservatrice della DC aveva capito che Moro era un "peso politico"
che dava fastidio, aveva idee diverse da tanti di loro. Eppure oggi siamo qui a
vedere la DC intransigente alleata con la Lega e gli affaristi e la DC
riformista nel PD. Valeva la pena ucciderlo?
Scritto da Salvatore il 21/7/2010 alle 11:09
Scritto da Salvatore il 21/7/2010 alle 11:09
Dal blog Adamoli: Però con iTalebani abbiamo trattato
per liberare le due ragazze volontarie inAfghanistanSarà che ho una certa età,
ma la vita mi ha portato a concludere che non c'è "ragion di
stato"che valga una sola vita umanaLa politica può avanzare o recedere, i
patti si fanno e si disfano,le concessioni fatte al momento possono aiutare
alla cattura in futuro o perlomeno contribuire ad aumentare la pena da far
scontare. Ma una vita è una vita; strano lo debba dire io che non sono
credente.
Scritto da Maria Rossa il 21/7/2010 alle 11:27
Scritto da Maria Rossa il 21/7/2010 alle 11:27
Il sincero racconto di Giovanni De Rosa (anch’io lo
ringrazio per averci reso partecipi di una così intima esperienza), non mi fa
cambiare idea sulla dannosità della fermezza. Che, la maggior parte delle
volte, è frutto di un’ottusa ideologia, di scarsa ragionevolezza e scarso buon
senso. Quante volte uno sterile puntiglio è stato scambiato per fermezza? E la
rigidità? Io, ad esempio, sono precisa e pignola all’eccesso ma mai rigida. Lo
riterrei un grave peccato, un grosso difetto.
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 11:37
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 11:37
Occorre, invece, essere “possibilisti” sia verso le
persone che verso gli avvenimenti della vita.. Ovviamente, sto escludendo
“casistiche” e comportamenti eclatanti e/o dannosi. Avendo una discreta memoria
fotografica, ricordo a grandi linee le parole della quarta di copertina di un
libro della Tamaro dove si invitava ciascuno di noi ad indossare le calzature
dell’altro in modo da comprendere meglio le difficoltà del cammino. Ebbene,
credo che, in quel frangente, nessuno abbia indossato le
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 11:41
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 11:41
scarpe di Moro-marito e di Moro-padre, quelle del
giorno del suo matrimonio, quelle con le quali ha accompagnato i figli al primo
giorno di scuola o le pantofole (magari anche un po’ consunte) indossate nella
quiete della sua casa. E così è successo! Sul caso Moro, poi, ho la mia
personale opinione: ritengo che la sua morte sia stata decisa dalla stessa
"forza economica" ancora predominante nel nostro Paese (la stessa che
ha fatto altre vittime illustri) ma non è sicuramente questo blog la sede
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 11:44
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 11:44
adatta per parlane. E’ andata così! Consentitemi,
nella speranza di "alleggerire" , una battuta scherzosa sulla frase
della Tamaro: voglio vederti, caro senatore, con le calzature di Mafalda tacco
9 (o giù di lì). Tranquillo, in alternativa ho anche comode ballerine …..
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 11:47
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 11:47
Caro Giovanni De Rosa, unisciti anche tu a me nel dare
del “tu” al senatore Rossi. Anch’io ho fatto fatica (ne faccio tuttora) ma non
potevo farmelo richiedere di nuovo, sarebbe stata la terza volta ... Pensa a me
che fatica: per deontologia professionale sono “impostata” nel dare del “lei”
e, per rispetto delle istituzioni, ad essere bipartisan. Quindi se sto
riuscendoci io…… Inoltre, bontà sua, mi ha promesso che potrò continuare ad
esternare le mie ormai note critiche ...
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 13:06
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 13:06
Grande
Mafalda.
Scritto da paolo rossi il 21/7/2010 alle 14:18
Mamma mia il blog ! Scritto da paolo rossi il 21/7/2010 alle 14:18
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