Buon Natale e Buon Anno Nuovo 2012 !

foto tratta dal sito  forumlive.net


25 dicembre, Natale di Gesù
26 dicembre, santo Stefano Protomartire
27 dicembre, san Giovanni  Apostolo  ed  Evangelista

 A Varese, per il secondo anno di fila, la “bella notizia” viaggia sospinta dal vento gelido di una “brutta notizia”: anche quest’anno, infatti , un uomo è morto per il freddo, la fame, gli stenti, la miseria ( poi i bollettini ufficiali lo specificheranno con  precisione...fredda, come ormai è quel corpo). L’anno scorso fu Mario ad annunciarci il Natale di Gesù, morendo di freddo in piazza del Battistero, nel cuore di Varese; quest’anno è stato Tomas, morto tra le macerie e il freddo di un’ex fabbrica, poco lontano dal centro.
Che Auguri sarebbero, i miei e i vostri, se chiudessimo gli occhi e il cuore, non ai facili buoni sentimenti che queste tragedie scatenano, ma alle cause stesse che le generano? che Auguri sarebbero se godessimo solo del ricordo di quell’Evento eccezionale  che ha cambiato la Storia, se non fossimo più capaci di capirne le profonde implicazioni che ne discendono oggi, anche per noi, uomini e donne, credenti e non ?  
San Giovanni  Apostolo ed Evangelista - che non a caso la Chiesa ricorda , insieme a santo Stefano, subito dopo il Natale- aprendo il suo Vangelo  ci mette subito di fronte, senza tergiversare , al Mistero ineffabile del Verbo che si Carne e al dramma  del nostro  rifiuto:

  [1] In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
--- [4] In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
[5] la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta.

---[6]
Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
---[8] Egli non era la luce,

ma doveva render testimonianza alla luce.
[9] Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo
.

10] Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.

 [11] Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.
[12] A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio....

 (Vangelo di Giovanni  1,1;4-6;9;11)

La Nascita  di Gesù ,infatti,  in  questo brano si sottrae ai canoni della narrazione e della rappresentazione  tradizionale quella che oggi si materializza nel Presepe, per  rivestirsi solo dei  veli del  Mistero teologico, con una prosa quasi ermetica che diventa poesia altissima, e si decontestualizza  per uscire dalle cronache dell’epoca ed entrare  nella  storia, non quella narrata, ormai fatta di monumenti e documenti, ma quella viva, fatta di generazioni che si susseguono, si parlano e danno vita ad un fiume perenne di  pensieri, sentimenti, emozioni , bisogni , lotte, sofferenze: la storia che viviamo noi, tutti insieme, gli uomini che furono , quelli che siamo e quelli che saranno.
Giovanni è l’evangelista della Carità, ma è anche il teologo della Verità, perché si è lasciato conquistare fino in  fondo dalla Carità, dall’Amore ( di sé scrisse: “il discepolo che Egli amava “ ). E segno di  verità è la chiarezza con cui coglie il dramma dell’umanità, che nella sua cecità consuma un rifiuto che l’Evangelista  sottolinea  ben tre volte ( come tre saranno le occasioni in cui Pietro rinnegherà il Maestro): “ la Luce splende nelle tenebre , ma le tenebre non l’hanno accolta” ; ”....il mondo fu fatto per mezzo di Lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne  fra la sua gente ma i suoi  non l’hanno accolto” .
Un rifiuto, che ci tocca da vicino, anzi ci coinvolge personalmente e come comunità, laici e credenti, perché si perpetua ogni giorno anche attraverso le nostre debolezze. Quante volte, infatti,  come laici non abbiamo riconosciuto nell’altro la comune umanità che ci rende fratelli e come credenti non abbiamo riconosciuto il volto di Gesù nell’emarginato, nel povero, nel debole, nel perseguitato, nell’oppresso, nel Rom perennemente in  fuga, nell’immigrato in cerca di libertà e di affrancamento dalla miseria !

Eppure  Gesù, con una delle sue  parabole, ci  aveva detto con chiarezza dove avremmo potuto incontrarlo, amarlo, abbracciarlo:

[34] .... il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
[35] Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,
[36] nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.

[37] Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?
[38] Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?
[39] E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
[40] Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.  ( Vangelo di Matteo,  25, 34-40 )

Per un cristiano il primo comandamento è l’amore e non credo che sia diverso per un laico; forse è diverso il fondamento  su cui poggia, ma è sempre e solo amore, che in campo sociale si esprime nell’impegno per una buona politica, che non è tale se non suscita e sostiene rapporti di solidarietà tra persone, generazioni , ceti sociali e territori, agendo con  gratuità e solo al fine di perseguire una vera  giustizia sociale.
Oggi, in piena crisi economica e con il “rischio povertà “ che arriva a lambire anche fasce di ceto medio,

IL MIO AUGURIO DI BUON NATALE, per tutti noi, è che:

- LA NOSTRA PROPENSIONE A RAPPORTI DI SOLIDARIETA’ diventi sempre più radicale e coerente,
- SI ACCOMPAGNI  SEMPRE A  COMPORTAMENTI IMPRONTATI A SOBRIETA’, perché la sobrietà lungi dall’essere  espressione di avarizia è premessa e fondamento di equità  sociale e di rispetto per  le persone e il creato;
- Il Verbo di Dio fatto carne,come noi, ci faccia riscoprire  l’essenza del Natale, che è dono di sé agli altri ed è riconoscimento nell’altro, nel  “diverso” da noi, del Volto stesso di Gesù.  Da qui il riconoscimento pieno “di ciò che gli è dovuto, di ciò che gli compete” , del “ suo più suo” che “ non sono semplicemente le cose, ma più propriamente è  la stessa dignità della persona” ( Dionigi Tettamanzi, Non c’è futuro senza solidarietà).



 


Commenti

  1. Una lezione splendida di umanità e di amore.Grazie Giovanni, Adriana Scanferla

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  2. Caro Giovanni,

    ho naturalmente avuto la "pazienza" di leggere i tuoi preziosi blog, come del resto mi accade normalmente. Come sempre mi ritrovo quasi completamente sulla tua lunghezza d'onda e oserei dire che anche in questa occasione ti ritrovi a sfondare una porta aperta.
    Questo comune intendimento potrebbe, ad una analisi minimamente più approfondita, apparire un tantino curioso, in quanto bisognerebbe domandarsi per quale strano motivo un dichiarato "non credente" razionalista, quale il sottoscritto, possa condividere così integralmente tematiche apparentemente ancorate ad un terreno di appartenenza religiosa.

    Voglio pensare che questo miracolo sia determinato dalla più semplice delle ragioni : si tratta soltanto di un forte sentimento umanitario.
    Ti prego di non voler considerare questo breve commento in termini critici, soltanto, se ne avrai voglia, consideralo come uno spunto per guardare il mondo "illuministico e relativistico", al quale a volte in maniera forse impropria mi sento di appartenere, con la dovuta benevolenza.
    Non ti sarà di certo sfuggito che la mia citazione di questi due ambiti di pensiero sia avvenuta con un minimo di malizia dato che proprio essi raccolgono le principali abiure da parte della gerarchia religiosa ufficiale. Ma allora, a questo punto, qualche cosa non funziona, però ............... é tutto un'altro discorso.
    Ciao Giovanni, auguri sinceri

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  3. Penso che quanto mi scrive l'anonimo di cui sopra ( anonimo per mia scelta visto che lui il suo commento lo ha indirizzato alla mia mail corredato di tutti i dati personali)meriti una risposta ben ponderata, cercherò di darla nei prossimi giorni, anche se non sono certo di essere all'altezza dei temi che tocca. In ogni caso penso che "tra pesone di buona volontà" non sia difficile trovare terreni di intesa comune quando si pone al centro l'uomo,la nostra comune umanità. ancora buone Feste e Buon anno 2012.
    Giovanni de Rosa

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