« Eminenza, grazie ! »

Il Card. Dionigi Tettamanzi mentre legge il decreto di
nomina del nuovo Arcivescovo di Milano, Card. Angelo
Scola.  Milano, arcivescovado, 28 giugno 2011.
Durante le Messe celebrate oggi domenica 3 luglio, la Chiesa ambrosiana ha pregato per l’Arcivescovo eletto Card. Angelo Scola e per il Card Dionigi Tettamanzi che ha retto la diocesi fino al 28 giugno scorso. Abbiamo pregato per entrambi e ad entrambi abbiamo rivolto  pensieri di gratitudine. Il testo della preghiera è quello indicato da mons. Redaelli:
- Per l’Arcivescovo eletto il Cardinale Angelo Scola. La grazia del tuo Spirito lo sostenga, lo illumini e lo incoraggi nel nuovo ministero che gli viene affidato a servizio della Chiesa di Milano, ti preghiamo.
- Per il Cardinale Dionigi Tettamanzi fino ad ora Arcivescovo di Milano. Sperimenti la gratitudine del popolo ambrosiano per il generoso servizio di questi anni e la sua fervorosa preghiera accompagni il futuro cammino della nostra diocesi, ti preghiamo.

Ho amato come un figlio il Card. Dionigi Tettamanzi, fin dall’inizio dalla sua nomina, nel luglio del 2002, e oggi posso dire che quest’amore filiale si è rafforzato di anno in anno, a mano a mano che andava dispiegandosi appieno il suo pensiero e prendeva corpo la sua pastorale profondamente pervasa di semplicità, sobrietà , solidarietà e amore evangelico. Tutti sentimenti, valori che saranno sempre presenti nei discorsi che, ogni anno, il 6 dicembre vigilia della solennità di Sant’Ambrogio, il Cardinale rivolgeva alla Città di Milano e alla Diocesi ambrosiana. Ma soprattutto costituiranno l’essenza della sua pastorale e della sua vita, fino al travaglio interiore causato dalla crisi economica che si era abbattuta su tante famiglie e che sfociò, a fine 2008, nell’annuncio della costituzione del “Fondo Famiglia Lavoro” ,poi formalmente istituito il 23 gennaio 2009.
Come non ricordare, tra i tanti e tutti memorabili, il Discorso alla Città del 6 dicembre 2009 , quello dell’appello : “Milano torni grande con la sobrietà e la solidarietà”, di cui mi piace riprendere qui qualche brano, in particolare quelli in cui Dionigi Tettamanzi :
- rinnova la sua dichiarazione di amore per Milano :“…Inizio confessando il particolare amore che mi lega a questa Città, alla mia Città. Sono sicuro che tutti voi condividete con me questo amore, un amore segnato da gratitudine e insieme da responsabilità.
La gratitudine, anzi tutto. Riconosciamo il patrimonio di fede, di storia, di cultura, di tradizioni, di opere che nei secoli ha arricchito la nostra Città: una preziosa eredità che ogni giorno viene posta nelle nostre mani, un dono grande che è offerto anche alle giovani generazioni e ai milanesi di domani, a coloro che in questa Città vengono ad abitare da altre città, da terre lontane.
A questa nostra gratitudine s’accompagna poi un senso di responsabilità. È un amore che si pone una domanda: sapremo anche noi arricchire l’eredità morale e spirituale da trasmettere a quanti verranno dopo di noi? “
-ne esalta la tradizione solidaristica : “…È la pratica straordinaria della solidarietà che ha reso grande nei secoli Milano. Ed è sulla solidarietà che dobbiamo misurare ancora oggi l’autenticità della grandezza della nostra Città. Spesso la solidarietà riceve un’interpretazione semplicistica: emotivo-sentimentale nell’ambito personale, benefico-assistenziale in quello sociale. Ma, come sottolinea la recente enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI, la solidarietà esige di essere riscattata da queste visioni parziali, affermandone il ruolo tipicamente sociale e politico. Essa, infatti, persegue il bene non solo individuale ma anche e specificamente comune, è del tutto inscindibile dalla giustizia e include, pertanto, la presenza attiva e responsabile delle stesse Istituzioni ben oltre il pur indispensabile servizio del volontariato.
La solidarietà è inseparabile dalla giustizia e per questo ha una destinazione propriamente sociale. Alla sua radice ci sono sempre gli altri. Sì, gli altri, perché ciascuno di noi, lungi dall’essersi costituito da sé, è in se stesso un dono, un essere che ha ricevuto molto dagli altri. E non c’è solo un debito individuale, ma anche un debito comunitario, che ci lega alle generazioni che ci hanno preceduto”.
-ne ricorda le ferite della crisi economica che ancora morde tante vite e la invita a coniugare solidarietà con sobrietà: “…. Ed ora, proprio nel contesto di Milano chiamata a un supplemento di solidarietà, giungo a un’affermazione forse inattesa: quella riguardante la sobrietà. Sì, la nostra Milano, come tutte le città e forse ancor più delle altre, ha bisogno di sobrietà. Vorrei ricordare quanto dissi nell’omelia della S. Messa della notte dell’ultimo Natale in Duomo quando rivolsi un invito alla conversione: «C’è uno stile di vita costruito sul consumismo che tutti siamo invitati a cambiare per tornare a una santa sobrietà, segno di giustizia prima ancora che di virtù».
A distanza di quasi un anno, sento di dover ripetere queste parole, invitando a recuperare la fatica e la gioia della sobrietà. La sobrietà è possibile, in essa c’è il segreto della vita buona e bella, anche se il cammino per arrivarvi è difficile e chiede che si cambi lo stile di vita. Con la sobrietà è in questione un “ritornare”, come se si fosse smarrita la strada. Ci siamo lasciati andare a una cultura dell’eccesso, dell’esagerazione.
Soprattutto la sobrietà è questione di “giustizia”. Siamo in un mondo dove c’è chi ha troppo e chi troppo poco, e anche nella nostra Città c’è chi sta molto bene, mentre sempre più aumenta il numero di chi fa più fatica. La sobrietà ci aiuta a costruire la giustizia, perché decide, sceglie e agisce secondo la giusta misura, e dunque sempre con l’attenzione vigilante ai diritti e doveri che si hanno nei riguardi sia di se stessi che degli altri, superando sempre eccessi e sprechi. In particolare la “giusta misura” nell’uso dei beni rende la sobrietà, da un lato nemica dell’avarizia, dall’altro amica della liberalità, ossia di una pronta disponibilità alla condivisione dei beni”.

Quanta semplicità evangelica c’è in questi pensieri e quanta mitezza ! La stessa con cui anno dopo anno, accusa dopo accusa, attacco dopo attacco soprattutto da parte di una politica miope, troppo chiusa negli orizzonti angusti e negli steccati alzati a difesa della propria “roba” ! Tanti attacchi, troppi e in malafede, fino agli ultimi, di poche settimane fa, con 10 domande provocatorie, nate da assunti falsi e pretestuosi, fatte da un movimento politico che comincia a sentire alle gambe la presa forte di una base insoddisfatta, ingannata, illusa per anni e forse, finalmente, libera. Difficoltà che insanamente pensa di superare battendo i soliti percorsi dell’egoismo e della chiusura e alzando steccati sempre più alti.
La mitezza di questo pastore stamattina l’ho trovata ben espressa nella prima lettura ( Rito romano , XIV domenica TO ) tratta dal libro del Profeta Zaccaria (9,9 ):

“Esulta grandemente figlia di Sion,
giubila, figlia di Gerusalemme!
Ecco, a te viene il tuo re.
Egli è giusto e vittorioso,
umile, cavalca un asino,
un puledro figlio d'asina”.


Sì, Dionigi Tettamanzi è venuto tra noi, quasi 10 anni fa , “cavalcando un asino” e si sa, in groppa ad un asino si va piano, si va in pace, si va in umiltà , si va a testa bassa, si va per lavorare sodo. E così è stato, così ci ha conquistati a Cristo e avvicinato ai poveri ! Così è passato tra noi, il nostro Vescovo Dionigi , così ci sta lasciando: “in groppa ad un asino e col sorriso sulle labbra”, nonostante gli insulti, ma col conforto della testimonianza, dell’affetto, della vicinanza di migliaia e migliaia di credenti (e non credenti ) che nelle settimane scorse gli hanno indirizzato messaggi di stima e di affetto, nei quali la parola che ricorre con più frequenza è un semplice, ma sincero, nato dal cuore : GRAZIE, EMINENZA !

Link all'art. di Pino Nardi sul sito : http://www.chiesadimilano.it/

Commenti

Post popolari in questo blog

Il presepe di Greccio - Fonti Francescane capitolo XXX

Il futuro all'inizio è sempre un cantiere !

Contro la “Antonini “ di Morazzone : integralismo, arroganza e abuso di potere!

Buon Anno 2016 : In piedi costruttori di Pace !