"VIETATO AI CANI E AGLI ITALIANI"

A me è stata risparmiata la vergogna, l’imbarazzo , la rabbia, l’umiliazione, insomma quelle sensazioni estreme che ti spezzano le gambe e il respiro di fronte alla brutalità di un “grafito” nato da mani ignote o di un “cartello stampato” in tipografia: “ VIETATO AI CANI E AGLI ITALIANI”. Ma c’è chi ne conserva memoria, e lo si può incontrare o evocare senza andare troppo lontano nello spazio e nel tempo.
A me è bastato andare con la memoria ai primi anni ’70 ed ai racconti misti di tristezza, spavalderia e un pizzico di “romanticismo” degli ultimi “spalloni” o dei “frontalieri “, vittime in quegli anni della prima grande crisi petrolifera .
Avevo poco più di 20 anni ed ero emigrato ( da Salerno ) in un piccolo paesino della Valceresio-Va, a pochi Km dal confine svizzero: terrone come tanti, in paese, terrone come tutti appena passavo il confine. Bastava infatti superare quella “sbarra” metallica sollevata a mano e a mano riabbassata, per riconquistare l’uguaglianza. In Svizzera, infatti, lombardi, veneti, campani e calabresi diventavamo tutti uguali: Italiani, terroni degli svizzeri !
Lo spunto per questo amarcord me l’hanno fornito i quotidiani di oggi, quelli stampati e quelli “on line”: tutti, nessuno escluso, hanno dato spazio alla notizia della straordinaria avanzata ( + 8% ) fatta registrare dalla Lega dei Ticinesi nelle elezioni di domenica 10 aprile , un’avanzata costruita sulla pelle dei frontalieri e che ha portato il partito di Giuliano Bignasca ( il Bossi ticinese ) a diventare – col 30% dei consensi - la prima forza politica del Canton Ticino.

Ma i Leghisti nostrani non hanno fatto neppure in tempo a gioire, a congratularsi con i cugini insubri che sono stati subito raggelati: “ prima mandiamo a casa un bel po’ di italiani che rubano il lavoro ai ticinesi, poi alziamo un muro a Ponte Tresa per bloccare i clandestini che voi leghisti italiani non siete capaci di fermare, quindi riduciamo le “rimesse” dovute al governo italiano sulle tasse pagate dai lavoratori frontalieri … infine, se ne avete ancora voglia, brindiamo… terun ! "
Morale della favola “si è sempre a sud ( terrone) di qualcuno ". Vale anche per Bossi e soci.
Il partito di Bossi , quello di Bignasca ed il leghismo in generale non hanno niente a che fare col federalismo, usato da Bossi come surrogato della secessione fallita e da Bignasca ( visto che la Svizzera è uno stato federalista puro, da sempre ) solo per portare avanti una politica xenofoba e antitaliana. E noi, democratici, area di centrosinistra e sinistra non abbiamo niente a che fare con Bossi e soci: se ne facciano una ragione i cosiddetti leghisti rossi, ammesso che ne esistano.
Lega Nord e Lega dei Ticinesi sono movimenti di destra , conservatori , xenofobi , politicamente miopi e anche un po’ distratti … non si sono ancora accorti che alle porte delle nostre belle e ricche città premono milioni di esseri umani che solo il “caso” ha voluto che nascessero tra montagne deserte o dune sconfinate e solo il nostro egoismo ha reso schiavi da sfruttare e colonizzare per secoli.
Oggi ci chiedono il conto e non ci basterà sbattere loro la porta in faccia. Non ci basterà dire “fora da i ball”! Non ci basterà apporre ai confini cartelli con su scritto “VIETATO AI CANI E AGLI EMIGRANTI“.

Concludo segnalandovi  il volantino della serata organizzata dal Circolo Pd di Gazzada Schianno e Morazzone e invitandovi a partecipare numerosi: l’alternativa al Leghismo si costruisce giorno per giorno, riscoprendo il dialogo e col dialogo i valori di una società plurale e solidale, ove il federalismo è autentico ampliamento degli spazi di partecipazione e non mera  "operazione di cassa".


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