Libia – Italia: l'imbarazzata complicità !


La Libia seppellisce i suoi morti ammazzati
dalla violenza di un regime ormai allo sbando...
 Quanta indignazione, quanta ansia nei nostri cuori, mentre la paura di “cosa potrà avvenire domani” lungo le nostre coste, ci blocca attoniti davanti ai televisori. E’ pavidità ? Non so rispondere, so però che io, come tutti gli amici che incontro per strada e sui blog, ho il cuore gonfio di rabbia e dolore ! E penso… possiamo indignarci quanto vogliamo, ma finché non saremo capaci di trasferire i nostri Valori, quelli sanciti dalla Carta costituzionale e scritti nel Manifesto dei Valori del PD ( di cui mi sento sempre più parte) le nostre indignazioni contro l’inaudita violenza dell’ennesimo dittatore pazzo, saranno solo di facciata, perché sostanzialmente sterili sotto il profilo dei risultati concreti. Ho ricevuto ( grazie alla solerzia di don Renato Sacco) e letto con attenzione ed orgoglio il Comunicato Stampa di Pax Christi del 22 febbraio ed ho provato un moto di sdegno per la politica dell’Unione e quella di ogni singolo stato europeo ( e dell’Italia in particolare), in tema di commercio di sistemi d’arma.
 In nome degli interessi economici di pochi, spesso spacciati per interessi di tutti, continuiamo ad armare dittatori in tutto il mondo ed abbiamo armato finora anche il peggiore delinquente del mediterraneo, Gheddafi. Pax Christi tocca temi importantissimi sui quali il PD, candidato a guidare il prossimo governo italiano, credo che debba svolgere una riflessione profonda e assumere posizioni chiare, non solo di principio, perché i Valori non possono risiedere solo sulle “carte” ma devono vivere nelle nostre scelte e azioni concrete, perché non ci capiti ancora di fornire armi a dittatori come Gheddafi . In merito il comunicato di Pax Christi ci ricorda esplicitamente “ che la legge 185 del 1990 sulle esportazioni di armamenti chiede di accertare il “rispetto dei diritti umani nel paese di destinazione finale" e di rifiutare le esportazione di armamenti “qualora esista un rischio evidente che la tecnologia o le attrezzature militari da esportare possano essere utilizzate a fini di repressione interna”.



Comunicato Stampa Pax Christi - 22 febbraio 2011


Libia – Italia: l'imbarazzata complicità.

Bloccare il mercato delle armi e rispettare i diritti umani.

Il 2 settembre scorso abbiamo espresso il nostro disgusto per lo “spettacolo indecoroso” in onore di Gheddafi preparato dal capo del governo che ha ostentatamente baciato la mano al dittatore trascurando completamente ogni accenno alla violazione dei diritti umani, alla tragica sorte delle vittime dei respingimenti, a chi muore nel deserto o nelle prigioni libiche. Ora la repressione delle rivolte è spietata. Gruppi armati sparano sulla folla che viene anche bombardata.

Pax Christi vuole ricordare che l’Italia è il primo esportatore europeo di armamenti al regime di Gheddafi. Nel biennio 2008-2009 il governo italiano ha autorizzato alle proprie ditte l’invio di armamenti per oltre 205 milioni di euro, più di un terzo di tutte le autorizzazioni rilasciate dall’UE. A differenza dei colleghi europei, il ministro degli Esteri si è guardato bene dal dichiarare anche solo la sospensione temporanea dei rifornimenti di armi a Gheddafi.
L’Italia, complice di tanti affari e orrori, imbarazzata, balbetta.
Eppure non sono mancate le sollecitazioni. Dopo i primi tumulti nei paesi del nord Africa, con la Rete Disarmo e la Tavola della pace avevamo chiesto al Governo di sospendere ogni forma di cooperazione militare con tutti i paesi dell’area.

Ma la vita dei libici vale più del petrolio, del gas e di ogni altro interesse.


E’ urgente rivedere il “Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia” firmato a Bengasi nell’agosto del 2008 da Berlusconi e Gheddafi – con cui le esportazioni di armamenti italiani verso le coste libiche hanno preso slancio.

Vogliamo ricordare che la legge 185 del 1990 sulle esportazioni di armamenti chiede di accertare il “rispetto dei diritti umani nel paese di destinazione finale" e di rifiutare le esportazione di armamenti “qualora esista un rischio evidente che la tecnologia o le attrezzature militari da esportare possano essere utilizzate a fini di repressione interna”.

Disarmo, giustizia e democrazia sono la premessa perché il nord Africa e il Mediterraneo diventino, secondo il sogno di La Pira, un “grande nuovo lago di Tiberiade”. Non il bagno di sangue che siamo costretti a guardare di fronte a casa.

Pax Christi Italia

Firenze, 22 febbraio 2011

Fonti e ulteriore documentazione in: Rete Disarmo www.disarmo.org e Unimondo www.unimondo.org

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