13 NOVEMBRE 2010: QUANTE EMOZIONI … E PREOCCUPAZIONI!

L'Assemblea provinciale del Partito Democratico
L’Assemblea provinciale del PD , a cui partecipo come delegato del Circolo di Gazzada Schianno e Morazzone, è già alla ripresa dei lavori, dopo il sobrio buffet di mezzogiorno. In mattinata ha eletto sua Presidente Laura Prati ,vice sindaco di Cardano al Campo, e proclamato Segretario provinciale del PD Fabrizio Taricco, ex sindaco ed ora vice sindaco di Carnago , eletto direttamente dalla base, da oltre 1500 iscritti di ben 84 Circoli territoriali che hanno tenuto i loro congressi ,dalla seconda decade di settembre al 31 ottobre. Una mattinata intensa insomma , per le decisioni prese , i numerosi interventi dei delegati e gli applausi che hanno accompagnato ogni passaggio. Eppure gli entusiasmi sono contenuti, carichi di responsabilità per la gravità della crisi economica e politica in atto, sobri, come sobrio e concreto è stato Fabrizio Taricco nel sua relazione da neo segretario.                                                                         
La premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi
Il primo vero applauso scrosciante, quasi liberatorio, si verifica all’annuncio, emozionato con cui Emiliano Cacioppo inizia il suo intervento: ” Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace e leader dei diritti civili in Birmania, dopo 15 anni ( a più riprese) di arresti domiciliari, grazie alla mobilitazione internazionale , E’ STATA FINALMENTE LIBERATA . Questa mattina alcuni ufficiali del governo sono passati da casa sua, dove ha vissuto gli ultimi sette anni di reclusione, per comunicarle la liberazione”.

Il secondo vero applauso, appassionato e più politico, si registra a lavori ormai conclusi, quando anche la Direzione provinciale proposta dal neo segretario, come da regolamento ( e contestata con una certa vivacità da frange insoddisfatte per le modalità usate per la sua composizione, è stata posta ai voti, e approvata ) si è verificato quando l’On . Daniele Marantelli ha comunicato che : “ DOPO IL PD E IDV, ANCHE I PARTITI E GRUPPI PARLAMENTARI DI CENTRO -OSSIA “FLI” , UDC , MPA, API – HANNO DECISO DI PRESENTARE UNA MOZIONE DI SFIDUCIA AL GOVERNO BERLUSCONI-BOSSI”.

Sono passate ormai le 17,00 quando i delegati, dopo un’intensa e a tratti convulsa giornata di confronto politico e decisioni operative, lasciano il “De Filippi”, carichi della responsabilità e consapevolezza dello scontro politico in atto a livello nazionale e locale e del ruolo di primo piano che il Partito è chiamato a svolgere, sia in vista della crisi di Governo ormai alle porte, sia in vista delle elezioni amministrative che in primavera interesseranno i più importanti centri della nostra provincia: Varese, Busto Arsizio, Gallarate, Malnate.

                   Auguri Fabrizio, auguri PD, auguri ITALIA !

Fabrizio Taricco, al termine dell'assemblea saluta i delegati.

PS . La relazione del neo segretario, Fabrizio Taricco e i numerosi odg approvati, verranno certamente pubblicati sul sito del PD Provinciale ( clicca sulla foto di Taricco per accedervi) evito quindi di riportarne qui una sintesi che sarebbe certamente imperfetta . Per consentire invece ai democratici del Circolo di Gazzada Schianno e Morazzone e soddisfare le richieste di tanti amici e compagni incontrati in Assemblea riporto qui di seguito il testo integrale dell’intervento che in aula ho sintetizzato per rispettare il tempo di 5 minuti fissato per tutti gli interventi. Si tratta comunque dello stesso testo consegnato alla presidenza dell’Assemblea.




Morazzone, 13 novembre 2010
Prima riunione dell’Assemblea provinciale del PD



Amici, compagni, democratici,
“abbiamo aspettato tutta la vita il partito democratico, non sapevamo neppure se ci sarebbe capitato di incontrarlo, nel corso della nostra esperienza politica. L’abbiamo voluto, l’abbiamo cercato insieme. Sono passati appena tre anni, siamo appena all’inizio di un lungo cammino, Pierluigi, voglio che tu sappia che manterremo l’impegno di costruire questo partito insieme”.
Sono le parole con cui Dario Franceschini, ha concluso il suo intervento all’Assemblea Nazionale , il 9 ottobre a Malpensa.
Lo cito perché mi riconosco pienamente in quest’impegno, senza peraltro rinunciare alle mie idee, senza rinunciare all’identità di Area Dem, ma pienamente convinto a metterle al servizio dell’unità del partito, di quest’Assemblea Provinciale e del Circolo di Gazzada - Morazzone da cui provengo.
E’ questo spirito, in aggiunta all’apprezzamento per l’esperienza e le doti personali di Fabrizio, che mi ha fatto condividere l’utilità di convergere insieme ad Area Democratica su un candidato unitario alla segreteria provinciale. Una scelta carica di responsabilità, da molti criticata, ma che ora, anche alla luce delle sfide elettorali che ci stanno davanti, tutti dobbiamo apprezzare un po’ di più.
Sul piano nazionale è la gravità della crisi del centro-destra e la pericolosità dei suoi colpi di coda a consigliare a tutto il partito unità. Un’unità però che non può e non deve essere mortificazione delle differenze, né rinuncia alla critica anche aspra!


LA LEGA
In provincia di Varese ,ed in Lombardia in generale , lo impone l’ipertrofica e asfissiante egemonia Leghista e, cosa un po’ sottovalutata almeno nel dibattito pubblico , quella di Comunione e Liberazione e della Compagnia delle Opere, suo braccio operativo nel mondo economico. Una egemonia costruita, dalla Lega sull’esasperazione e distorsione di sentimenti in sé non negativi (come il desiderio di sicurezza, di legalità ,di giustizia sociale, di efficienza, di prospettive future certe per sé e per i propri figli ) ma interpretati in chiave egoistica ed enfatizzati , individuando in obbiettivi di comodo e puramente propagandistici, gli ostacoli da rimuovere per la loro piena realizzazione. CL invece la sua egemonia l’ha costruita attraverso l’occupazione da parte dei suoi adepti di troppi Consigli di Amministrazione in Enti pubblici, a partire dalla Sanità regionale e l’ha rafforzata facendo un lavoro di lobby, attraverso la Compagnia delle Opere e le aziende associate, creando per queste ultime rapporti preferenziali con Enti pubblici capaci di muovere somme ingenti di danaro in appalti e trattative private, come nel campo della sanità e dell’istruzione.
La provincia di Varese è stata la culla della Lega ed ora ne è la palestra, ma anche l’ultimo baluardo che i seguaci di Bossi cederanno e sotto il cui crollo si lasceranno seppellire.
Non sono un sognatore ottimista ad oltranza, credo però di essere realista e prendo atto come sta facendo gran parte dell’Italia che anche per la Lega è finita la spinta propulsiva: hanno sporcato ormai da tempo la veste candida delle prime ore. Una veste candida, allora, nei primi anni ’90, solo per la contrapposizione al fango spalato dalle inchieste di ”mani pulite!” Di quelle inchieste la Lega si è nutrita, ed è diventata forte! E’ diventata forte elettoralmente, ma di quel consenso si è servita solo per occupare gli spazi tradizionalmente appaltati al sottobosco governativo (asl, acquedotti, gestione rifiuti, trasporti, società di servizi, ecc… ).


Di quel consenso si è servita per rafforzare il suo potere contrattuale con Berlusconi, di cui ha approvato tutte le leggi “ad personam “ per salvarlo dai processi , coprendone anche le ultime malefatte a proposito del caso Ruby. E pensare che nei primi anni ’90 ( dopo esser uscita dal 1° governo Berlusconi ) la Lega aveva sottoposto il suo ex alleato ad un fuoco di fila di accuse e sospetti gravissimi per le attività di Fininvest (fino a rivolgersi ad investigatori privati per saperne di più).
Il presidio Leghista rappresentato da Varese sarà magari l’ultimo a cadere, ma cadrà se sapremo portare lo scontro sul terreno vero, cruciale che è quello dei VALORI.
Non batteremo la Lega , parlando di segnaletica orizzontale sull’asfalto di strade e parcheggi, del colore degli attraversamenti pedonali e del numero di telecamere che controllano il territorio, né di raccolta differenziata né di “case dell’acqua o del latte” . Su questi temi non hanno commesso molti errori, sono stati attenti sapendo che queste realizzazioni danno visibilità e portano voti.


In realtà il loro punto debole è aver bluffato sui temi della sicurezza personale e sociale, scaricando sugli immigrati la responsabilità di ogni violenza e di ogni insicurezza personale e sociale. “ Padroni a casa nostra“ è stato lo slogan spia di questa manovra sporca, che un po’ ha sporcato anche l’immagine della nostra gente , solitamente accogliente, solidale, aperta. “Padroni a casa nostra “, mutuato dalla propaganda violenta dal nazionalista serbo Radovan Karadzic, in realtà non è penetrato in profondità nella coscienza della gente lombarda, proprio perché i lombardi sono campioni del volontariato della protezione civile nazionale o della solidarietà tipica della Caritas ambrosiana, dell’associazione alpini e delle migliaia di pro loco: tutt’altra cultura rispetto ai presupposti leghisti !
E’ sui valori quindi, che dobbiamo dare battaglia , sarà una battaglia lunga, ma non potrà che essere vincente perché è l’unica che rispecchia il sentire vero e profondo dei cittadini lombardi, come quelli del resto d’Italia.


I VALORI
Parlando di Valori, non posso non richiamare alla mente il discorso del Lingotto, intriso di quella cultura dello “sviluppo nella solidarietà “ che è la parte meglio definita e perciò più profondamente condivisa dell’immagine di questo partito.
Uno “sviluppo solidale” non solo è possibile ma è l’UNICO veramente possibile, perché in quell’aggettivo, “solidale” , c’è il rispetto dovuto ad ogni essere vivente: alle persone, agli animali, all’ambiente che ci circonda, al pianeta che ci ospita, alle generazioni future a cui dobbiamo consegnarlo. Postula un intenso bisogno di solidarietà la stessa corsa alla “globalizzazione selvaggia” che è figlia dell’egoismo e come tale genera egoismo, contrapposizioni, violenze, distruggendo le premesse stesse della vita! Ha ragione il Card. Tettamanzi, ad avvertirci severamente che “non c’è futuro senza solidarietà”.
Alla base del principio di solidarietà, a renderlo quotidianamente praticabile , c’è un altro principio irrinunciabile, considerato da Gustavo Zagrebelsky fondamento stesso della democrazia: il rispetto della persona umana, di tutte le persone, degli ultimi in particolare.


In Lombardia ed a Varese questo deve significare politiche attive ,che non lascino sole le associazioni di volontariato, per l’ INTEGRAZIONE degli stranieri, la reintegrazione degli “emarginati di ogni tipo e cultura”, l’INCLUSIONE degli esclusi, dei diversi! E’ ora che questi concetti riprendiamo ad annunciarli senza timore, senza subalternità culturale, senza paura di perdere voti !
La guerra ideologica scatenata dalla Lega e da Berlusconi, non ha reso la nostra società più ricca, non ci ha posto al riparo dalla crisi economica mondiale, non ci ha reso più liberi e, quel che è peggio, non ci ha reso migliori. Ha solo reso espliciti disegni politici eversivi, elaborati da tempo, e modelli personali di vita tutt’altro che sobri, come il momento e il ruolo imporrebbero, ma più invasivi, arroganti e cinici !
Cosa comporta questo in termini pratici, come si traduce in programmi amministrativi questa scelta di solidarietà ?
Fece un esempio in modo semplice, ma chiaro e convincente, inaugurando quest’estate la festa democratica di Casorate Sempione , Laura Prati , nell’ambito del dibattito sulla manovra finanziaria di luglio. “I Comuni – disse -subiranno tagli tremendi che andranno ad incidere sui servizi alla famiglia, sul diritto all’istruzione, sull’assistenza. I Comuni non battono moneta e allora toccherà stringere la cinghia, ma se ci sarà un euro, questo dovrà andare verso la famiglia, la scuola, i giovani. Lasceremo qualche buca in più sulle strade,ne asfalteremo qualcuna in meno o vi faremo sbiadire qualche riga bianca, ma non faremo mancare il sostegno alle famiglie e alla scuola”. Ed io aggiungo. Se ci sarà un euro per le scuole primarie dovrà servire all’integrazione, il che vuol dire non far mancare ai piccoli immigrati la mediazione culturale e il sostegno, perché si sentano prima possibile capiti e accettati ! Ma significa anche far marciare di pari passo le iniziative per l’integrazione dei figli con quella dei loro genitori. Limitare l’intervento ai più giovani significa spesso aumentare le contraddizioni in famiglia, contraddizioni che a mano a mano che i figli crescono ( da occidentali e italiani) generano talvolta tragedie irreparabili e, quotidianamente, tensioni insopportabili. Il ricongiungimento delle famiglie non può essere solo una pratica burocratica, ma una politica attiva che punti al ricongiungimento vero della famiglia e cioè alla salvaguardia della sua armonia interna.


LA PACE
Parlando di Valori non è possibile non parlare di PACE , che non può essere solo un’utopia, ma deve essere la cifra di ogni nostra concreta azione politica.
L’ho detto altre volte, e non ho paura di ripetermi ,perché “Solidarietà e Pace “ nel Partito Democratico non possono non avere piena cittadinanza. Sono Valori su quali non possiamo non avere orizzonti da scrutare, idee e programmi diversi e contrapposti a quelli della destra.
E penso al mercato delle armi, l’unico mercato che non conosce crisi: tra il 2008 e il 2009 l’export italiano di armi è cresciuto in valore del 74% ( i dati sono di Ires Toscana, presentati a Terra Futura-Firenze, il 29 maggio scorso) arrivando a lambire quota 5 miliardi di euro annui. E questo in tempi di crisi economica spinge qualcuno ad esserne anche contento, troppo contento (anche nel nostro partito ) facendogli dimenticare che si parla di strumenti di morte. Questa disinvoltura mi fa paura.


Faccio cenno a questo tema perché tutti siamo convinti che il Partito Democratico è un partito di Governo temporaneamente all’opposizione e che molto facilmente tornerà al governo , magari nel giro di pochi mesi.
Allora tutti, partendo dalla consapevolezza che viviamo in un mondo sempre più globalizzato, dobbiamo sapere che o questo partito si dà una politica coerentemente multietnica, solidale, rispettosa delle persone, dei loro diritti , insomma o si fa ogni giorno operatore di PACE , e quindi finalizza ogni sua proposta e azione politica a questo obiettivo o viene meno alla sua funzione, perché oggi non è possibile difendere la Pace solo entro i propri confini. La Pace o è globale o non è affatto. Né è possibile difendere il nostro benessere senza disponibilità a metterne in discussione le basi , senza disponibilità a condividerlo, ben sapendo che quando si condivide, si cede qualcosa: si diventa un po’ più leggeri, ma anche più giusti.
Come si fa ad accogliere un emigrante, un esule e poi lasciarlo per strada, senza cittadinanza e senza diritti sociali e politici ? Ma soprattutto come si fa a pensare di partecipare a Missioni di Pace , sempre più armati per la guerra ? Come si fa a immaginare per l’Italia un ruolo diverso e poi si accetta che un’azienda pubblica o comunque molto controllata dal pubblico, come Finmeccanica , possa essere la settima holding mondiale nella produzione bellica?
Abbiamo dimenticato che siamo il popolo della Pace, quello di Aldo Capitini e delle marce per la pace e la fratellanza tra i popoli (la Perugia-Assisi ). Noi siamo il paese e, come partito, gli eredi di Giorgio La Pira, che l’ansia per la Pace la viveva nel concreto di un impegno politico al limite dell’utopia e senza frontiere. Siamo il paese in cui l’utopia, Il sogno della Pace, ha saputo piegarsi su obiettivi concreti , come ai tempi del servizio di leva: il riconoscimento dell’ “obiezione di coscienza al servizio militare “ o il varo di una più trasparente “ legge sul commercio delle armi “ , che oggi si cerca di annacquare.
A quelle battaglie non furono del tutto estranei neppure quei partiti e movimenti (o pezzi importanti di essi) che oggi si riconoscono nell’area culturale e politica rappresentata dal PD; lo ricordo perché quello spirito non può essere sacrificato, soprattutto nella ricca Lombardia, alla logica del mercato . Non siamo stati estranei allora e, a maggior ragione, non possiamo esserlo ora , mentre assistiamo al fallimento dell’intervento armato in Afghanistan ( una guerra che è già durata più di quella del Vietnam , negli anni ’60 ! ) e al fallimento della politica sempre più muscolare delle autorità israeliane nei confronti dei palestinesi, che finalmente pare lasciare il posto a trattative di pace .


Vanno cercate soluzioni diverse, strade diverse … per costruire percorsi di Pace nello spirito dell’art. 11 della nostra Costituzione e del paragrafo 7 del Manifesto dei Valori del Partito Democratico.
Parlando di PACE , devo dire che mi è molto piaciuta la proposta ( e gliela ricorderemo quando saremo forza di Governo) di moratoria nell'acquisto di armi, fatta da Franceschini a Cortona lo scorso maggio, quando disse: ”Non so se è troppo di sinistra, ad esempio, pensare ad una moratoria nell’acquisto di sistemi d’arma da parte del nostro governo. Ma credo che in un frangente come questo di gravissima crisi sociale, nel quale si fatica a racimolare le risorse per lenire la sofferenza di centinaia di migliaia di persone, sia francamente incomprensibile, e direi anche oltre la soglia delle cose moralmente accettabili, spendere in armi da guerra. 10 miliardi in tre anni, hanno previsto".


Dario Franceschini si riferiva agli impegni presi dall’Italia, in partnership con altri paesi, per la progettazione, produzione e acquisto dei caccia bombardieri F-35 ( di cui si parlerà a Report nella puntata del 21 novembre, non perdiamolo questo appuntamento!) a cui lavoreranno anche aziende della nostra provincia .
Per la cronaca: la prima firma su quell’accordo fu posta, per l'Italia, dal Ministro Andreatta nel 1996 (primo governo Prodi) mentre gli impegni più recenti sono stati sottoscritti dal ministro La Russa nell’aprile scorso (ultimo Governo Berlusconi ). Speriamo ultimo in senso assoluto !
Gli accordi internazionali sottoscritti dall'Italia, per partecipare alla ricerca, al finanziamento e alla produzione degli F-35 ( caccia che possono sganciare bombe da 5000 mt di altezza ) prevedono la costruzione di capannoni per l'assemblaggio degli F35, nell'area dell'aeroporto militare di Cameri. Il costo di questa struttura per l'Italia supererà i 600 milioni di Euro che si aggiungono al miliardo e 200 milioni di Dollari già spesi in ricerca.
Inoltre l'Italia, per l 'acquisto dei velivoli ( circa 130 unità) dovrà investire non meno di 10 miliardi di euro, senza contare le spese di manutenzione che detti velivoli richiederanno.
E allora mi chiedo, andando anche oltre quanto diceva Dario Franceschini: quando avremo il coraggio di impegnarci ( con la gradualità che un sano realismo impone) per moratorie anche unilaterali, non solo nell’acquisto di nuovi sistemi d’arma, ma anche nell’uso di quelle già in possesso delle nostre FF AA , nella produzione stessa di armi e sistemi di morte?
Certo, a Varese non è un tema facile da affrontare e risolvere, per i risvolti occupazionali che presenta, ma bisogna pure che il PD lanci una sfida forte per uno sviluppo economico e sociale che parli linguaggi univoci e di Vita, che assumano il valore di una strigliata a chi della Vita, spesso, ha fatto solo un uso strumentale ! Penso all’uso mediatico che la destra fa di tutti i temi etici, “dall’inizio di una nuova vita al suo epilogo” e fremo al pensiero che noi si sia incapaci di lavorare concretamente – pur sapendo che la strada da percorrere è lunga e accidentata – per una riconversione graduale, ragionevole , dell’industria bellica, cosa che non ha niente di dogmatico o utopico ma che sarebbe assolutamente coerente con la “vocazione solidaristica” degli stessi cittadini lombardi.


L’Italia è il paese che della “protezione civile “ e di uno “stile italiano” nelle “missioni di pace” ha fatto il suo biglietto da visita nel mondo: ebbene, quante tecnologie e competenze si possono trasferire dalle emergenze militari a quelle ambientali, sociali, umanitarie? Quante risorse economiche possono essere dirottate dal militare al civile , e impiegate per la difesa del territorio abbandonato da decenni al degrado, un territorio che ci frana sotto i piedi e travolge beni, persone e sogni .. e forse anche il futuro dei nostri figli ? Quante risorse ,oggi investite per la produzione di macchine o apparecchiature di morte , possono lasciare spazio a investimenti per la produzione di macchine e apparecchiature per la vita, ad esempio nell’aerospaziale per il monitoraggio del territorio e dell’intero pianeta e delle trasformazioni che lo interessano ?
La Lombardia è la Regione che vanta una Protezione Civile che - per numero di volontari, competenze maturate, passione applicata, mezzi impiegati, missioni compiute ( anche all’estero) - può ben dirsi il cuore della Protezione Civile in Italia: non è un buon punto di partenza per immaginare che questa Regione possa diventare un polo di eccellenza, puntando alla realizzazione di una “Filiera della Protezione Civile” , con un raccordo stretto tra strutture operative, istituti di ricerca e industria ? Ne trarrebbero concreto giovamento i rapporti internazionali, la ricerca della Pace e la cooperazione tra i popoli e forse dovremmo scontare anche meno concorrenze sui mercati mondiali ! E questo il partito che sogno, che ho sempre sognato. E’ questo partito dagli orizzonti ampi che il discorso del Lingotto ha fatto prefigurare ed è questo il partito che io amo.


Giovanni de Rosa























Commenti

Post popolari in questo blog

Il presepe di Greccio - Fonti Francescane capitolo XXX

Contro la “Antonini “ di Morazzone : integralismo, arroganza e abuso di potere!

Il futuro all'inizio è sempre un cantiere !

Buon Anno 2016 : In piedi costruttori di Pace !