L’On. Marantelli, gli M-346, il Premier …

Oggi registro due fatti che non riesco a decifrare pur non essendo del tutto estraneo a quanto accade “in politica” e confido che gli interessati  mi aiutino a dipanare la matassa,  ingarbugliata ulteriormente dall'intervento di un  anonimo lettore e “commentatore” dei loro blog. Commentatore che, non riuscendo ad essere più chiaro –complice, forse il limite delle 500 battute- … insinua, manda avvertimenti, inquieta.


A cosa mi riferisco ?
E’ presto detto: Sabato 19 giugno, mentre al Palalottomatica di Roma il PD , con Bersani e una bella fetta di popolo democratico, metteva in campo con determinazione la sua contro-manovra finanziaria e invitava Berlusconi a prendere la via di casa, a Varese…

- Sabato 19 giugno , grazie a VareseNews.it , abbiamo appreso che l’onorevole Daniele Marantelli , con due suoi colleghi parlamentari sta preparando un’interpellanza al Premier , e ai Ministri della Difesa e degli Esteri, per capire cosa ha impedito che tra Emirati Arabi e Alenia –Aermacchi si concretizzasse la fornitura di ben 48 “aerei addestratori militari M346”: un affare per il quale il Premier si era impegnato in prima persona: “Faremo conoscere al mondo questo gioiello. Alzerò il telefono e chiamerò i governi di tutti i Paesi . Sarò il vostro commesso viaggiatore” ( Venegono , 11.10.2004).

- Nella stessa giornata,mentre l’On. Marantelli ci fa sapere della sua interpellanza, il Segretario Provinciale, Stefano Tosi , pubblica sul suo Blog ospitato da Varesenews.it un post ( Un PD anti “furbetti “ ) che richiama la manifestazione PD e ne sostiene le proposte illustrate da Bersani : “dalla liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C alla libertà di approvvigionamento dei gestori della rete dei carburanti. Oggi si è avanzata la proposta di nuovi sostegni al lavoro. Finalmente il PD si presenta propositivo e deciso”.


Del post di Stefano Tosi, che condivido totalmente, mi sorprende solo il commento di un tal Umberto: “Di solito "la prima gallina che canta ha fatto l'uovo" sig. Tosi, entrare nell'occhio del ciclone ci vuole poco, non lasci mai la macchina in seconda fila sarà sempre sotto l'occhio vigile della Lega perché la Lega non razzola male è l'invidia che rende ciechi. Le manovre della sinistra non impensieriscono più di tanto finchè Marantelli sfida Berlusconi non si sà bene perché, avete in casa una bella gatta da pelare, c'è solo d'attendere”.
Mi sorprende che un tale che si firma “Umberto” ( forse un “anonimo” che per l’occasione assume il nome del suo Capo ) metta in relazione Tosi e Marantelli che si stanno occupando - l’uno sul blog e l’altro in conferenza stampa – di due cose tra loro diverse e di diverso peso, lanciando loro un messaggio farneticante, oscuro, inquietanti. Perché ?
Lascio a Stefano Tosi e Daniele Marantelli, i due diretti interessati, il compito di decriptare, anche a nostro beneficio, quanto ho evidenziato e credo di non essere l’unico ad aver notato.

Dell’intervista dell’On. Marantelli, devo dire che non mi è piaciuta la strigliata a Berlusconi che non sarebbe stato all’altezza della sua fama di “venditore”… di aerei militari, macchine di guerra e di morte. L’episodio mi ha proiettato indietro negli anni, nella seconda metà degli anni ’80, quando il “Commesso Viaggiatore delle industrie belliche italiane” era l’On. Spadolini, che assolveva all’incarico con ben altri risultati ed anche lui riceveva le sue strigliate: la sua spina nel fianco era Alex Zanotelli. Insieme a lui c’era il popolo della pace, quello delle marce Perugia-Assisi , quello di “mani tese”, dei “beati costruttori di Pace”, di don A. Bizzotto e don Tonino Bello! Il popolo di chi pur vivendo l’utopia, il sogno della Pace, ha saputo battersi per obiettivi concreti , come il riconoscimento dell’ “obiezione di coscienza al servizio militare “ , che allora era di leva, o il varo di una più trasparente “ legge sul commercio delle armi “.
E’ indubbio che io preferisca le strigliate di allora ai “Commessi viaggiatori di armi” , rispetto alle strigliate di Marantelli : non c’è paragone !


A Daniele Marantelli voglio ricordare che a quelle battaglie non furono del tutto estranei neppure quei partiti e movimenti (o pezzi importanti di essi) che oggi si riconoscono nell’area culturale e politica rappresentata dal PD; lo ricordo perché quello spirito non può essere sacrificato, soprattutto nella ricca Lombardia, alla logica del PIL . Non siamo stati estranei allora e, a maggior ragione, non possiamo esserlo ora , mentre assistiamo al fallimento dell’intervento armato in Afghanistan ( una guerra che è già durata più di quella del Vietnam , negli anni ’60 ! ) e al fallimento della politica sempre più muscolare delle autorità israeliane nei confronti dei palestinesi .


Vanno cercate soluzioni diverse, strade diverse … per costruire percorsi di Pace nello spirito dell’art. 11 della Costituzione Italiana e del paragrafo 7 del Manifesto dei Valori del Partito Democratico:
“Il Partito Democratico, per l’ispirazione etica, culturale e politica che lo sostiene, intende promuovere una politica attiva e intraprendente a favore della pace, richiamandosi allo spirito e alla lettera della Costituzione italiana, ai princìpi generali della Carta europea e alla Carta delle Nazioni Unite. In conformità all’art. 11 della Costituzione preso nella sua interezza, il Partito Democratico si adopera affinché l’Italia si assuma le proprie responsabilità internazionali nel governo dei conflitti, in coerenza con il diritto internazionale e attraverso le organizzazioni sovranazionali preposte alla sicurezza, alla giustizia e alla pace. Il ripudio della guerra va coniugato con l’attiva partecipazione dell’Italia alle responsabilità della comunità internazionale nell’assicurare un giusto ordine mondiale”.

L’On. Marantelli , prima di strigliare il premier per questo insuccesso ( ne ha accumulati di ben più gravi ! )e prima di suggerirgli di scusarsi con gli Emiri per eventuali errori, non ha pensato che l’assicella della sfida poteva essere spostata più in alto, che l’obiettivo potesse essere più ambizioso, che il fulcro dell’interpellanza potesse essere la VITA, la produzione di strumenti di Vita, anziché di morte? Perché non ha pensato di porre o riproporre il problema sempre attuale della riconversione dell’industria bellica ?
Certo, a Varese non è un tema facile da affrontare e risolvere , tanto più se si parte dalle pagine di un blog , o dalle poche righe di un’interpellanza parlamentare. Ma bisogna pure che il PD lanci una sfida forte per uno sviluppo economico e sociale che parli linguaggi univoci e di Vita, che assumano il valore di una strigliata a chi della Vita, spesso, ha fatto solo un uso strumentale ! Penso all’uso mediatico che la destra ha fatto della RU486, la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, e fremo al pensiero che noi si sia incapaci di lavorare concretamente – pur sapendo che la strada da percorrere è lunga e accidentata – per una riconversione graduale dell’industria bellica che non ha niente di dogmatico ma che sarebbe assolutamente coerente con la “vocazione solidaristica” degli stessi cittadini lombardi.


L’Italia è il paese che della “protezione civile “ ha fatto il suo biglietto da visita nel mondo, un modello da esportare: ebbene, quante tecnologie e competenze si possono trasferire dalle emergenze militari a quelle ambientali, sociali, umanitarie? Quante macchine o apparecchiature di morte possono diventare macchine e apparecchiature di vita ?
La Lombardia è la regione che vanta una Protezione Civile che, per numero di volontari, competenze, maturate, passione applicata, mezzi impiegati, missioni compiute ( anche all’estero) può ben dirsi il cuore della Protezione Civile in Italia: non è un buon punto di partenza per fare di questa Regione un polo di eccellenza, puntando alla realizzazione della “Filiera della Protezione Civile” , con un raccordo stretto tra strutture operative, istituti di ricerca e innovazione, industria ?
Il PIL non potrebbe che registrare effetti positivi, non ne soffrirebbe l’occupazione … ne gioverebbe concretamente la ricerca della Pace e la cooperazione tra i popoli e forse dovremo scontare anche meno concorrenze e diffidenze !
 Don Tonino Bello.
Dal discorso ai "beati costruttori di Pace", Arena di Verona, 30/04/1989:
"Oggi abbiamo il privilegio di capire che l'annuncio della Pace si completa, oltre che con la lotta per la giustizia, anche con l'impegno per la salvaguardia del creato ".

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