10 FEBBRAIO : GIORNO DEL RICORDO !

” La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale” . (Art. 1 della Legge 30 marzo 2004 n. 92 )


E’ il giorno del ricordo… e della vergogna per un’infamia a lungo rimossa. Infamia occultata come lo stesso corpo del reato. Il corpo del reato, in questo caso sono i corpi, carne, sangue, affetti, emozioni, intelligenze di 15.000 istriani, fiumani e dalmati che, dopo essere stati precipitati, spesso ancora vivi, in orridi naturali irraggiungibili -le foibe- dove hanno trovato una morte lunga, sono rimasti occultati per decenni nelle foibe della nostra memoria ( individuale e collettiva), in quegli anfratti remoti ove releghiamo il peggio di noi, i nostri conti non pagati.

Non c’è dubbio che la vergogna delle foibe sia figlia delle ideologie che hanno lacerato e insanguinato l’Europa e non solo, per gran parte del secolo scorso, ma soprattutto è figlia dei dis-valori predicati e praticati dai regimi autoritari che esse generarono ( fascismo, nazismo, comunismo ), mi riferisco ai proclami sulla supposta superiorità di razza o di gruppo sociale, rispetto ad ogni persona diversa da se o gruppo sociale diverso dal proprio.

Dall’idea di superiorità, il fastidio, l’intolleranza, il disprezzo… l’odio verso il diverso da sè: certo anche odio di classe, ma soprattutto odio razziale, etnico, religioso.

Ho aderito e militato a lungo in partiti comunisti, dall’Unione dei Comunisti Italiani marxisti-leninisti al Partito Comunista Italiano, sempre ispirandomi al valore della solidarietà verso gli oppressi, gli sfruttati (uomini, ceti sociali, popoli, nazioni, interi continenti).

All’interno di questa esperienza non ho memoria personale di incoraggiamenti all’odio, non solo da parte di dirigenti del PCI ( vi sono entrato nell’era Berlinguer, che resta il mio mito ) ma neppure di dirigenti dell’Unione; ho invece il ricordo positivo di incoraggiamenti alla lotta, lotta democratica dentro il recinto ideale della Costituzione italiana, contro la povertà, le ingiustizie, le mille forme di sfruttamento, discriminazione, oppressione.

Tuttavia non voglio chiudere gli occhi di fronte alla storia, alle deviazioni, agli errori, alle tragedie figlie anche del comunismo e così, nel GIORNO DEL RICORDO, dico che il modo migliore per ricordare è quello di impegnare le proprie energie, la propria intelligenza, la passione politica, per l’affermazione di quei valori che, soli, possono evitare altre tragedie simili: solidarietà e multiculturalità per costruire una nuova qualità dei rapporti tra le persone; accoglienza e cooperazione fra culture ed etnie diverse, per costruire una società ricca di voci, colori, suoni, volti, identità diverse ma TUTTE ESPRESSIONE DELLA STESSA UNICA RAZZA UMANA.

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