Rosarno: “ Clandestini troppo tollerati ”…come dice Maroni ?




Ancora una volta sono costretto a parlare di violenza ( dopo il caso dell’aggressione al premier Silvio Berlusconi; vedi blog del 14 dicembre u.s. ) e questa volta il disagio con cui ne parlo fa un salto di qualità, perchè a Rosarno nei giorni scorsi è successo qualcosa di enormemente grave: la ribellione di un popolo ridotto in condizioni che definire di schiavitù non è demagogia. La violenza e la rabbia che ha caratterizzato la ribellione degli immigrati di Rosarno si è levata alta come un dito (minaccioso e violento) verso il cielo, ad indicarci la luna. Tocca ora a noi evitare l’errore di concentrare tutta la nostra attenzione sul dito !
In quest’errore pare sia caduto anche il ministro Maroni, quando ha dichiarato che ciò che è successo a Rosarno è solo frutto dell’eccessiva tolleranza con cui sarebbero stati trattati immigrati e clandestini in questi anni. Forse il Ministro Maroni si è concentrato eccessivamente sul dito che, per quanto enorme e minaccioso, ci ha indicato un fenomeno ben più complesso e tragico, quello delle condizioni disumane, di schiavitù in cui vengono costrette a sopravvivere migliaia di persone ( africani soprattutto, ma in altre regioni anche cinesi… ).

Sì, anch’io penso come tanti, che a Rosarno oggi, come a Casal di Principe e Castel Volturno ieri, ci sia stata una sorta di rivolta degli schiavi… e mi chiedo quante altre rivolte dovranno verificarsi, quante altre violenze dovremo conoscere, prima di capire che una “ violenza bestiale “ come quella che si è consumata nelle strade e contro i beni pubblici e privati dei cittadini di Rosarno, può essere solo la reazione uguale e contraria di una violenza subita, nel corpo e nell’anima, e per questo assolutamente e disumanamente devastante?

Tra le due sponde del Mediterraneo è in atto qualcosa di molto simile alla "tratta degli schiavi", che nei secoli passati c’è stata tra le due sponde dell’Atlantico; allora si trafficava in braccia robuste destinate prevalentemente alla coltivazione e raccolta del cotone, oggi si “tratta schiavi”per l’agricoltura ( raccolta di pomodori in Campania e Puglia, raccolta di agrumi in Calabria e forse Sicilia, ecc…) e “schiave” per la prostituzione.

I cittadini di Rosarno, italiani e africani, che in questi giorni si sono scontrati per le strade del paese, sono tutti insieme vittime i questa “tratta” : a tutti loro dobbiamo quindi rispetto e solidarietà, a loro dobbiamo chiedere di far prevalere la ragione, di continuare a guardarsi senza tener conto del colore della pelle e a parlarsi senza tener conto della lingua e della diversa cultura. Allo Stato, che in Calabria fatica a tenere sotto controllo il territorio, dobbiamo dire che i veri aggressori, gli unici violenti da stanare, perseguire, bloccare e deportare…in carcere, sono gli ispiratori e beneficiari della “tratta degli schiavi” , quegli imprenditori ( spesso imprenditori agricoli) che sfruttano nei loro campi o nelle fabbriche uomini e donne per 12/16 ore al giorno, con paghe da fame e per giunta “in nero”; sono quei proprietari di case che illegalmente e disumanamente li ammassano in spazi invivibili; sono quelle autorità locali che hanno tradito la loro missione e , serve di poteri mafiosi, chiudono entrambi gli occhi sulla violenza che ogni giorno viene perpetrata sugli immigrati.

Roberto Saviano sull’Unità dell’8 gennaio ha scritto che “gli immigrati sembrano avere un coraggio contro le mafie che gli italiani hanno perso poichè per loro contrastare le organizzazioni criminali è questione di vita o di morte. E qualunque sia la nostra opinione sulle modalità della rivolta è necessario comprendere che ad essersi ribellata è la parte sana della comunità africana che non accetta compromessi con la 'ndrangheta” . Condivido profondamente quanto scrive Saviano, ed anche per questo, il 1 marzo 2010, saro idealmente vicino, solidale con tutti quei lavoratori immigrati che daranno vita alla prima “Ventiquattro ore senza di noi” .

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