L’anno nuovo è cominciato…io ricomincio da Mirafiori !

In lacrime ai cancelli di Mirafiori ( dal sito informazionedalbasso.myblog.yt)

Come tanti di coloro che leggono questo post, ho vissuto con angoscia ogni ora, ogni giorno, dalla firma dell'accordo a Mirafiori fino al termine dello scrutinio. Mi sono costantemente sentito molto vicino ai lavoratori Fiat, alle loro famiglie, alla Fiom e al suo gruppo dirigente e al segretario Landini ( che ho ascoltato con piacere anche sabato sera a "Che tempo che fa") ma non sono mai riuscito a schierarmi, né per il SI né per il NO, proprio come il PD. Ma quest’indecisione non la vivo come una colpa, bensì come un atto di profondo rispetto per i lavoratori, le loro angosce, i loro timori, le loro paure.


I miei pensieri sono stati tutti per quelle 5.213 persone, uomini e donne, dipendenti Fiat costretti ad una decisione assurda, inumana: “pane contro diritti”, “minestra contro finestra”! Non m’interessava prima e non mi interessa adesso giudicare come hanno votato, né gli operai né gli impiegati ( perché poi ci sia tanta voglia di dividere i dipendenti anche tra operai e impiegati, non lo capisco ), perché di fronte al ricatto di cui sono stati oggetto avverto solo una pena profonda. Pena e affetto, per ciascuno di quegli uomini e di quelle donne violate nella loro dignità di esseri umani e nei loro diritti di lavoratori della più grande fabbrica della “settima potenza mondiale”. Pena e affetto, mentre cerco di immaginare i discorsi fatti a tavola, con i figli e le mogli, gli anziani papà o le mamme e mi assale una tristezza profonda; mentre un brivido che mi corre lungo la schiena mi fa sentire un miracolato per non essere uno di loro:lo penso e ne provo vergogna, imbarazzo. Un imbarazzo tale che mi impedisce perfino di pensare: “cosa avrei votato, io ” Non lo so. Penso però che a quel voto, in quelle condizioni, su quel dilemma , non si sarebbe mai dovuto arrivare. E so che da oggi ogni lavoratore dipendente ha motivo di sentirsi più solo . Ma mi fanno pena ( senza affetto) anche i tanti politici, di tanti partiti (compreso il PD) che ho sentito schierarsi, con ostentata sicurezza, per il Si o per il No. Da Veltroni a Vendola, passando per Chiamparino, Fassino e Renzi. Si o No ? Ma ai politici competeva rispondere con un Si o un No? competeva indicare come rispondere, o piuttosto lavorare perché l’intera vicenda si svolgesse in un quadro di diritti meglio definiti e con una presenza della politica, ed in primo luogo del governo, che non fosse da semplice spettatore ?

Ha vinto il Si, e molto probabilmente verrà ritenuta una vittoria di tutti, e forse lo è, ma è una “mezza vittoria” , comunque “carica di incognite”. Esattamente come le altre vittorie che abbiamo celebrato in questi giorni: come quella del diritto, del principio sacrosanto che la “ legge è uguale per tutti”, quindi anche per Berlusconi ( però quanto equilibrismo nella decisione dell'alta Corte !); come la vittoria di Bersani in Direzione, una vittoria che – pensando a Veltroni - potrebbe durare “7 giorni”, quasi lo spazio di un “preavviso contrattuale”, mentre se penso a Letta, è durata anche meno.

Anche oggi, come nei giorni scorsi -mentre scrivevo queste stesse cose a due cari amici- il mio pensiero corre ai dipendenti Fiat che stanno riprendendo il lavoro dopo la pausa del fine settimana. Penso a loro e li vedo camminare a schiena diritta, per niente piegata dall’arroganza di Marchionne o dalla saccenteria dei politici che non hanno lesinato consigli, eppure non hanno mosso un dito per difenderne i diritti.

Ma a differenza dei giorni vissuti con l’ansia dello scrutinio, ho vinto il mio pessimismo e...mi ha aiutato a farlo la ferma e serena determinazione con cui Landini ha risposto all'intervista di Fazio, in pratica con un rilancio verso un orizzonte più ampio: la lotta d’ora in avanti punterà alla globalizzazione dei diritti! Perchè il vero problema dei deboli, dei ricattati, dei poveri d’ogni continente e l’unità, l’unione … che fa la forza. Saranno pure crollate le ideologie ma certi assiomi non vengono mai meno !

Sì, la lotta vera è per la globalizzazione dei diritti, non della miseria e del ricatto, secondo la dottrina Marchionne. Mi ha aiutato a recuperare ottimismo anche la fermezza di Bersani nel chiedere a Marchionne di mettere sul tavolo Programmi veri, non promesse e basta, ed alla politica di affrontare il problema della rappresentanza e rappresentatività sindacale in fabbrica: “La Fiom non potrà restarne fuori e certamente Marchionne non potrà pretendere di scegliersi lui anche le sigle sindacali con cui trattare”.

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