è possibile ...anche respingere l'invito (o la tentazione) di mollare !
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In particolare mi riferisco ai seguenti articoli:
Art. 1 punto 1. Il Partito Democratico è un partito federale costituito da elettori ed iscritti, fondato sul principio delle pari opportunità, secondo lo spirito degli articoli 2, 49 e 51 della Costituzione.
Art. 1 punto 6. Il Partito Democratico riconosce e rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche al suo interno come parte essenziale della sua vita democratica, e riconosce pari dignità a tutte le condizioni personali, quali il genere, l’età, le convinzioni religiose, le disabilità, l’orientamento sessuale, l’origine etnica.
Art. 1 punto 10. Il Partito Democratico promuove la circolazione delle idee e delle opinioni, l’elaborazione collettiva degli indirizzi politico-programmatici, la formazione di sintesi condivise, la crescita di competenze e capacità di direzione politica, anche attraverso momenti di studio e di formazione.
Art. 3 punto 1. Il Segretario nazionale rappresenta il Partito, ne esprime l’indirizzo politico sulla base della piattaforma approvata al momento della sua elezione ed è proposto dal Partito come candidato all’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri.
Sono andato a rileggermi lo Statuto del PD - Partito in cui MILITO - per capire cosa rende possibile o legittima ( eventualmente lo fosse ) l'aggressione che le minoranze stanno subendo (insieme all'invito malcelato ad accomodarsi fuori dalla porta di casa ) .
Ebbene io non trovo nello Statuto del Partito nessuna legittimazione a questi attacchi, al contrario trovo legittima l'azione di contrasto della minoranza a decisioni prese dal Segretario Nazionale del Partito in conflitto con la linea programmatica con la quale si è presentato al Congresso e alle Primarie.
Dopo di che ho riletto con più attenzione lo straordinario articolo di Stefano Catone, in cui sono esaminati i comportamenti di minoranze interne al Partito Socialista Francese rispetto ai Governi espressi dal loro stesso Partito.
A me pare una lettura molto interessante per capire quanto spazio politico e rispetto istituzionale potrebbero avere le minoranze interne del PD, anche in ordine ai comportamenti parlamentari, se veramente al suo interno ci fosse rispetto per quel "pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche" di cui è scritto all' art. 1 punto 6. dello Statuto.
Il primo beneficio sarebbe nel fatto che nessuno, dico nessuno, si azzarderebbe a parlare di "scissioni" o ad auspicarle, perchè non è di scissioni che ha bisogno la sinistra italiana, bensì di più chiarezza d'intenti e di una visione più lungimirante e coraggiosa e, soprattutto più saldamente ancorata alla sua mission ampiamente descritta nel Manifesto dei Valori , di cui richiamo qui solo due passi: "......Ciò che deve scandalizzare non è solo la povertà, è la mancanza di opportunità: la povertà di un bambino che non può studiare, lo sfruttamento indecente di un lavoratore, la frustrazione di un giovane che si vede chiudere tutte le porte, di una donna che deve ancora scegliere fra maternità e lavoro.
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E ancora : "....Cruciale è la dignità del lavoro, che dev’essere difesa e valorizzata in tutte le sue espressioni.
Questo è il nostro impegno ed esso si colloca nel solco di quello che è sempre stato un obiettivo primario delle tradizioni politiche e culturali che convergono nel Partito Democratico".
L'articolo di Stefano Catone pubblicato dal sito dell'Associazione è possibile e annunciato da Pippo Civati nel suo blog meritava un'introduzione più sintetica....ma voi non lasciatevi scoraggiare dalla mia lungaggine e andate a leggerlo subito cliccando QUI .
PS . Nei prossimi giorni ne riparleremo più diffusamente, intanto prendete nota che :
siete invitati tutti !
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