Io non mi adeguo, nessuno si adegui !
La Sen. Laura Puppato e l'On Giuseppe Civati. |
“Se c'è qualcuno nel
Pd che vuole mettere in crisi l’esecutivo Letta farebbe bene a dirlo con
chiarezza e affrontare negli organismi dirigenti un discussione esplicita. Se
invece si ritiene, come io ritengo, che da questa fase si possano e si debbano
ottenere risultati concreti per rispondere alle aspettative e alle domande
della maggioranza dei cittadini allora dobbiamo stare al merito dei problemi,
smettere di punzecchiare ogni giorno il Governo e fare proposte serie”.Così
scrive Marina Sereni sul suo sito ( QUI ) e prosegue : “So - aggiunge - che
l'avvicinarsi di un congresso comporta anche un "mettersi in mostra"
di personalità che intendono competere per la leadership Però non mi riconosco
in un dibattito sul "chi" piuttosto che sul "per cosa".
Evocare il cambiamento è molto più semplice che costruirlo. È più facile dire
come non si dovrebbe fare che come si può e si deve fare. È più comodo
criticare che sporcarsi le mani e cercare di sbrogliare le matasse intricate
dei problemi che venti anni di populismo e mancate riforme hanno prodotto”.
Sono in tanti in questi giorni a richiamare all’ordine chi protesta ( direttamente o indirettamente) .
Lo avevano fatto l’11 luglio l’On Speranza
e il Sen. Zanda ( QUI) in occasione delle critiche piovute sul PD per aver accettato la sospensione dei lavori della Camera, voluta
fortemente dal PDL per protesta contro
la Cassazione che aveva avuto l’ardire ( ! ) di fissare la data della sentenza sul “caso Mediaset” al 31 luglio, perché
quel reato non andasse in prescrizione.
Lo ha fatto la sen. Erica D’Adda, che a proposito della
dichiarazione di voto di Laura Puppato sulla sfiducia a Ministro Alfano, sulla
sua pagina FB parla di “show della sen. Puppato “. E lo hanno fatto tanti senatori del Pd non
solo nei confronti di Laura Puppato ma di tutto il piccolo drappello ( tra cui Lucrezia
Ricchiuti ) di senatori che ha votato “Si”
alla sfiducia per Alfano o ha
abbandonato l’aula . Vedi QUI e QUI.
Lo ha fatto venerdì
sera (19 luglio) alla Festa Democratica della Schiranna-Va ( per non essere da
meno) anche l’On. Marantelli a chiusura di un
bel dibattito sull’Europa, svoltosi con la partecipazione dell’eurodeputato
Antonio Pileri e aperto da Roberto Molinari , segretario cittadino di Varese. Inutile aggiungere che quello dell’On Marantelli è stato solo un “comizio
vecchio stile” ( era stato più
convincente quando aveva parlato d’Europa) assolutamente fuori luogo, fuori tema, da “potente locale” e “guardiano dell’ortodossia” che evidentemente
non aveva gradito le critiche al Governo (peraltro molto contenute ) fatte da
qualche partecipante al dibattito. Un intervento che a mio avviso poteva essere
evitato o opportunamente caratterizzato
da maggiore sobrietà, per lasciare che prevalesse nell’aria il profumo d’Europa, il tema della serata su
cui aveva appena concluso con un
appassionato e circostanziato intervento
l’On Panzeri.
Che dire ? come Civati dirò che “ non mi adeguo” , che nessuno
alla base del PD ed a chi gli è vicino in questa fase, può accettare che gli venga messo il bavaglio,
che venga zittito, almeno fino a quando non ci sarà un Congresso che dia
risposte serie ai perché della recente sconfitta alle politiche,
alla rottura dell’alleanza con Sel, alla bocciatura delle candidature di
Marini e Prodi, alla squallida storia famosi 101 ( o forse di più).
E per venire alle vicende di questi ultimi giorni , dico che la vicenda che si è consumata al Senato, a
proposito della Mozione di sfiducia nei confronti di Alfano, è stata vergognosa
e non c'è "gerarca" del PD, in pantaloni o gonnella ( vai all’articolo di Marina Sereni, a lungo coordinatrice nazionale di AreaDem),che possa indurmi a pensare diversamente. Per anni io stesso mi sono
riconosciuto in AreaDem ( Varese ), me ne sono poi distaccato a mano a mano che mi rendevo conto che essa
non produceva più alcuna riflessione innovativa e propulsiva nel partito, sia a
livello nazionale che locale ( VA ) : per me, tutto era cominciato con
Franceschini/talent scout (la scoperta di Debora Serracchiani è stato forse l’unico suo vero successo ) poi tutto è annegato nell'accordo
con Bersani (vincitore delle primarie su Franceschini stesso ) che ha aperto la
carriera parlamentare a qualcuno e chiusa la porta della speranza a molti,
troppi.
Con buona pace dei tanti “guardiani dell’ordine” , dico che
oggi nessuno può placare la protesta della base per il tradimento degli impegni
elettorali da parte di un vertice ormai in scadenza, la rottura dell'alleanza con
Sel e l’affossamento della candidatura col Prodi, col tradimento dei 101. E nessuno può ripagare
ciascun semplice iscritto (come lo sono io) della vergogna di un voto, quello
che ha salvato Alfano, sostanzialmente ipocrita e per questo molto, molto
vicino alla ipocrisia del PdL nel difendere Berlusconi nel caso della “Nipote
di Mubarak”. Nessuno può ripagarci dei tanti danni morali e politici almeno finchè sarà in piedi il Governo delle
larghe intese, che chiamiamo “ Governo Letta” ma che in realtà è il Governo Berlusconi-Napolitano.
Allora lasciate almeno in pace quei pochi parlamentari
coraggiosi che “si ribellano” a richiami
ipocriti ad una “disciplina di partito” che sa di caserma più che di “casa di
vetro”, di un partito che della Democrazia, a partire dal suo interno, ha fatto la sua bandiera. Lasciateli in pace perché
con la loro azione non si stanno costruendo un “podio” che li renda più visibili, hanno anzi innalzato per se stessi le “croci “ su cui ogni giorno voi li crocifiggete.
Non cercano visibilità per loro, ma fanno si che non perdano definitivamente
visibilità le ragioni di un partito che
è nato per essere strumento , forza, energia per i più deboli, gli ultimi.
Civati, Puppato, Tocci, Barca, Ricchiuti, Mineo ( per citare quelli che mi vengono in mente ) danno ossigeno ad una base quasi sommersa dalla palude della disperazione. Sì, disperazione, perché questa sarebbe la destinazione finale di tanti, se si dovesse perdere la fiducia nella rinascita, attraverso un sussulto di dignità congressuale, del Partito Democratico.
Civati, Puppato, Tocci, Barca, Ricchiuti, Mineo ( per citare quelli che mi vengono in mente ) danno ossigeno ad una base quasi sommersa dalla palude della disperazione. Sì, disperazione, perché questa sarebbe la destinazione finale di tanti, se si dovesse perdere la fiducia nella rinascita, attraverso un sussulto di dignità congressuale, del Partito Democratico.
giovanni de rosa
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