UN MODERNO TRIBALISMO GUERRIERO. Federalismo, razzismo e Chiesa cattolica

"Come si può chiamare identità cristiana quella che esalta l’immagine del Crocifisso ma poi crocifigge tanti fratelli, contravvenendo la caratteristica che Gesù ha voluto dare ai suoi discepoli “?

Con questa citazione di don Luigi Bettazzi si apre il dossier “UN MODERNO TRIBALISMO GUERRIERO. Federalismo, razzismo e Chiesa cattolica”, contenuto nel numero di luglio della rivista di Pax Christi , “Mosaico di Pace “, a cui ho deciso di dedicare questa nota.
Il dossier, curato da Rosa Siciliano e don Renato Sacco, si presenta come una riflessione collettiva sul “fenomeno” leghista, a pochi mesi dalla sua massima affermazione elettorale ( elezioni regionali), ma anche nel momento di massima fibrillazione della maggioranza di centro-destra, di cui sicuramente la Lega rappresenta l’anima ( o, meglio, la “pancia” come direbbe don Renato Sacco ).
Io cercherò di sintetizzare qui, come posso, almeno qualcuno dei “contribuiti” che formano il dossier, ma consiglio caldamente a tutti i frequentatori di questo blog di leggere direttamente il dossier ( 11 pagine dense di riflessioni, corredate di un’ampia bibliografia sui temi toccati) acquistando la rivista in libreria o attraverso il sito web che, per vostra comodità, è riportato nei banner laterali.
Ma ritorniamo al dossier.
Introduce l’argomento un articolo di Don Renato Sacco che non è solo membro del Consiglio Nazionale di Pax Christi e redattore di “Mosaico di Pace “, ma è anche parroco di un grumo di paesini bellissimi incastonati nelle piccole valli che separano il lago d’Orta dalla confinante provincia di Biella. Terre di antica fede partigiana che le ultime elezioni regionali hanno consegnato alla destra di Bossi e Berlusconi. Don Renato parte proprio da questo successo elettorale per sintetizzare, a mio modo di vedere, l’obiettivo di questo dossier e lo fa richiamando una delle dichiarazioni più forti e preoccupate venute dall’episcopato, non dalla curia romana ma dal Vescovo di una delle tante vivissime Chiese locali: “ tenendo conto della larga adesione anche nelle nostre terre a forze politiche sociali ispiraste a teorie razziste e xenofobe, credo che un serio esame di coscienza si imponga urgentemente per le comunità cristiane, poiché qui si tratta di valori “non negoziabili”, la dignità della persona e la vita stessa!”. Dell’articolo di don Renato, mi limito solo ad evidenziare solo qualcuna delle tante contraddizioni che lui denuncia senza timore, sia nella politica della Lega che nell’atteggiamento della Chiesa ufficiale. Per quanto concerne la Lega, dopo averne messo in evidenza la indubbia capacità di presa dei messaggi, confezionati ad arte per colpire la “ pancia “ della gente , “cavalcando paure ancestrali”, che non risiedono solo nella parte più bassa del cervello, ma anche nella parte bassa del proprio corpo, la “ pancia “ appunto. E’ il caso del tema della “sicurezza”, personale e sociale, il tema del “potere sulla roba propria”, espresso dallo slogan “ PADRONI A CASA NOSTRA “, salvo poi, fa notare don Renato, pretendere di fare i “PADRONI anche a CASA LORO”. Quanta parte della nostra ricchezza di abitanti privilegiati del NORD DEL MONDO è dovuta, infatti, alla politica di rapina del SUD del MONDO, a cui spesso gli aiuti cosiddetti umanitari vengono inviati anche sotto forma di armi ?
Ma don Renato non è tenero neppure con la Chiesa Ufficiale che troppo spesso lascia sola al fianco degli ultimi la stessa Caritas o i suoi Vescovi più coraggiosi, salvo reagire quando viene messo in discussione “ l’8 x mille” .
Al contributo di redattori e collaboratori storici di “Mosaico di Pace”, si è aggiunta in questa occasione la firma di Aldo Maria Valli, giornalista Rai di grande esperienza che, a proposito delle tante proposte che affollano il panorama politico italiano , chiarisce subito il suo pensiero: “ si può dire con sufficiente sicurezza che non ce n’è una ( di proposta politica ) oggettivamente più anticristiana e anticattolica di quella rappresentata dalla Lega” . Perché la Lega, agendo su paure talvolta legittime ma spesso ancestrali, con l’evocazione di scenari apocalittici e improbabili “riserve indiane”, ha contribuito allo sviluppo di una prassi politica perfettamente antitetica al messaggio cristiano, promuovendo al contrario un linguaggio spesso derivazione diretta di quello triviale delle squadracce fasciste ( “Fuori dalle balle…” ) o quello trionfalista dei gerarchi ( “ abbiamo fermato l’invasione”, “fuori zingari e rom da casa nostra”). Con la sua riflessione Aldo Maria Valli, di fatto ci aiuta a capire che non possiamo, non dobbiamo liquidare come puro folclore i riti pagani in onore al dio Po e i matrimoni celtici, o come semplici espressioni di virtuosismo o efficientismo padano la pulizia etnica insita nell’operazione “ bianco Natale”, la discriminazione operata con l’esclusione dal bonus bebè dei bimbi nati da genitori non italiani “ab origine”, il pasto negato ai bimbi i cui genitori non risultavano in regola con le rette dell’asilo, ecc… Ci dice di diffidare della “conversione” opportunista degli ultimi anni , la Lega si scopre paladina dei valori cristiani, con qualche prelato che si affretta a benedirla e quasi auspicare che si tratti di una nuova DC. Ma ce n’è anche per loro nell’articolo di Aldo Maria Valli, a partire dalle dichiarazioni di monsignor Fisichella che, incredibilmente parla di immigrati cogliendone solo la valenza economica ( forza lavoro ) e candida la Lega, in virtù del suo radicamento nel territorio, a trovare la “quadra” ( direbbe Bossi ) “tra esigenze dei cittadini e quelle del mondo del lavoro”.
Sergio Paronetto ( Vice presidente Nazionale di Pax Christi ) scava invece a fondo sulle relazioni tra leghismo e populismo e colloca le radici della paura e l’ossessione per la sicurezza nel mondo globalizzato che, annullando le barriere, mette in discussione la sovranità stessa sulla propria terra e spazza via le sicurezze che da essa derivano. Scrive: “ in regioni ricche di risorse democratiche e di iniziative civili, ma incattivite dalla globalizzazione, la proposta populista capitalizza ogni proposta politica e antipolitica, dall’estrema destra all’estrema sinistra ( metà del voto operaio, ad esempio è leghista; molti no-global verdi o comunisti vedono nel leghismo la difesa della propria terra)”. E , più avanti, il vice Presidente di Pax Christi, spinge la sua analisi sul populismo della lega come parte importante e privilegiata di un fenomeno che interessa l’intera Europa, “ un’Europa dei popoli ( cristiani ) identificati nelle regioni etniche. A supporto di tale progetto, come documenta spesso “Il Sole 24 Ore”, sta il cemento di una nuova rete finanziaria che vede la Lega mescolarsi all’Opus Dei alla Compagnia delle Opere”. Credo che Paronetto ( rifacendosi al volume Forme contemporanee di totalitarismo, Bollati Boringhieri, Torino 2007 ) faccia un po’ sua la tesi secondo cui “ assieme al berlusconismo, il leghismo è una forma contemporanea di totalitarismo post-ideologico . Come tutti i totalitarismi ha bisogno di indirizzare la rabbia, l’insoddisfazione contro due nemici, uno interno ( la “casta” corrotta , i “poteri forti” ) ed uno esterno , ossia la globalizzazione e l’immigrazione, due volti della stessa medaglia. Paronetto passa poi ad analizzare il linguaggi: i verbi più usati in particolare nelle campagne elettorali e la volgarità espressiva non vista semplicemente come forma di folclore, ma come necessità di marketing. “ Il pensiero sbrigativo del populismo ( bossiano o berlusconiano) produce effetti devastanti sulla cittadinanza, sul senso di sicurezza-solitudine dei cittadini. In ogni caso il linguaggio è cultura, crea un clima, forgia modelli di comportamento”. Paronetto conclude la sua analisi preoccupata e profonda sui rischi del fascino che sta riscuotendo questo “populismo” riaffermando comunque l’attualità del messaggio di Pax Christi Italia ,” Nella mia città nessuno è straniero, cioè la proposta del fare creativo della non violenza, della pace come cittadinanza responsabile”.
Ed infine si chiede se sia veramente possibile “una risposta alla globalizzazione e alla crisi che recuperi il valore dell’uguaglianza senza rinunciare a quello dell’identità, se è possibile una politica che faccia della dignità umana il genoma etico della cittadinanza”. La risposta che si da è positiva, è una risposta intrisa di speranza, perché parla del cuore e della grande umanità delle popolazioni del nord, come di ogni parte d’Italia, realtà plurali dalle quali non sarà difficile “estrarre le buone pratiche della civiltà del diritto”, e farle diventare esempio per l’intera collettività.
Concludo questa nota scusandomi con quanti hanno lavorato al dossier sulla Lega e con la redazione di “Mosaico di pace” se non sono riescito a metterne in evidenza tutta la forza propulsiva, l’attualità, il carisma . Spero di aver almeno contribuito a creare intorno ad esso, tra la piccola schiera dei miei amici, qualche curiosità perché anche un solo lettore in più guadagnato alla causa della giustizia sociale e dell’uguaglianza tra i popoli è per me motivo di gioia.













Mosaico di pace,  luglio 2010 recante all'interno il dossier sul fenomeno Lega -  http://www.mosaicodipace.it/

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